Questa volta Aperilibro si è incontrato nel cuore di Brescia, in Piazza Duomo. Condimeteo: meno avverse del solito. ma più che aprile sembrava novembre con il freddo che fa!
La location non ci ha fatto impazzire, ma neanche il libro del mese… a quanto pare abbiamo faticato un po’ tutte a finirlo. Loredana mi ha fatto un suo
sum up, non riuscendo a raggiungerci. Lei ultimamente si sta dando alla bella vita e sta sempre in giro per il mondo (potete seguirla sul suo ig @thecarouselpen): eravamo più impazienti di conoscere le sue recenti avventure in Giappone, piuttosto che il suo pensiero riguardo il libro che ci ha propinato! In effetti lei stessa è rimasta delusa dal giallo: le recensioni positive l’avevano tratta in inganno. È riuscita a trovare qualcosa di simpatico in Ansaldi, riguardo tutte le sue fobie e sulle malattie. Insomma poverina, adesso non vuole più proporre libri ♥
Le parole chiave dell’incontro sono state: INUTILE, LUNGO, PROLISSO, SOPORIFERO.
Tutte di comune accordo, ma ognuna con le proprie note a margine.Io un po’ mi sono rivista in Eugenie, forse l’unico personaggio positivo che ho incontrato. Giorgia ha espresso il suo disappunto sull’utilità delle 4 pagine riguardo “
metroman”; non le è piaciuta la sufficienza con cui il giallo si è concluso, in fretta e furia, dando una prolissa confessione tappabuchi sulle vicissitudini e gli episodi narrati nelle lunghissime 300 pagine precedenti, senza mai dare un minimo indizio sull’esistenza del personaggio che si è poi rivelato il killer.
Silvia è stata entusiasmata solo dell’ambientazione: Roma, la sua città. In particolare, uno dei personaggi di cui nessuna ricordava il nome (e questa la dice lunga) era di Colli Aniene, il suo quartiere!
Insomma in genere i libri ci portano a parlare di tematiche o ci danno tanti spunti di riflessione, ma oggi proprio nulla, il buio. Il vuoto che questo libro ci ha lasciato, se non un excursus sulle disavventure di Nadia, degne di Jim Hawkins e Long John Silver: questo mese ne ha passate davvero delle brutte e pensa che sia stato questo libro a portarle sfiga.
In effetti il Commissario Ansaldi ti trasmette proprio quella coltre di ipocondria addosso… ipocondria non alleviata dai canti provenienti dalla piazza esterna, dove pur rintanate al calduccio dentro il Bar.bar, siamo state accompagnate dagli incoraggiamenti del coro degli Aventisti del XXI secolo: “Dio ti ama”.
Sarà… siamo fiduciose che sia così!