Il giorno 28 Novembre 2024 alle ore 18 i partecipanti del Club del Libro di Firenze ("Galeotto fu il libro") si sono riuniti presso il Bar "Sapienti&Crociani" per discutere del libro del mese "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza.
Il libro "L'arte della gioia" si è presentato un po' ostico e di difficile lettura, soprattutto nella terza e quarta parte del racconto. L'espediente stilistico di passare spesso dalla prima alla terza persona singolare ha reso la lettura lunga e non sempre scorrevole; spesso si perdeva il filo del discorso, anche per via dell'inserimento di dialoghi spesso troppo prolissi e a nostro parere non pienamente utili ai fini dello sviluppo del racconto. La protagonista Modesta è una donna cresciuta in campagna in assoluta povertà e con una madre anaffettiva e una sorella malata. Sin da piccola si presenta come una bambina cattiva e particolarmente subdola: istiga il padre alla violenza verso la mamma e la sorella. Trascorre un'infanzia particolarmente difficile, durante la quale viene persino violentata dal padre.Cresce come una donna perversa che vive la sessualità come "chiodo fisso"; le scene di sesso sono presenti continuamente all'interno del romanzo, tanto da diventare spesso stucchevoli. Modesta sin dalla tenera età non riesce a costruire dei rapporti sani, è provocatoria e vuole scardinare i princìpi della società, vivendo tutte le sue passioni senza limiti. Ogni ostacolo incontrato durante la strada, inoltre, viene da lei ferocemente abbattuto, anche con azioni molto gravi e con una furbizia diabolica e manipolatrice.Gli ambienti descritti nel racconto sono tutti ambienti molto chiusi; il racconto si svolge in tre macroluoghi: dapprima in campagna, poi in un convento e infine in una casa aristocratica. Sono tutti ambienti in cui Modesta sembra essere molto limitata, basti pensare che, nonostante vivesse in un'isola, da ragazzina non aveva mai visto il mare.Sono, inoltre, presenti dei personaggi che definiremmo grotteschi, come la sorella e il principe descritti quasi come dei "mostri". A questo proposito Isabella ha fatto un interessante collegamento con i protagonisti dei film dei registi Ciprì e Maresco.L'arte cinematografica ha sicuramente influenzato la scrittura di Goliarda Sapienza. Ella stessa era un'attrice e frequentava anche l'ambiente di Pasolini. Un romanzo del genere con tale licenziosità non poteva sicuramente riscontrare l'approvazione della società dell'epoca; il libro, infatti, è stato pubblicato postumo.Interessante, infine, il riferimento autobiografico della prigione: la protagonista Modesta finisce in carcere per i suoi ideali (ideali di sinistra in un ambiente fascista), così come la stessa Goliarda finì in prigione in seguito a un furto commesso per necessità. Nonostante fosse stata in seguito ritirata la denuncia nei confronti di Goliarda, la stessa decise comunque di andare in prigione per fare un'esperienza di vita. Questa esperienza la portò a contatto con la violenza e lo squallore del carcere descritti anche nel romanzo; da questa esperienza Goliarda scoprì anche la solidarietà tra le detenute.Si nota da questo come Goliarda volesse fare esperienza del mondo; chissà quindi se le passioni vissute in maniera totalmente sfrenata da Modesta non siano anche queste un riferimento autobiografico al modo di vivere senza limiti verso le esperienze del mondo della scrittrice stessa.
Grazie per la lettura
Club del Libro di Firenze