Resoconto dell’incontro del 22 Febbraio 2025 presso la Biblioteca del Comune di Bosnasco.L’incontro ha avuto inizio alle ore 16.30 e si è concluso alle 19.00 Il libro scelto per essere discusso insieme è stato “Elogio della lentezza” di Lamberto MaffeiE’ stato uno scambio di idee veramente interessante, su tematiche che ci toccano tutti da vicino. Lentezza contrapposta a velocità. Ha ancora senso parlare di lentezza in un mondo in costante accelerazione? Sembra proprio di sì, anzi forse è addirittura indispensabile.Il nostro cervello si è sviluppato in modo lento, ed è proprio grazie a questa lentezza che si è evoluto. La plasticità cerebrale, a differenza di quanto accade negli animali dura anni. E anche il suo invecchiamento avviene in modo estremamente lento.Ma allo stesso temo il nostro cervello dispone di meccanismi ancestrali che rispondono immediatamente a determinati stimoli – in presenza di pericoli, ad esempio, indispensabili per l’evoluzione della nostra specie. Tutti quei meccanismi che sono il prodotto della nostra evoluzione e che ci trasformano da uomo naturale a uomo culturale hanno però bisogno di tempo. La parola, il linguaggio, il pensiero, situati nella parte sinistra del nostro cervello danno vita al pensiero logico che solo noi uomini abbiamo.Ora la nostra capacità di pensiero sembra non poter più disporre del tempo necessario per potersi sviluppare, per potersi soffermare a cercare il senso più profondo delle cose.L’era analogica, il tempo in cui gli uomini hanno comunicato con la parola guardandosi negli occhi deve fare i conti con l’era digitale. Il tempo qui è scandito dalla velocità e dalla frammentarietà della vicinanza – ora solo virtuale e del linguaggio informatico. Il pensiero digitale si fa strada grazie alla plasticità modificando funzioni e strutture cerebrali, ma esso è stato inventato dall’uomo e fa parte dello sviluppo delle conoscenze.La costruzione di un linguaggio comune, di un cervello globalizzato può portare a un’involuzione cerebrale. La tendenza a rendere automatici alcuni circuiti incide sulle spinte al consumismo “Il consumismo è figlio del pensiero rapido perché anche il consumismo deve essere rapido per cambiare desiderio rapidamente e tornare a comprare. A proposito del consumismo non posso che ricordare che già nel 1882 lo scrittore Emile Zola ironizzava su questa insorgente mania allora limitata alle signore nel romanzo Au bonheur des dames (al paradiso delle signore) dove l’imperativo dei gestori del Grande Paradiso Mouret e Denis era “vendere, vendere per far felici le Signore “Oggi sono stanca e giù di corda, vado a fare shopping per tirarmi un po’ su” confessa una signora in un dialogo tra amiche.Il consumismo diventava aspirazione, quasi un dovere per apparire piuttosto che essere per un cittadino del mondo globalizzato che è l’asintoto delle aspirazioni. I valori vengono messi da parte, non perché non siano validi ma perché non sono rilevanti. In una parola, i valori non sono più valori. Alla bulimia dei consumi si è associata una grave anoressia delle idee e purtroppo anche dei comportamenti una volta ritenuti civili, morali”Attenzione a come educhiamo i bambini, nei quali la plasticità è massima: sono più sensibili degli adulti al richiamo consumistico. Se la ricerca della globalizzazione può produrre un’involuzione cerebrale è davvero un traguardo per la civiltà?Il prossimo libro che abbiamo deciso di leggere, è proprio Il Paradiso delle Signore di Emile Zola a completamente del libro appena preso in esame.L’incontro è fissato per sabato 29 Marzo alle ore 16,30