Il giorno 27 settembre 2024, alle 18, si è tenuta la riunione del CLUB del LIBRO di Firenze, presso la Pasticceria Sapienti & Crociani di Via Il Prato, a Firenze. Erano presenti Isabella, Paola e Serena.Paola ci ha fatto una breve presentazione, ricordando di avere proposto il libro perché sperava di vedere uno spettacolo omonimo, allestito da una compagnia teatrale fiorentina. Notava come il motivo storico e attuale del romanzo sia il genocidio del popolo armeno da parte dei turchi e come questo venga vissuto dalle due giovani donne protagoniste. Da una parte appare chiara la visione del genocidio dal punto di vista degli armeni della diaspora, attualmente residenti in America. Allo stesso tempo la versione turca appare spesso censurata dalla politica attuale. Tra le due giovani donne e nei loro rispettivi circoli culturali si costruiscono scambi di opinione spesso guidati dai risentimenti reciproci tra i due popoli. Da un lato gli armeni odiano i turchi, dall'altro i turchi sperimentano la censura riguardo allo sterminio e ignorano la gravità dell’episodio storico (così almeno di evince dal racconto).Notavamo anche un confronto tra due donne cresciute in due mondi lontani e apparentemente opposti. La ragazza americana che dovrebbe essere più aperta di mente e più ‘moderna’ di fatto è quella più legata al rancore antico mai dimenticato e fondativo dei ricordi di coloro che vivono lontani dalla Turchia. La ragazza che vive a Istanbul invece sembra ignorare o sottovalutare l’odio etnico, circondata da un clan di sole donne tutte diverse le une dalle altre. Sulla verità storica e sulle cause di tale odio in particolare ci siamo fatte tante domande, rendendoci tutte conto di avere realmente bisogno di approfondire le origini e i fatti ai quali il romanzo si ispira. Ci si domanda se la Turchia di Erdogan sia quella descritta nel romanzo o se quest'ultima sia precedente alla sua entrata in politica. Di fatto si nota il desiderio di essere una nazione europea. Inevitabilmente ci siamo anche chieste se l'odierna Turchia si considera una nazione medio orientale e con una libertà nuova. Le protagoniste di Istanbul trasmettono queste intenzioni. Nel romanzo appare chiaro che la scrittrice abbia voluto descrivere il punto di vista degli armeni lontani a causa della diaspora e legati agli episodi tragici di inizio ‘900. Spesso chi è costretto a vivere lontano si chiude nella comunità di origine, preservando gli usi e costumi dei luoghi di origine ma anche gli odi e i risentimenti.Isabella fa notare che il romanzo è molto scorrevole e apprezzabile, incentrato su un mondo familiare tutto al femminile e composto di tanti aspetti sociali come una certa libertà femminile conquistata ad esempio dalla madre di Asia, la ‘bastarda’ del titolo. Sempre Isabella ha apprezzato molto questi aspetti dell'attuale vita di Istanbul. Così come Paola ha apprezzato l'aspetto della cucina, la magia, la zia che legge i fondi caffè: episodi picareschi che rendono il romanzo realistico e coinvolgente. Sicuramente è un romanzo sereno e ironico fino al finale che non descriviamo qui, per non sciupare la lettura a chi leggerà questo resoconto. Il finale è inaspettato ma chiaro nel suo scopo: dimostra gli intrecci sottintesi tra armeni e russi così come si evince sin dalle prime pagine del racconto.Serena fa notare che il romanzo è incentrato su ambienti familiari moderni e allo stesso tempo su tradizioni antiche: prevalgono le donne portatrici di significati fondativi e ancestrali ma anche di libertà conquistate a caro prezzo; si dimostrano comunque sempre solidali nonostante le diversità di caratteri, ruoli sociali ecc. Quelle descritte sono famiglie spesso scomode e strette, nelle quali la figura maschile o è assente o svolge il ruolo di padre padrone (nota Isabella).
Le due giovani protagoniste sono ugualmente oppresse dalle aspettative dei genitori nonostante la provenienza da due mondi all’apparenza quasi del tutto opposti.
Se la famiglia è opprimente, i circoli culturali sono i rispettivi habitat naturali, liberamente scelti da Asia e Army: sono luoghi nei quali essere se stesse riguardo a opinioni, sfoghi, trasgressioni, aspettative e scoperte del mondo. Sono luoghi simbolici, popolati da personaggi chiamati per soprannome e portatori di diverse riflessioni sull’attualità e la storia.Serena aggiunge alcune riflessioni su Istanbul che fa da sfondo a buona parte del racconto. In effetti è una metropoli ‘formicaio’ e sicuramente plausibile come luogo di rivendicazioni femminili a confronto di altre zone della Turchia. Nel romanzo notava certe somiglianze di temi femminil e ambientazioni ‘cartolina’ con le tanto amate serie televisive ambientate in Turchia.
Grazie per la lettura
Club del Libro di Firenze