Sabato 30 ottobre, il gruppo di lettura dei Buddenbook si è riunito per il consueto appuntamento mensile. Complice il fatto che il gruppo è in continua e inesorabile espansione (un po' come l'universo stesso o come la panza del sottoscritto durante un lockdown qualunque), mai come stavolta i partecipanti alla riunione sono stati numerosi: talmente numerosi da rendere impossibile nominarli tutti (mica per questione di tempo, eh: per questione di memoria). Ma ve lo ricordate quando eravamo sì e no in 6 e Caterina prenotava a caso il giorno prima, senza lasciare le chiavi di casa come acconto? Tutta acqua passata: ora non ci riuniamo se il tavolo non è lungo almeno come quello dell'Ultima Cena.
Alla luce della data di incontro, pericolosamente vicina alla festività di Halloween, i numerosi partecipanti si sono travestiti con costumi orrendi e spaventosi, in onore del tema "Libri scelti dai Buddenbook". Cristina era travestita da fondamentalista riluttante, in ossequio al libro del mese, da lei stessa proposto.
La discussione è stata quindi introdotta da Cristina, che ha presentato l'opera di Mohsin Hamid (grazie, Google!), intitolata appunto Il fondamentalista riluttante. Il volume, del 2007, mette in scena il monologo di un pachistano laureato a Princeton e dipendente di una prestigiosa azienda americana, il quale - all'indomani dell'11 settembre - comincia a mettere in dubbio le sue certezze nei confronti del Paese che lo ospita, della sua cultura e del sovranismo economico americano sul mondo, che lui stesso contribuiva a rafforzare attraverso il suo lavoro.
Durante la discussione sono state prese in esame le posizioni di tutti i personaggi del libro (sì, in realtà ce ne sono più di uno, ma se ne avessi parlato, questo resoconto sarebbe stato più lungo del libro stesso, il quale è invece "meno spesso del mignolo di Domenico" - cit.): l'analisi di tali personaggi e di alcuni dei - pur fugaci - episodi del libro ha vagamente orientato il dibattito verso il tema dell’integrazione culturale e delle persone che rinnegano la cultura del Paese che le ospita.
C'è stato poi modo di riflettere anche sulla superficialità dell'impianto narrativo del libro: tanti sono gli episodi e le sottotematiche affrontate dall'autore, a fronte del pochissimo spazio dedicato a ognuna di esse. Diversi partecipanti (mi pare) si sono trovati d'accordo nel notare che il libro butta a casaccio sul piatto tanti temi, non preoccupandosi di approfondirne nessuno e lasciando volta per volta al lettore un'interpretazione che l'autore si guarda bene dal proferire. Questo aspetto ha fatto riflettere sulla natura di prodotto commerciale del volume, che non si arrischia nel dare giudizi o opinioni chiare su tematiche (ai tempi) spinose, forse con l'obiettivo di non scontentare nessuno.
Complice probabilmente la lunghezza della tavolata, la discussione di ottobre è stata certamente la più lunga e la più centrata sull'opera, tra quelle finora avute dai Buddenbook. (Sì ok, abbiamo parlato di film anche stavolta, ma si trattava del film tratto dal libro).
La riunione si è ovviamente conclusa con le proposte per la lettura di dicembre, che verterà sul tema "Opere dal Novecento a oggi". Il buon numero di proposte ha portato a una votazione preliminare e a una conseguente scrematura a 3 titoli. L'appuntamento per il prossimo incontro è a fine novembre, dove si discuterà de Il rosso e il nero di Stendhal.
Stay tuned!