Sto finalmente leggendo questo romanzo di Larsson perché, da amante di Stevenson, non potevo certo esimermi dal leggere di più sul pirata Silver... il personaggio più emblematico e meglio riuscito de
L'isola del tesoro. Ho tentato di proporlo più volte nei gruppi di lettura della mia città perché ero certa che sarebbe stata una bella lettura, ma ahimè non ho mai vinto e allora ho deciso di leggerlo per i fatti miei... e che gioia scoprire che è stato pure libro del mese qui sul forum (posso spuntare un punto della challenge!).
Ho iniziato ieri pomeriggio e mi appresto a leggere il dodicesimo capitolo. In questi primi capitoli ci sono dei collegamenti, anche se lievi, ai personaggi già incontrati nel romanzo di Stevenson, ma il grosso riguarda la vita del nostro pirata e alla sua forma mentis:
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Impara a raccontare storie. Impara a inventare e a mentire. Te la caverai sempre. Restar muto e non avere risposte è la cosa peggiore che possa capitare a un uomo.
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fino a dove risalgono i miei ricordi, ho sempre inventato, esagerato e trasfigurato la realtà.
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non c'è maggior peccato che mentire spudoratamente a se stessi.
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Avevo però imparato che ci sono parole che ognuno desidera particolarmente sentire, anche il più semplice dei marinai, e sapevo di avere il dono di esaudire questo desiderio.
Tutte queste frasi sono perfettamente coerenti con la vera figura del pirata ideato da Stevenson. Silver sa cosa dire e soprattutto come dirlo, sa cosa le persone vogliono sentirsi dire tant'è che nell'
Isola del tesoro riesce a intortare il piccolo Jim ma anche tanti altri personaggi. E' sicuramente un personaggio molto carismatico e sa come farsi vale, infatti la sua fama lo precede... Larsson non ce lo presenta già uomo fatto e finito (come Stevenson), ma ci narra una storia in cui a poco a poco scopriamo come Silver è diventato quello che è: anche lui ha sbagliato, anche lui ne ha prese e ha imparato di volta in volta, molto più velocemente di tanti altri. Ha avuto dei mentori, ma è stato lui in qualche modo a scegliere quelli più giusti per la sua indole: non il rettore della scuola (uno troppo fissato con i precetti religiosi tanto da diventare pericoloso), ma il capitano Barlow incontrato in una bettola e che lo ha istruito in una mezz'oretta sulla vita piratesca.
Lo ammetto, io amo Silver e potrei non essere obiettiva! La mia sbandata per lui risale a vari anni fa, quando lessi per la prima volta
L'isola del tesoro e, anche con la
rilettura
di settembre qui sul forum, pur sapendo che non è uno stinco di santo, non posso proprio esimermi dal provare un sentimento di affetto e anche di stima per questo individuo. Che ci posso fare? E' un misto tra un bad boy e un gentleman, impossibile resistere! Non è il solito pirata rozzo, incolto, beone, ma è intelligente e suadente. Adoro!
Non so se verrà approfondita ancora la sua sfera sentimentale, sia per Elisa (al momento pare tutto finito in modo tragico), sia per il senso di colpa di essere l'unico sopravvissuto del naufragio (oltre al comandante). Ad ogni modo, la natura di Silver è vivere libero e senza legami stabiliti da altri, decidere per se stesso senza imposizioni altrui. E' uno spirito libero che lotta per la vita, più che per la sopravvivenza. Questo non significa che non provi legami o affetti, la prova è data proprio nelle prime pagine quando ci racconta che piange per la morte del pappagallo Flint.
Per quanto riguarda lo stile di Larsson, lo trovo abbastanza coinvolgente e dinamico, immediato e facile da leggere, si procede abbastanza velocemente nella lettura del romanzo. Potrebbero disturbare tutti i termini marinareschi (io sono abituata per via di Stevenson), ma lo stesso Larsson è velista e quindi sa il fatto suo.