Bibi ha scritto: Lettura terminata e pure a fatica! Niente, non c'è stato verso, questo libro non mi ha presa per niente. L'unica cosa che mi ha spinta a continuare a leggere è la storia vera che racchiude. Ho trovato la scrittura piatta e non sono riuscita a empatizzare con nessun personaggio. Più di ogni cosa mi ha dato fastidio l'esigenza di scrivere un libro su un elemento del genere. Cosa se ne può ottenere? Sono d'accordo con la giornalista che sul finale dice: “Chissà com’è contento che tu scriva un libro su di lui. Non ha sognato altro per tutta la vita. In fondo ha fatto bene a uccidere l’intera famiglia, finalmente tutti i suoi desideri si realizzano. La gente parla di lui, appare in televisione, uscirà la sua biografia e per la pratica di canonizzazione è già sulla buona strada. È quel che si dice venirne fuori alla grande. Percorso netto. Tanto di cappello”
Ecco, non poteva esprimere meglio quello che ho provato durane tutta la lettura. E ancora peggio, provo repulsione per per il modo in cui pratica la fede, non che un peccatore non possa trovare pace nella preghiera ma Jean-Claude lo fa con una sicurezza e una certa ostentazione che mi fa credere tutt'altro riguardo al suo pentimento. Esattamente come dice il libro, sta interpretando un nuovo personaggio.
Be si, dal momento che il libro non offre approfondimento psicologici o non ci fa capire quel che hanno provato famigliari e amici o non approfondisce aspetti legali o altro, hai ragione nel dire, come dice anche la giornalista nel libro, che è un'opera che alla fine si ritrova ad avere come unico fine il fare pubblicità a una persona simile

. Posso dire che grazie a questo libro conosco una caso di cui non ero a conoscenza, ma sinceramente tale conoscenza non mi ha portato alcun arricchimento essendo la storia trattata come puro fatto di cronaca.
Nell'articolo che avevate postato all'inizio viene detto che Carrere è spinto a scrivere queste storie perchè sono cose che potrebbero accadere a ciascuno di noi, in determinate circostanze:
"dall’altro il dubbio che, a determinate condizioni, chiunque potrebbe trovarsi nella sua situazione, costruendo una rete di bugie, una dopo l’altra, e poi, nel momento in cui tutto inizia a sgretolarsi, scegliendo di cancellare il mondo intorno a sé – ammazzando tutti – invece di accettare la verità."
Non so se questo potrebbe essere un messaggio che Carrere vuole trasmettere andando oltre il mero fatto di cronaca...sinceramente mi sembra un po' forzato, dal momento che il caso in sè è fortunatamente molto estremo.
A parte il libro in sè, penso sia però stato un buon libro del mese, perchè ad esempio non mi ero mai soffermata a pensare a come possano campare gli assassini dopo aver scontato la loro pena, e il fatto che continuino ad essere mantenuti dalle tasse pagate da cittadini che si vedono togliere dallo stato una buona parte dello stipendio dovuto per aver fatto un lavoro che contribuisce in un modo o nell altro al benessere della società, mi lascia molto interdetta.