Con estremo ritardo vi racconto cosa ci siamo detti su
Pastorale americana di Roth.
Solo in tre siamo riuscite a portare a termine la lettura e con non poche difficoltà, aiutate dalla mirabile voce di Popolizio che ha reso meno pesanti le numerose digressioni, anche se Cristina ha detto che alla fine stava odiando anche lui. Per la cronaca, il libro nella vecchia edizione Einaudi è diventato praticamente introvabile, si attende l'edizione Adelphi che, sempre Cristina che ha una sua personale teoria su questa casa editrice, correrà ad acquistare
Tornando al libro, direi che la storia è grandiosa, incentrata sullo Svedese che è nato per essere un vincente e che farà di tutto per esserlo e per incarnare il sogno americano, ma la cui storia umana è di una drammaticità devastante. La sua piccola e adorata figlia Merry è una rivoluzionaria che si schiera apertamente contro il governo americano durante la guerra in Vietnam. Merry è una rivoluzionaria vera e propria, nel senso che è una bombarola, per citare De Andrè, e vivrà nella latitanza. La storia è il racconto drammatico di un padre che cerca di sopravvivere e di spiegarsi perché sua figlia ha commesso quegli atti violenti, ripercorrendo tutta la sua storia personale. Peccato che nel mezzo ci siano moltissime digressioni, prima fra tutte quella sulla produzione dei guanti e sui compagni di scuola, ma anche il concorso di Miss America.
La scrittura di Roth è risultata per questo a tutti molto pesante, questa è stata la causa principale della rinuncia a leggere il libro e sinceramente non so dire se sarei riuscita a giungere al termine se non lo avessi ascoltato, posso dire però che arrivare alla fine ne è valsa la pena. Certo il finale lascia un po' di stucco anche perché non sapremo mai se le cose sono andate realmente così, il racconto infatti nasce dalla fantasia del narratore Nathan, che è uno scrittore, amico d'infanzia del fratello dello Svedese.
Appresa la notizia della morte dello Svedese e conosciuta la storia della figlia Merry, lo scrittore inizia ad immaginare cosa sia accaduto a questa perfetta famiglia americana, sviscerando benissimo il rapporto padre-figlia adolescente. A tratti sembra quasi che sia lo Svedese a raccontare la sua storia tanto il narratore si immedesima nel protagonista e questo aspetto a me è piaciuto moltissimo. La possibilità che la vita dello Svedese sia andata diversamente da come ce l'ha raccontata Nathan la trovo una cosa molto interessante, in fondo il lettore può immaginare mille storie diverse sul protagonista perché quella che ha letto è solo pura fantasia. Riconosco la grandissima capacità di Roth di entrare nell'animo dei suoi personaggi che in questo romanzo sono tutti ben caratterizzati, tutti hanno una personalità ben definita. Senza dubbio è uno scrittore minuzioso che non lascia nulla al caso, tutto è descritto nei minimi particolari, forse anche troppi
Nel complesso il libro mi è piaciuto e anche se costa fatica vale la pena leggerlo.
Attendo commenti di Chiara e Cristina.