La lettura del libro
Dove non mi hai portata di
Maria Grazia Calandrone ha scaturito pareri discordanti, da un lato a Paola ed Adriana è piaciuto dall'altro Giulia e Ruh non saprebbero dire in maniera netta che gli è piaciuto né il contrario.
Per Paola è stata interessante la
ricostruzione degli anni e del periodo, lo spostamento a nord, la ricerca di casa e la sensazione di libertà quando cambiano città e non conoscono nessuno, mentre Adriana ha trovato la storia tenera.
Per Giulia e Ruh, il
modo di
scrivere dell'autrice è risultato inusuale, in fondo lei stessa lo dice in una pagina iniziale.
Ci si trova in una sorta di continuo cambio di "voci" da poetica a storica ad analitica, interessante, ma talvolta destabilizzante.
A
livello linguistico colpisce anche la presenza di versi in latino, forse una mera scelta stilistica e, al contempo, parole e frasi in dialetto.
Viene evidenziato come, ancora una volta, troviamo le
donne in prima linea.
Tra le cose che hanno colpito il gruppo di lettura troviamo:
- l'idea dell'autrice che voglia andare con la madre "dove non mi hai portata" ovvero "nella morte" che dà il titolo al libro.
- Le molteplici leggi che risultano ingiuste e che portano a enormi sofferenze. In particolare, nel libro sono presenti gli articoli 559 e 560 del codice penale, che disciplinano i reati di adulterio e concubinato e mettono in evidenza la disparità presente nelle punizioni tra uomo e donna; la legge precedente a quella sulla donazione degli organi (approvata il 26 giugno 1967) che impediva la donazione da donatori viventi; la legge sulle adozioni, conosciuta anche come la “legge dei cento anni”, che impedisce a coloro che non sono stati riconosciti alla nascita di poter accedere alle generalità della madre biologica per 100 anni.
Sono state messe in evidenza le sofferenze che hanno causato queste leggi e, al contempo, la perdita di vite umane; il parallelismo con le innumerevoli leggi odierne che stanno causando simili sofferenze e perdite umane è inevitabile.
- La decisione dell'autrice di portare la figlia adolescente in alcuni luoghi importanti nella vita della nonna e in un viaggio psicologicamente ed emotivamente pesante. È vero che è stata di sostegno alla madre però si è anche fatta carico di un notevole peso emotivo.
- Il numero esorbitante di bambini abbandonati, lasciati orfani e dati in adozione. (Nel 1965 L'I.P.A.I. di Villa Doria Pamphili a Roma ospita 441 figli di ignoti di cui 950 già affidati. L'autrice stessa ha come numero progressivo il 65124).
- L'idea dell'autrice che può esserci poesia ovunque anche se non sempre viene percepita .
A proposito della legge dei 100 anni Adriana suggerisce la visione del film
Il più bel secolo della mia vita di
Alessandro Bardani.
Paola non si capacità che i
genitori si siano uccisi in quel modo né della ricerca ossessiva, da parte dell'autrice, nel capire come sono andati i fatti fino ad
informarsi scientificamente sulla morte per annegamento; anche Giulia ha trovato angosciosa l'analisi medica e scientifica della morte della madre. Per Adriana e Ruh invece è comprensibile. In merito alla morte, secondo Adriana, l'autrice sembra volersi auto-convincere che il padre sia innocente; in fondo rimane il dubbio che il padre sia rimasto in vita e abbia cambiato nome e vita perché il corpo non è stato riconosciuto (anche se, secondo l'autrice, per motivi economici legati ai debiti contratti e al costo del funerale).
Il libro ha portato a diverse domande; ci si è chiesto:
- Perché uccidersi dopo aver lasciato la bambina?
Secondo alcune il gesto che hanno fatto è stato frutto della disperazione per l'impossibilità di trovare lavoro e di ritornare a casa e chiedere aiuto, per altre forse è causato dal peso del giudizio della società oltre al peso dell'abbandono e l'impossibilità di trovare lavoro.
Ci si è anche chiesto cosa sarebbe successo se avesse sposato il
primo amore senza tuttavia poter trovare una risposta.
Anche se, probabilmente, alcune di noi non rileggerebbero il libro, risulta interessante il modo in cui l'autrice inserisce un
racconto così
personale carico di sentimenti ed emozioni in una
cornice storica chiara e puntuale attraverso diversi stili di scrittura: poetico, narrativo, storico, analitico.
Auguriamo delle buone feste a chiunque legga prima delle vacanze invernali!
Ci rivediamo a gennaio sperando in nuovi arrivi e il ritorno di persone assenti a questo incontro,
Adriana, Giulia, Paola e Ruh