Disperse le scintille, rinfoderate le spade, gli infuocati argomenti e confronti dell'ultimo incontro dei
LeggerMente Letturati presso l'
enocaffetteria del
Magazzino Scipioni decantano ormai piacevolmente nella memoria, più o meno romana,
dei suoi partecipanti.

Venticinque anni dopo la stesura del Children Act da parte del Parlamento Inglese, nel 2014 vede la luce il romanzo dal titolo della legge omonima dello scrittore sempre inglese
Ian McEwan da noi invece tradotto in
La ballata di Adam Henry. Il 2017 è invece l'anno di uscita del film omonimo. Ma 1989 quindi. Anno del Children Act che sancisce quali specifiche funzioni attribuire rispettivamente a enti locali, tribunali, genitori, ed agenzie del Regno Unito in materia di tutela della salute e del benessere dei minori. Nello specifico della storia, il minore Adam Henry, bisognoso di cure decisive per la propria vita sotto forma di una trasfusione di sangue, in quanto figlio di testimoni di Geova e quindi per credenza religiosa, si trova a rifiutarne il salvifico apporto medico. La religione dapprima, i genitori poi ed infine la stessa visione più o meno romanticamente martirizzante del ragazzo vedono infatti la trasfusione curativa come impura contaminazione, e la morte, altrimenti di certo incombente, come invece di possibile esempio alla comunità religiosa geovita, oltre che adempimento dei voleri di Dio. Sulla strada della famiglia di cui sopra, a dover deliberare sulle sorti del ragazzo, il personaggio del giudice dell'Alta Corte britannica Fiona Maye. Affettivamente alle corde con il proprio partner, professionalmente a capo della decisione che consentirà la trasfusione e quindi la vita del minore Adam da una parte, ma che dall'altra calpesterà i rigidi e radicati dettami religiosi della famiglia Henry, il giudice Fiona, nello svolgersi del proprio ruolo professionale col ragazzo, si rende responsabile di particolari dimostrazioni empatiche con Adam. Nello specifico, di un bacio e di un episodio di condivisione musicale con un brano suonato nel letto di ospedale dal ragazzo al violino e cantato da Fiona.
E queste dimostrazioni extraprofessionali, nella loro illecita', tra noi del gruppo, sono state materia del nostro iniziale confronto. Continuando però poi con il fatto che non si è ben capito e trovato il cuore del libro o un suo argomento cardine. Altri casi di dibattimento del giudice Fiona, come un caso di separazione di gemelli siamesi, sono infatti nati ma pure decaduti all'inizio del libro. Lo stesso caso di Adam Henry si è esaurito già a metà libro con l'emissione del verdetto. L'atteggiamento di Fiona con Adam, improbabile ed improprio all'inizio come poi molto distaccato in seguito, non si sa come avrebbe potuto essere professionalmente lecito o comunque migliore. La storia affettivamente combattuta nel privato di Fiona col marito, con le esigenze di trasparente infedeltà di quest'ultimo, sono la causa del suo iniziale trasporto con il giovane Adam? Chi porta avanti cosa, insomma? Un libro per molti abbastanza spiazzante quindi. Ma anche piuttosto ben scritto, almeno per qualcuno. O almeno fino circa a metà. Poi non più. Sicuramente, e a detta di praticamente tutti non nella parte del concerto musicale alla fine del libro. Con la percezione dell'esito della storia di Adam aleggiante in maniera poeticamente molto melensa e prevedibile su tutta l'esecuzione al pianoforte del giudice Fiona.
Ma ciò che, se non il libro in se, ha acceso quanto mai seriamente, per quanto sempre in maniera interessante, una parte del nostro dibattito, come accennavo all'inizio..

è stato il considerare più o meno retrograda la o le religioni da parte di molti di noi soprattutto in materia di assistenza o meno alla vita, con annesso accanimento terapeutico. Mentre invece per altri o qualcuno rimane, rimaneva, nella discussione, la legittimità di sostenere da parte della o delle religioni, di un parere diverso da quello della scienza medica. Che questo parere fosse pro vita come nella religione cattolica o contro, come nel libro di McEwan, con il rifiuto della trasfusione in oggetto. Da qui, arrivare quindi a parlare del caso italiano di Eluana Englaro, come si può immaginare, è stata questione di poco.
Come anche arrivare o tornare a parlare delle recenti conquiste del testamento biologico, sempre in Italia.
Per quanto invece riguarda la liceità di radicati e radicali convincimenti e/o credenze religiose in determinate situazioni e decisioni mediche, nel rapporto e/o contrasto antichissimo tra fede e ragione, ci è sembrato di raggiungere una vicendevole parità e soddisfazione di pareri, se non tra tutti perlomeno tra molti, nella necessaria legale maggiore età della persona nello specifico caso interessato; ma soprattutto, come forse sembra sia poi anche stato alla radice del verdetto emesso nel libro, anche nella necessaria coscienza e conoscenza di se, ossia sempre dell'interessato.. nella propria e altrui realtà. E cosa dire infine dei tempi di risoluzione, pronuncia di sentenze rispetto alla realtà italiana.. un capitolo a parte...
Insomma un incontro vivo e profondo. Con una piacevole esperienza anche presso il locale votato per l'occasione, che si è particolarmente distinto per un ambiente piacevole, per una gustosa e varia selezione di biscotti e soprattutto per un succo bianco d'uva frizzantino in bottiglia che, per chi lo ha scelto, non pochi se non ricordo male, a rischio di blasfemia..

non aveva per una volta nulla da invidiare a scelte invece più alcoliche.
Anche il tempo poi, prima di peggiorare per tutto il pomeriggio tardo e la serata, ci ha assistito nel nostro riprendere le rispettive destinazioni al termine dell'incontro.
Cosa volere di più?

Sedicesimo incontro di Maggio stiamo arrivando!!!
Per l'incontro, resoconto di Aprile invece, è più o meno tutto.