Cari amici,
Posso finalmente lasciare qui il mio pensiero cerca questo libro. È proprio vero, fatico a trovare libri veramente brutti, ma questo, secondo me, è una vera chicca!
Partiamo dal protagonista di questa storia Un uomo di cui non è necessario neanche conoscere il nome, perché di lui impariamo presto tutto ciò che ci serve sapere: è un marito e padre. Un uomo che si è fatto da solo, dandosi da fare giorno e notte per portare avanti la propria ferramenta e per garantire non solo un tozzo di pane, ma un giusto rientro economico alla propria famiglia, con sacrificio e impegno. Certo, è un ignorante, non ha studiato più di quanto servisse ed è consapevole di questo. Non è neanche un pidocchio rifatto, Perché si accontenta e gode di quanto riesce ad ottenere e produrre da sé. È un padre disilluso di fronte ai suoi figli: Alice sognatrice, che resta attaccata alle gonnelle della sua mamma, senza riuscire mai a prendere una forma di emancipazione reale, nonostante i titoli di studio; Alberto, un altro ignorante, più del padre, a cui piacciono i soldi più della fatica e che non ci pensa due volte a rinnegare la propria famiglia, Quando gli si presenta l'occasione con la moglie bella e il suo suocero benestante… Questo forse è stato il figlio più doloroso da digerire, come lettrice! Poi, viene Ercolino, il figlio inatteso, nato settimino, gran mangiatore E studioso, al punto di essere davvero il figlio emancipato… Talmente emancipato, che mi sono goduta le ultime pagine, immaginandole come il finale del film di Verdone, nella scena con Mario Brega che finisce sbraitando contro il figlio ormai hippy, e tutta la sua congregazione!! Al nostro protagonista, va decisamente peggio.
se consideriamo l'ambientazione ed il contesto, che Francesca ha ben spiegato nel suo resoconto sopra, capiamo facilmente di trovarci in Lombardia, probabilmente negli anni 60, dati alcuni riferimenti fatti nel libro, circa i programmi televisivi dell'epoca, in una provincia non troppo grande, in cui la produttività fa da padrone. In questo contesto, un uomo che si impegna per sé, per il suo sogno (Anche se è solo una mera ferramenta), per la sua famiglia è perfettamente contestualizzato!
La moglie, che si è sempre dedicata alla cosa e alla famiglia, senza vedere mai pienamente riconosciuto il suo valore, ma tenendo le fila di tutti i rapporti familiari, compresi quelli fallimentari che la circondano, facendosi carico anche dei suoi nipoti, quando la figlia viene abbandonata dal marito truffaldino, È perfettamente inserita.
Sarà che io vengo da Terni, Cittadina industriale della nostra regione, in cui tante famiglie potrebbero riconoscersi in queste descrizioni e anche nella grettezza Dei personaggi; Ma nonostante tutto, hanno sempre mantenuto una grandissima dignità e un forte spirito di famiglia, anche se apparentemente cialtrona.
inoltre, credo che la vera grandezza di questi genitori descritti risieda nel loro intuito, in quel guizzo da osservatori, più spiccato nella figura della madre, che permette di vedere molto prima quando qualche situazione "puzza"... d'altronde, "quell'Anselmo lì", "quell'Alberto lì"... solo con ercolino, non avevano minimamente previsto il colpo di scena!