Sabato, 06 Settembre 2025

Gennaio 2020 - L'avversario

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25/01/2020 10:33 #42591 da aleinviaggio
Risposta da aleinviaggio al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Beh, tecnicamente è così perché il carcere non adempie alla sua funzione rieducativa. In teoria gli anni in galera dovrebbero servire a comprendere dove si è sbagliato, a ritrovare il proprio posto nella società e ad apprendere un mestiere da poter poi praticare una volta rilasciati per essere (anche economicamente) indipendenti. Poi certo che, se il carcere diventa solo un posto dove far trascorrere anni inutili, allora non sarà mai possibile reinserirsi nella società appieno e si diventerà un peso per gli altri cittadini (oltre ad aumentare le probabilità che si torni a commettere reati)

"Leggere bei libri ti toglie per sempre il piacere di leggere quelli brutti" - La società letteraria di Guernsey, Mary Ann Shaffer
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27/01/2020 16:21 #42618 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Gennaio 2020 - L'avversario

Be si, dal momento che il libro non offre approfondimento psicologici o non ci fa capire quel che hanno provato famigliari e amici o non approfondisce aspetti legali o altro, hai ragione nel dire, come dice anche la giornalista nel libro, che è un'opera che alla fine si ritrova ad avere come unico fine il fare pubblicità a una persona simile


Messa così sembrerebbe un dato di fatto, ma credo sia solo una tua/vostra impressione :)

Sicuramente non vengono approfonditi gli aspetti legali, com'era comunque intenzione dichiarata di Carrère. L'approfondimento psicologico dei famigliari manca causa sterminio, la reazione degli amici è invece riportata: incredulità (quella di tutti noi), poi anche rabbia, poi forse vergogna (per non aver mai subodorato nulla).

Escluderei che il fine fosse quello di fare o farsi pubblicità: a che pro? Non escluderei invece che il fine fosse quello di tutti coloro che hanno letto il libro: cercare di capire. Il problema è però che desidereremmo avere una risposta chiara, e soprattutto logica. E invece di logico non c'è nulla, se non la conclusione finale, che però non spiega la bugia iniziale, da cui tutto è partito.

Credo infine che un messaggio il libro ce l'abbia. Ed è che persino la vicenda d'un mostro può suscitare pietà. Il che ovviamente non significa perdono.
Ringraziano per il messaggio: Blue, nautilus

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27/01/2020 23:44 #42621 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Ho riflettuto in questi giorni e alla fine sono giunta alla conclusione che mi trovo d'accordo (quasi) con tutti i punti di vista che avete espresso.

Carrère apre degli interrogativi inquietanti (uno sopra tutti: quanto do per scontato di conoscere perfettamente me stessa e le persone che ho attorno tutti i giorni? ) a cui per tutta la lettura ho sperato che desse delle risposte proprio per placare il senso di inquietudine. Ovviamente queste risposte non arrivano mai perché Carrère stesso non le conosce.

Carrère è evidentemente attratto da personalità così al limite, forse perché confrontandosi con le loro storie riesce ad analizzare più a fondo se stesso e a mettere in dubbio le sue certezze. Tutto questo sente la necessità di metterlo su carta, senza però porsi l'obiettivo di dare al lettore risposte che non ha . Ecco, scusate la ripetitività, ma è tutta questa incertezza ed inquietudine che mi ha fatto storcere il naso e che mi faceva avvertire un senso di malessere durante la lettura. In fondo avrei potuto leggere la storia di Romand su un articolo di giornale, rimanerne atterrita e trarre le mie rassicuranti (e definitive) conclusioni: è un caso eccezionale, qualcosa che non succede praticamente mai, i familiari di Romand sono stati proprio sfortunati. Invece Carrère no, ci vuole portare fuori da questo "sentiero sicuro" e ci vuole spingere a vedere la vicenda da punti di vista differenti. E questo è il problema. Scusate, ma davanti ad un fatto di cronaca così agghiacciante ed anomalo io preferisco rintanarmi nelle mie rassicurazioni :laugh: piuttosto che rimuginare sulla psicologia di Romand (senza peraltro approdare da nessuna parte) e sulla possibilità che lui continui imperterrito a mentire a sé stesso e, di riflesso, al mondo.

In conclusione, forse è proprio il genere di lettura che non fa per me :unsure:

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02/02/2020 14:23 #42697 da vanna
Risposta da vanna al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Da qualche giorno ho finito Limonov di Carrere e come ad Alessandra era piaciuto così è stato anche per me.
Rispetto agli altri due letti dello stesso autore questo l'ho trovato migliore, più completo perché oltre al personaggio fuori dal coro con una vita avventurosa e scabrosa, si ha modo di ripercorrere le vicende storiche e culturali della Russia negli ultimi 70 anni. Il quadro storico è preciso grazie sicuramente anche alla madre di Carrere una studiosa della Russia che anzitempo aveva previsto la fine del regime comunista. C. è davvero attratto dalle vicende di personalità maledette, con cui si può qualche volta empatizzare ma spesso, come è successo a me, prendere le distanze. Riflettendo alla fine mi sono chiesta com'è possibile andar sempre controcorrente per dimostrare quella " volontà di potenza" che caratterizza la maggior parte delle proprie azioni? Certo che questa lettura lascia un segno...

