Ciao!
Ho completato la lettura e leggendo i vostri commenti, condivido molti vostri punti di vista
Anche io all´inizio ho avuto un momento di adattamento al modo di parlare del padre: ho iniziato a leggerlo in italiano e pensando ci fosse un errore di interpretazione/traduzione, ho cambiato all´inglese. Qui mi sono resa conto che era proprio il modo di parlare di Vladek.
È la prima volta che leggo un libro sull´olocausto a fumetti, e devo dire che, nonostante questo, le scene sono dettagliate e ricche di particolari che non mi sarei aspettata in un fumetto. Per questo, ammiro il lavoro di Spiegelman: è riuscito a rappresentare graficamente questa parte di storia dell´umanità in modo scorrevole e allo stesso tempo completo di dettagli (città, stati d´animo, avvenimenti personali e storici). Talvolta forse anche troppo (?!), ogni tanto mi perdevo nel ricordare chi fosse chi (tra cugini, zii etc.). Ma questo d´altronde evidenzia la caratteristica di cui parlavate, ovvero il valore della famiglia e la loro tendenza nel voler stare uniti.
Da subito anche a me ha colpito il tratto comportamentale di Vladek, tipico di chi ha sperimentato periodi di povertà assoluta. La sua continua insistenza nel risparmio e nel lavoro fai da te, mette in risalto la sua inclinazione a dovercela fare da solo a tutti i costi. Aspetto caratteriale che fa perdere la pazienza ad Art, non avendo vissuto in prima persona la guerra. Un altro aspetto che mi ha incuriosito, è la determinazione di Vladek nello stare in forma, o per lo meno attenuare i sintomi legati ai problemi della salute. Forse anche questo è una conseguenza nell´aver sofferto fisicamente durante quegli anni, che lo ha portato a prendersi cura consapevolmente del proprio corpo.
Il legame tra padre e figlio è molto particolare e capisco entrambi i punti di vista. Il padre, come ho scritto prima, cerca di far capire al figlio l´importanza del risparmio e del lavoro ´fai da te´. Mentre Art, non avendo sperimentato situazioni estreme come la guerra, non riesce a capire fino in fondo questo atteggiamento quasi maniacale da parte del padre, che lo porta addirittura a un rifiuto totale portandolo a comportarsi in modo opposto. Non ci sono dettagli sulla sua infanzia, però presumo che non sia stato semplice adattarsi alle insistenze e pretese del padre, facendo sentire Art incapace. Qui si ricollega anche l´aspetto psicologico del sentirsi inferiori, inadatti nel comprendere, come dei bambini (interessante rappresentazione tra l´altro). Inoltre, non so se nel suo modo di approcciarsi al padre ci si siano state influenze legate alla morte della madre (forse Art si sentiva più legato a lei che al padre?), evento drammatico che forse ha incrinato il rapporto con il padre. Su questo aspetto non si sofferma, a parte quando espone il suo continuo desiderio di voler leggere i diari della madre. Probabilmente il fatto stesso di voler scrivere il fumetto sulla guerra, è la volontà inconscia di Art di capire e avvicinarsi al padre.
Infine la pressione che il padre trasmette ad Art nel fargli vista, fa riemergere la tendenza a voler vicine le persone care in momenti di debolezza e solitudine (anche se questo è tipico in generale delle persone anziane). Art, al contrario, non ne capisce il motivo dal momento che, probabilmente, non ha mai sperimentato fino in fondo il valore stesso della famiglia (il fratello non l´ha mai conosciuto e la madre è morta quando era ancora bambino).
Interessante anche il modo con cui i personaggi stessi vengono rappresentati (topi, maiali, gatti, etc.), mettendo in risalto le interazioni e il modo con cui si sentivano nei confronti degli altri.