Nel caldo afoso di Brescia, sabato 28 giugno 2025, i partecipanti dell'Aperilibro si sono riuniti sotto le fronde di un cerro del parco Castelli per discutere del libro del mese:
L'Aleph di Jorge Luis Borges.
Certo, direte voi, non un libro leggerissimo per festeggiare l'arrivo dell'estate, ma la sorte ha deciso e i CubaLibri hanno accettato. Incuriositi dal genere filosofico dei racconti di Borges e dopo aver disprezzato
Piranesi (che prometteva di essere un libro di uguale genere), i CubaLibri sono stati tratti in inganno dalla scrittura apparentemente semplice e dalla brevità dei racconti. Solo in pochi, però, sapevano dello studio approfondito che si sarebbe dovuto fare per comprendere questo libro.
I nostri lettori hanno capito tardi infatti che non è il classico romanzo con una trama lineare, ma una serie di racconti che ti fanno uscire dalla tua testa e ti portano in posti come l'infinito, la memoria assoluta e l'identità che si scompone. Borges scrive come se stesse parlando con dei filosofi morti da secoli, ma lo fa con una precisione che lascia a bocca aperta.
L’Aleph, l'ultimo racconto che dà il nome al libro, è quello che ha mandato in tilt più di tutti: questo punto nello spazio che contiene
tutto, ogni luogo e ogni tempo contemporaneamente. È una riflessione profonda sul vedere troppo, sapere troppo… e forse anche sul perdere la propria umanità quando cerchi di contenere l’infinito.
Un solo lettore ha votato questo libro con 5 stelle su 5: consigliato a chi ama perdersi nei labirinti della mente. Avete mai cercato di trattenere un vortice? L’Aleph è questo: un punto in cui tutto esiste, ma nulla può essere posseduto. Ti cambia. O ti distrugge. O entrambe le cose.
[...] l'Aleph non può essere posseduta. È come un vortice che non si può tenere stretto in mano. È un concetto sfuggente. Se cerchi di aggrapparti ad esso, ti mostra un’esperienza infernale. Negli studi sugli psichedelici si dice che quando qualcuno cerca di aggrapparsi ai bordi della barca, fa un brutto viaggio; più ci si lascia andare, più l’esperienza è piacevole. Il Santo Graal nella letteratura è simbolo dell’alef: una volta appare nella corte di Re Artù e poi scompare, ma coloro che lo cercano vedono la loro vita cambiare per sempre: o vengono distrutti, o raggiungono e scoprono cose che non avrebbero mai immaginato.