Nel tiepido pomeriggio del 26 Ottobre, fuori dalla confusione delle grandi città, il nostro gruppo di lettura si è ritrovato al solito baretto di Ponte Valleceppi, l’ Arcircolo23, che ha visto tanti dei nostri incontri, tra uno Spritz ed una tazza di tè fumante. Là dove tanta gente passa per un caffè e quattro chiacchiere spicciole su calcio, politica e meteo, la nostra piccola delegazione, tutta al femminile, si è riunita per il consueto confronto mensile: il testo affrontato in questo mese è
La signora Dalloway, di Virginia Woolf.
Titolo di grande spicco nella letteratura dei primi del ‘900 inglese, in cui la Woolf sceglie di introdurre due elementi, che, per l’epoca, rappresentano il massimo dell’attualità: da una parte il flusso di coscienza, una tecnica di scrittura sciolta, libera di seguire il pensiero ovunque esso voglia volare; dall’altra, Woolf diventa una fine psicanalista, dando ad ogni personaggio caratteristiche non solo fisiche, ma ancor più caratteriali e psicologiche, regalandoci di ognuno una fotografia nitida! La nostra protagonista é Clarissa Dalloway, una donna benestante, sui cinquant’anni, da sempre amante della vita, con le gioie e la leggerezza, di cui ha sempre potuto godere, grazie al suo status. In questa bella giornata, assolata e fresca
“come se fosse stata appena creata per dei bambini su una spiaggia”, decide di uscire per comperare i fiori, che avrebbero abbellito la su casa, durante la festa che si sarebbe tenuta la sera stessa.Durante questa passeggiata tra le splendide vie di una Londra ricca e gloriosa, il tempo corre, scandito dai rintocchi del Big Ben: è proprio nell’arco di questa giornata, che Clarissa ci accompagnerà nel suo viaggio interiore, tra gli antichi fasti della gioventù, spensierata, ribelle, pronta alle avventure promosse dalle sue più care amicizie con Sally, suo primo grande amore,anticonformista, aspirante rivoluzionaria, che finirà ad essere orgogliosa madre di cinque figli,
"tutti maschi!", e Peter, suo spasimante, forse mai del tutto ricambiato, costretto ad emigrare in India, dove i mercanti e i cercatori di fortuna possono trovare rifugio, per poi tornare invecchiato, solo e fallito; fino alla solidità del suo status al fianco di Richard Dalloway, uomo tranquillo, pacato, affabile e ben integrato nella “parte giusta” della società. Una bella casa, una bella figlia, alle prese anche lei con la crescita ed il desiderio di evadere dalle rigide regole dell’alta borghesia, ma a cui presto finisce per aderire, con la stessa eleganza materna. Nella fusione di passato e presente, nella continuità che l’uno è per l’altro, emerge l’altro protagonista della nostra storia, Septimus, un giovane veterano della Prima Guerra Mondiale, affetto da un disturbo post-traumatico da stress, dopo aver vissuto gli orrori ed i dolori più difficili da sopportare nel conflitto bellico: il povero Septimus vive relegato in una totale oscurità interiore, una realtà tutta sua, in cui neanche la sua giovane moglie può entrare, tra allucinazioni e ricordi terribili, che rivive quotidianamente nella sua testa, reietto dal mondo e dai medici, che dapprima minimizzano, asserendo che non ha niente, poi danno l’accettata finale, proponendo il manicomio, come unico luogo di cura possibile. Quando, ormai, il suo destino sembra aver preso una strada a senso unico, Septimus sceglierà di liberare se stesso dalla crudeltà di un mondo,che non gli appartiene più. Noi lettrici siamo convenute sulla difficoltà di avviare questa lettura, che nelle prime pagine ha messo a dura prova i nostri nervi:
Alessandra non ha proprio retto e ha preferito mettere d parte Clarissa e le sue vicende.
Francesca, invece, aveva già letto questo libro in passato e con riluttanza si era ripromessa di dargli una seconda chance: la sua esperienza è stata davvero interessante, poiché ci ha ricordato che ogni momento della nostra vita può darci una chiave di lettura diversa. Testi che mai avremmo letto, o che non avevamo apprezzato in un primo tempo, possono davvero trovare la strada giusta in un altro tempo, arrivando dritti al nostro cuore…
Cristina, promotrice della proposta di lettura, ed io abbiamo condiviso alcuni aspetti, oltre la difficoltà iniziale dell’approccio: questo libro è un inno alla gioia di vivere! Tutte siamo convenute che Clarissa venga considerata un personaggio frivolo, leggero,soprattutto dai suoi vecchi amici, che hanno visto cambiare le sue scelte di vita, verso un più pacifico e convenzionale ruolo nella società. E Clarissa stessa rivive il suo passato con nostalgia profonda per qualcosa che ormai è andato, finito per sempre. La sua è una gabbia dorata, che si è scelta e costruita, vicino ad un uomo che è quello giusto, di cui è anche innamorata e che la ama profondamente, sebbene non sia mai riuscito ad esprimersi a parole chiare e vivide. Ma il distacco dalla gioventù e dalla spensieratezza la travolgono tristemente durante i preparativi della festa. E quando nel corso della serata, la morte si insinua nel suo salotto, costringendo la nostra eroina ad allontanarsi da tutti per poter capire, rivivere nella sua testa ed elaborare il lutto di uno sconosciuto, Clarissa riuscirà finalmente a far pace con il suo passato, consapevole della finitezza della sua stessa vita e pronta, infine,a tornare ad essa, celebrandola gioiosamente con i suoi ospiti. Chissà che alla luce della nostra bella chiacchierata,
Tiziana ed
Alessandra non trovino l’ ispirazione e riescano a portare a compimento la lettura di questo piccolo gioiello della letteratura? Menzione d’onore a
Paloma, che ha voluto essere presente all’incontro, nonostante non avesse avuto modo di leggere il libro, a seguito degli imminenti impegni lavorativi ed universitari che la vedranno coinvolta: talvolta, una buona boccata d’aria, un pomeriggio di sole, quattro chiacchiere in compagnia, possono aiutarci a decomprimere le contingenze della vita e donarci un pizzico di leggerezza! Aspettiamo nei commenti le impressioni dei nostri amici assenti e, nel frattempo, portiamoci avanti con la lettura di
Novembre:
Pastorale Americana, Pulitzer per Roth del ‘97, opera monumentale, che ci sta dando del filo da torcere, ma promette grandi soddisfazioni! A presto, compagni di lettura.