Ciao a tutti,
Finito alla fine del mese scorso, ma purtroppo solo oggi riesco a scrivere il mio feedback dopo aver letto i vostri commenti.Intanto parto col dire che ho un bias positivo sul tema, perché mi affascina molto tutto ciò che riguarda lo spazio.A me il libro è piaciuto. Mi ritrovo molto in quello che dici, Francis. Io l’ho letto in inglese e, sebbene alcuni passaggi non fossero semplicissimi, l’ho trovato molto gradevole. Mi aspettavo che mi portasse lassù e devo dire che lo ha fatto egregiamente.
Anche la ripetizione delle descrizioni mi è sembrata giusta, perché andando lassù io vorrei continuamente guardare in giù e la Harvey mi da l’opportunità di farlo spesso. Un po 'come in aereo non mi stacco dall’oblò fino a che le nuvole non mi precludono la vista della terra. Anche se i personaggi sono effettivamente abbastanza sbiaditi, sono riuscito comunque a identificarmi con “l’astronauta”. A fluttuare con loro, a sentire la loro passione, ma anche le loro difficoltà.
Per rispondere a Guido, sulla compatibilità tra l’essere uomini di fede o di scienza, dico che per me la riflessione sul creato è stata uno dei fattori determinanti che mi ha portato ad avere fede. Per me la natura è la prova “non provata” dell’esistenza di Dio. Natura che, non a caso, vuol dire fisica. E che ha finito per indicare il nome di una scienza bella rigorosa! Ma ovviamente sono perfettamente consapevole che si tratta di una prova soggettiva. Semplicemente, la bellezza in natura che ho sperimentato in qualche momento ha talmente colpito i miei sensi che le emozioni che ne sono scaturite hanno generato determinati ragionamenti e riflessioni. Scientificamente la vedo così. Questo però non mi impedisce di trascenderla, questa visione.
Lei è anche una filosofa e infatti ho apprezzato (da profano) come cerchi di suscitare delle riflessioni. Per esempio col discorso scaturito dal dipinto riprodotto nella cartolina. Un discorso che rimanda al rapporto tra la realtà e a come la si conosce. Bello poi, come rifletta sull’importanza delle piccole esperienze che spesso diamo per scontate: “Sometimes they wish for a cold stiff wind, blustery rain, autumn leaves, reddened fingers, muddy legs, a curious dog, a startled rabbit, a leaping sudden deer, a puddle in a pothole, soaked feet, a slight hill, a fellow runner, a shaft of sun”.
Ricordo quanto mi mancasse semplicemente il profumo della mia terra quando me ne assentavo per molti mesi. Non appena sbarcavo dall’aereo il profumo mi arrivava immediato e potente come quello del caffè alla mattina. Poco più avanti parla di a sudden ambushing by happiness. Proprio quello che sperimentavo al primo respiro dell’aria di casa.
C’è poi anche il tema di come in certe situazioni, la tua famiglia diventa quella formata dalle persone con cui ti trovi a stretto contatto, soprattutto quando la tua vita dipende da loro. “At first on their missions they each miss their families, sometimes so much that it seems to scrape out their insides; now, out of necessity, they’ve come to see that their family is this one here, these others who know the things they know and see the things they see, with whom they need no words of explanation”
E poi più avanti prosegue:
There is that idea of a floating family, but in some ways they’re not really a family at all – they’re both much more and much less than that. They’re everything to each other for this short stretch of time because they’re all there is. They’re companions, colleagues, mentors, doctors, dentists, hairdressers. On spacewalks, launches, re-entry, in emergencies, they’re each other’s lifelines”Mi vengono in mente tutte quelle situazioni estreme che creano legami tanto forti (ma a volte anche di più) quanto quelli familiari. Vedi certe spedizioni scientifiche. Ma forse ritroviamo questa esperienza anche nel nostro piccolo. Insomma secondo me spunti ne dava tanti.
Si pensi ancora al parallelo che l’autrice fa tra la navicella spaziale che ospita gli astronauti, e il corpo umano che “ospita” la nostra coscienza. A come entrambi i sistemi siano estremamente monitorati, ma possono, in qualunque momento fail in any part, determinando la fine di tutto.
Mi ha affascinato, ancora, la descrizione delle prove che gli astronauti devono superare per poter essere considerati adatti. L’abilità di controllare il proprio corpo rallentando il proprio battito cardiaco e le proprie emozioni riuscendo a non impazzire in spazi ristrettissimi.
Infine, ho trovato molto carino il calendario cosmico dell’universo in cui noi potremo identificarci con quelli presenti solo nell’ultimo secondo dell’anno, nonostante mi includa Lady Gaga e mi lasci fuori Jimi Hendrix!
"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"
Carlos Ruiz Zafon