Mi accingo con grande emozione a scrivere qui per la prima volta il resoconto di un incontro dei Letturati, i quali si sono riuniti virtualmente per discutere il libro “La ciociara” di Alberto Moravia.
L’incontro è avvenuto il 28 novembre, che è proprio il giorno in cui Moravia, nel 1907, nacque. Banale coincidenza? Geniale lungimiranza? O forse il segno che l’attività dei Letturati è guidata da una mano invisibile, come un destino fatale che ne guida la scelta dei libri e persino delle date degli incontri? Chi può dirlo.
Dopo questo incipit che potrebbe far sì che questo sia non solo il primo, ma anche l’ultimo mio resoconto per i Letturati, passo al racconto della discussione che ha animato il nostro sabato pomeriggio.
L’incontro è avvenuto online su Skype, con la partecipazione di ben 20 persone. Nonostante alcuni problemi di accesso, qualche condivisione di schermo indesiderata e alcune frasi sfuggite a microfoni solo apparentemente spenti, la discussione si è svolta senza intoppi ed è stata anzi forse una delle più belle e interessanti degli ultimi tempi.
Il merito è anche di un libro – La ciociara – che ha fornito un’inesauribile quantità di spunti, riflessioni e osservazioni. Un libro che, incredibile a dirsi, ha raccolto un consenso quasi unanime. Un evento più unico che raro nel gruppo dei Letturati, i quali non hanno mai esitato a sostenere e difendere con vigore tesi diverse e interpretazioni radicalmente contrastanti e che invece questa volta si sono trovati sostanzialmente concordi nel giudicare positivamente l’opera di Moravia.
Proverò a riassumere qui almeno alcuni dei temi emersi (trattarli tutti richiederebbe una memoria migliore della mia e uno spazio ancor più grande di quello che sto già occupando).
Brevemente, il libro narra le vicende di una vedova commerciante (Cesira) che insieme alla figlia (Rosetta) è costretta dagli eventi della II guerra mondiale a lasciare Roma per rifugiarsi nelle campagne e nelle montagne della Ciociaria.
Il primo tema che è emerso riguarda la descrizione della guerra e della vita che gli innumerevoli sfollati erano costretti a sopportare in attesa che essa finisse. In proposito, alcuni Letturati hanno richiamato alla mente i ricordi dei propri nonni che hanno vissuto quel periodo e raccontato le angustie e le miserie di quel periodo.
Connesso alla guerra è il tema dell’abbrutimento dell’uomo che ad essa spesso si ricollega e che Moravia più volte sottolinea. Abbrutimento che, in diverse forme, colpisce molti dei personaggi, costringendoli a comportamenti che, in tempo di pace, sarebbero stati per loro stessi inaccettabili. Le voci più dotte dei Letturati hanno così ricordato lo stato di natura di Thomas Hobbes, ove ciascun uomo pensa esclusivamente a sé e al proprio interesse e vive in una costante lotta contro gli altri.
L’altro grande tema de “La ciociara” è lo stupro. Sul punto le posizioni dei Letturati, sebbene non del tutto discordanti, sono state più varie. Alcuni sono stati colpiti (“come un pugno nello stomaco”) dalla descrizione della violenza; altri hanno riscontrato invece una certa superficialità nella trattazione degli eventi, ritenendo inoltre che la reazione di Rosetta, vittima dello stupro, fosse poco realistica.
Nel complesso, il libro è senz’altro piaciuto per la capacità di Moravia di rappresentare la realtà in tutta la sua complessità, mostrando sempre diversi “lati” dei fatti e delle persone.
Le rarissime voci critiche hanno messo in luce un contenuto eccessivamente didascalico, o addirittura moraleggiante, del libro, in particolare con riferimento alla figura di Michele, che è apparsa come il coro delle tragedie greche, la voce dell’autore incarnata in un personaggio che appare fuori contesto.
Da un punto di vista stilistico, la gran parte dei lettori ha apprezzato la scrittura semplice, ma non banale di Moravia. Alcuni, tuttavia, hanno trovato questo stile forzato e artificioso.
Un’ultima chiosa sul film “La ciociara”, tratto dal libro. Qui le divisioni tra i Letturati, eccezionalmente scomparse nella valutazione del libro, sono riemerse; il che vuol dire che, anche questa volta (per ottobre:
www.ilclubdellibro.it/forum/resoconti-de...obre-2020.html#46677
), l’ordine naturale delle cose è salvo e la fine del mondo è lontana.
In particolare, alcuni (io) hanno ritenuto il film una insopportabile semplificazione, banalizzazione e a tratti anche stravolgimento del libro e del suo contenuto. Altri hanno invece ricordato come esso sia annoverato tra i capolavori del Neorealismo italiano.
Terminata la lunga, ma sempre viva discussione, i Letturati hanno votato le proposte per il libro del mese di gennaio.
Nel frattempo, per dicembre, è prevista la lettura di “Ninna nanna” di Chuck Palahniuk.
Un saluto a quei 2-3 che sono arrivati fino alla fine del resoconto!