bibbagood post=61169 userid=1044Iniziata la rilettura di questo libro, che nella mia edizione si apre con un'interessante introduzione di Maria Pagliere su Collodi, per inquadrare Pinocchio nel contesto storico e personale dell'autore. Collodi infatti era stato molto appassionato al dibattito politico in gioventù, vivendo l'unità di Italia e il passaggio di Firenze, da cui non si allontanava mai, da capitale di un granducato, a capitale d'Italia, a municipio del nuovo Regno. Come afferma l'autrice dell'introduzione, "Collodi fu probabilmente, e la sua vita lo dimostra, un insicuro alla ricerca di un'identità personale oltre che politica". Questo lo trasporta anche a dedicarsi ad articoli e dibattiti incentrati sulla nuova vena pedagogica che il nuovo stato avrebbe dovuto portare avanti e comincia quindi a rivolgere i propri scritti al pubblico dei ragazzi. Pinocchio sembra all'inizio non abbia avuto per niente successo, per conoscere un vero e proprio boom solo a inizio 900. Tra i critici si sostiene che "il burattino è un autentico rappresentante dello spirito toscano, un miscuglio di apparente ingenuità e di caustica finezza". Ne vengono date le più svariate interpretazioni, da quella teologica a quella idealista, psicoanalitica, strutturalista, marxista, ecc: chissà che interpretazione ne daremo noi
L'autrice dice però anche che per leggere Pinocchio da adulti non bisogna cercare di vederci per forza chissà che significato, e che vale molto più la pena semplicemente farsi trasportare dalla storia 
Grazie per la bella presentazione, e delle notizie sull'autore. anch'io condivido appieno ciò che l'autrice critica dice, che Pinocchio va letto semplicemente facendosi trasportare dalla storia.
Ed è questa la lettura che ne ho fatta, per almeno cinque volte, da adulta, leggendone un pezzetto per volta ai mie alunni di cinque anni, in edizione originale. Pinocchio io l'ho letto da adulta, adultissima, mi è sempre piaciuto e mi ha sempre trascinato, adoro tutto il libro, con i suoi capitoli, le sue storie fantastiche. Pinocchio che fa il morto per non pagare il dazio, nel letto della casa della fatina e il tre dottori, ognuno con una diagnosi diversa mi ha ricordato Moliere nel suo "Ammalato immaginario" e nella sua critica feroce ai medici. Anche Collodi, pur con il sorriso, non è certo tenero con i tre medici al letto del "moribondo"
Per non parlare dell'episodio della fuga notturna attraverso il bosco, di Pinocchio dalle mani dei due Assassini, il solito gatto e la volpe. insomma un romanzo bellissimo e coinvolgente.