Resoconto dell'incontro del 18-02-2023
Veleggiando sempre col vento in poppa, la nutrita ciurma del Milleletture mantiene la rotta verso nuovi orizzonti letterari inesplorati, accogliendo sempre nuovi adepti.
Anche stavolta infatti, nonostante alcune illustri defezioni, il numero dei partecipanti ha superato le venti unità!
All'appello nel locale, che ormai organizza una rodata predisposizione delle sedute a T in modo da rendere più agevole la discussione, ha risposto entusiasta l'intero equipaggio composto da:
Maria Chiara, Simona, Erika (giunta a discussione inoltrata...ehhh non ci sfugge nulla!!!), Nunzio, Luisa e Serena, Antonella, Olimpia, Mirella, Michela (più nota come Milkie) Mariangela, Anna, Annalisa, Lucia, Marlen, oltre ai capitani Stefania, Stesy, Mario Luca, il primo medico di bordo Claudio, il primo ufficiale per la "navigazione psicologica" Francesca, il timoniere Marcello, moderatore della discussione ed io incaricata della redazione di questo diario di bordo.
Allo scopo di rendere "il navigar [più] dolce in questo mare", e dopo aver richiesto tutti i permessi burocratici del caso, ho avuto il privilegio di poter offrire cioccolatini a tutti i convenuti, nella speranza di contribuire a mitigarne l'angoscia accumulata con la lettura del libro protagonista della discussione:
"Il nuovo mondo" di Aldous Huxley.
A riprova, se ce ne fosse bisogno, del nostro modus operandi accurato e preciso il nostro Marcello si è prodigato con perizia nell'introduzione del romanzo, fornendo anche a ciascuno di noi una dettagliata mappa dei passaggi più salienti ivi estrapolati, con tanto di ordine cronologico e pagina di riferimento...
Il romanzo, appartenente al genere distopico, scritto negli anni venti, si presenta originale rispetto a quelli che propongono la contrapposizione del potere centrale alla massa.
Huxley invece rappresenta un nuovo funzionamento sociale in cui si esaspera il condizionamento come strumento per la realizzazione di una società perfetta, in cui sono bandite emozioni e cultura con risvolti drammatici.
Col proposito di rendere più agevole la discussione da poppa a prua, con un colpo da maestro, Mario Luca ha attivato il microfono, ma ahimè,
per chi, come me, si trovava nella plancia di comando, una fastidiosa eco riportava le parole pronunciate con lo scarto di qualche secondo, determinando una certa distonia fonica con consequenziale difficoltà nella comprensione delle medesime...
Sarà stato questo inconveniente a favorire la distrazione di Stefania e Stesy che, con molta nonchalance,
hanno avviato una simpatica conversazione parallela? Chissà...
Io, seduta fra loro due,
ho faticato non poco a seguire il bandolo dell'interessante disquisizione di Francesca che si è infervorata citando oltre all'arcinoto Sigmund Freud, uno studioso a me sconosciuto, tale John Bolwby, argomentando in modo appassionato
sull'importanza dell'attaccamento e sulla pari dignità tra pulsioni
fisiologiche-biologiche e relazioni sociali.
L'arringa di Francesca in favore dell'attaccamento verso le figure genitoriali, completamente assenti nel romanzo che presenta una società in cui la riproduzione è avulsa dal concepimento,
ha evidenziato come l'assenza di tale legame condizioni fortemente ogni altro tipo di relazione forgiata su quel modello.
Mentre i miei sforzi di comprensione degli interventi, ostacolati dal riverbero del microfono e dal chiacchiericcio al mio tavolo, si facevano sempre piu ardui,
Francesca, lancia in resta, sferrava l'attacco al concetto di
ipnopedia, uno degli elementi cardine del romanzo.
Durante il sonno semplici forme di condizionamento sono possibili ma l'effetto non è determinante come riportato nel libro, ma è piuttosto blando, simile a quello prodotto dagli slogan pubblicitari.
A questo punto la discussione ha preso una piega "medico scientifica" con riferimenti alla corteccia cerebrale, ai lobi frontali, forse anche ai parietali,
al condizionamento di Pavlov e a qualcosa che nei miei appunti è indicato con la misteriosa sigla "TMR"
...e la discussione ha raggiunto l'acme con l'accenno alla realizzazione di un esperimento che forse avrebbe potuto in qualche modo vedere un nostro coinvolgimento, non ho ben capito se in funzione economico- finanziario o in veste di cavie... leggermente inquietante...in entrambi i casi!
Ad un certo punto abbiamo virato su aspetti economico- imprenditoriali con un'ampia disquisizione su Henry Ford, deus ex macchina del romanzo, ideatore del processo standardizzato che ha aumentato la produzione, ma nel contempo anche l'alienazione, riflettendo su come la sua filosofia sovrintende a tutti gli aspetti della realtà del mondo nuovo.
Una riflessione letteraria ci ha condotti a considerare la scelta di Huxley di inserire molteplici richiami ai versi di Shakespeare come rilevante in quanto poeta emblematico nell'espressione delle passioni, che sono invece totalmente invise nella società del nuovo mondo, ritenute perniciose, da domare con qualche grammo di "soma".
Gli aspetti sociologici relativi all'analisi dei vari personaggi, ben delineati, hanno evidenziato che:
-
Barnard, dapprima fuori dagli schemi, delinea una parabola discendente, dopo un breve momento di gloria, perde il controllo di sé (definito da Francesca come un narcisista covert);
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John conosce amore, lutto, disperazione, rivendica il diritto all'infelicità, lui "è", gli altri semplicemente "esistono" e la sua tragica fine è proprio un'attestazione di libertà e di consapevolezza;
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Linda è la vittima perfetta: un'outsider in entrambi i mondi, rivela a tratti l'ancestrale istinto materno, nonostante il feroce condizionamento subìto, in una società in cui le emozioni non possono essere spente, ma solo disattivate;
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Helmholtz, il più positivo, rimane sempre fedele a sé stesso, mantenendo un barlume di libero arbitrio;
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Lenina, disorientata dal Selvaggio, svonvolta dalla sua dichiarazione d'amore, vive una sorta di flebile innamoramento, in cui i ruoli vedono la contrapposizione della passione carnale di lei al sentimento di lui.
A tratti sembra che questo contesto favorisca una parità uomo- donna, ma ad una visione più attenta emerge il contrario: l'organizzazione gerarchica pone al vertice gli uomini in un contesto sociale in cui concettualmente la parola "madre" risulta più oscena di "padre".
In ultima analisi, considerando anche l'aspetto stilistico, il libro è stato definito:
-concettualmente forte, scritto in una prosa notevole, asciutta, intensa, di rara maestria per la fazione capitanata da Mario Luca;
-narrativamente faticoso, a tratti ostico per il team solidale con Maria Chiara che ha posto l'accento sull'impatto devastante sul lettore dello "spiegone" iniziale!
Il gradimento del libro è stato confermato, al netto del conferimento di un tre (sintesi del giudizio: non c'è male!), da una media di tutto rispetto: un bell'otto pieno!
Con l'arrivo della primavera, a marzo, leggeremo " I diari della motocicletta" di Ernesto Che Guevara, prossima moderatrice: Luisa!
... vi aspettiamo!!...
tutti in motocicletta
ovviamente! ...e rigorosamente con casco di tendenza!!
...quindi niente vento fra i capelli?
Nooo!
Non ce ne sarà bisogno: avremo già tante idee rivoluzionarie che ci frulleranno per la testa!!!