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02/05/2020 20:58 #43659 da ornella2000
Risposta da ornella2000 al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Il primo libro che ho letto di Emmanuel Carrère è stato La Classe de neige (La settimana bianca) nel 1995.
Ricordo che mi trovavo in una libreria francese e nella sezione Novità scorsi questo titolo apparentemente banale ma che fin dalle prime righe rivelava sapientemente tutta la cupezza e l'angoscia che opprimeva il piccolo protagonista in contrasto con la banale allegria della gita scolastica. Allora non sapevo niente dello scrittore, ma rimasi affascinata dal suo noir che rivelava i lati oscuri e contraddittori del mondo piccolo borghese.
Quando uscì L'Avversario nel 2000 non ho avuto dubbi nel leggerlo. Ritrovai la stessa cupa atmosfera del libro precedente, con la sola differenza che questo era un romanzo verità. Come se tutto l'orrore e la cupezza del male solo immaginata nel primo racconto trovassero una conferma nella figura (reale) del protagonista assassino.

"Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo" Lev Tolstoj
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27/10/2020 08:51 #46425 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Recupero il libro del mese di gennaio. Ho letto tutti i vostri commenti e a questo punto sono molto curiosa più che della storia in sè, un fatto di cronaca, dell'approccio di Carrere a questa storia. Cosa ha spinto l'autore a scrivere di Ramond? Quali sono i sentimenti che prova nei confronti dell'assassino? Leggo.

MEMENTO AUDERE SEMPER

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28/10/2020 22:40 #46449 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Molti di voi si sono interrogati sul perché Romand abbia mentito per così tanto tempo e in maniera così clamorosa che una volta scoperto é stato costretto ad uccidere. Risposte che mi pare di capire non si trovano nel romanzo. Le pagine che parlano dell’infanzia di Romand però lasciano presagire qualcosa. Ho trovato inquietante la descrizione dei genitori, in particolare della madre, una donnina schiva, che tutti si erano abituati a considerare malata senza sapere esattamente di quale malattia soffrisse. Ho trovato inquietante il rapporto tra i genitori di Romand nella coppia si avverte un che di rigido e pignolo, un’abitudine presto radicata allo scrupolo e all’isolamento . La madre poi si angustiava per qualsiasi cosa, e lui ha imparato presto a nascondere la verità per evitarle ulteriori preoccupazioni . Romand era stato educato a non mentire, però certe cose anche se erano vere non andavano dette. Romand inizia con non confidare le proprie emozioni ai genitori poi per non deludere inizia a dire le prime piccole bugie E quando rimani incastrato in questo ingranaggio, per non deludere, la prima bugia chiama la seconda, e poi vai avanti tutta la vita..., perché nella sua famiglia dove viveva il divieto assoluto di non mentire era consueta la pratica della bugia a fin di bene.
Ecco allora che mi ritorna in mente il tema del male che i genitori possono fare nella vita dei figli (tema che ho da poco affrontato con la lettura di Lacci di Starnone); di come la personalità di un individuo in qualche modo dipenda dalle aspettative che un genitore riversa nei confronti di un figlio o dall’educazione allo stesso impartita. Insomma i genitori non hanno scampo sono sempre il capro espiatorio delle colpe dei figli.

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30/10/2020 13:37 #46474 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Gennaio 2020 - L'avversario

Ho letto tutti i vostri commenti e a questo punto sono molto curiosa più che della storia in sè, un fatto di cronaca, dell'approccio di Carrere a questa storia. Cosa ha spinto l'autore a scrivere di Ramond? Quali sono i sentimenti che prova nei confronti dell'assassino?

Trovo interessante questo tuo approccio, in quanto Carrère non fa solo riportare un fatto di cronaca, ma si sente coinvolto in prima persona, per cui il senso della scrittura cambia livello.
Cosa ne pensi?

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30/10/2020 15:23 #46476 da nautilus
Risposta da nautilus al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Sono ancora nella fase della ricostruzione della vita di Romand, ho letto dell'infanzia e ora sto leggendo della sua giovinezza, i tempi del liceo e il fidanzamento con Florence. Carrere mette in evidenza già in queste fasi la personalità per certi versi disturbata di Romand e di alcuni episodi in cui si poteva avere il sospetto, se fossero stati noti, che qualcosa in lui non andasse. L'autore però in questa parte del romanzo ancora non si sbilancia, e non so se lo farà in seguito, nei confronti di Romand. Non so se ad un certo punto l'autore riflette su se stesso in considerazione di quanto accaduto a Romand. Mi aspetto questo, ma non so se lo troverò.

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30/10/2020 17:31 #46479 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Gennaio 2020 - L'avversario
Bello che lo stai leggendo proprio adesso, quando io sto leggendo un altro di Carrère, successivo a L'avversario. Nel libro che sto leggendo infatti accenna molto spesso a Romand, sia in termini generali ricordando il periodo in cui lo stava scrivendo, sia prendendolo come termine di paragone per altre situazioni che si ritrova a vivere. Sulla posizione che Carrère decide di assumere ne L'avversario mi pare ne avessimo parlato abbastanza, proprio perchè alcuni di noi non potevano capacitarsi che non lo condannasse, ma non ricordo i dettagli e vediamo tu che impressione ne trai alla fine; ma sicuramente la conoscenza di Romand ha avuto un effetto tutt'altro che superficiale sull'autore, il quale anni dopo continua a pensarci e a porsi domande.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

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Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller? :D

Avatar di mulaky mulaky - 17/07/2025 - 08:32

Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

Avatar di Yuman4 Yuman4 - 15/07/2025 - 22:02

Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

Avatar di ludofrog95 ludofrog95 - 13/07/2025 - 15:06

Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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