Ciao! Io mi unisco volentieri ma nn riesco prima di settimana prossima! 

ciao, tra una decina di giorni posso aggiungermi anch'io

Iniziato,ho trovato molto bello il saggio intriduttivo presente nell'edizione Einaudi,"Il non detto: il silenzio di Virginia Woolf" di Hisham Matar, che crea un quadro affascinante della scrittrice, della sua opera, del contesto storico, riflettendo anche sull'espressione delle fotografie che la ritraggono. Ah, che bello esser tornata in questo mondo!

Ho letto alcune pagine della prima parte, l'ambientazione sembra un personaggio a sè tanto emerge dal contesto in cui si svolgono le chiacchiere e la presentazione dei protagonisti. Madre e figli sembrano avere un bel caratterino, e le riflessioni sul matrimonio da parte delle figlie, ovvero che a loro non sembra sta gran cosa dover passare la vita a badare a un uomo, mi ha fatto pensare al film Mona Lisa Smile, che ho rivisto pochi giorni e che da piccola non avevo capito: si svolge negli Stati Uniti negli anni 50 e parla di come le donne all'università studiassero per diventare brave mogli, l'aspirazione e la realizzazione di una vita.

Ciao! Anche io ho l'edizione Einaudi e mi metterò a leggerlo a breve, non vedo l'ora!

ciao, oggi inizio anch'io

Ho letto le prime 50 pagine, come c'era da aspettarsi ci sono molti passaggi in cui bisogna esser concentrati per capire chi sta parlando, o chi sta riflettendo, visto che il punto di vista cambia in modo molto fluido, ma è un tipo di narrazione che non mi disturba, anzi, mi affascina molto. Ho notato come il signor Ramsey incarni un po' gli uomini, i mariti, di cui Woolf parlava ne Le tre ghinee, ovvero, banalizzando, che dietro un grande uomo c'è una grande donna, ma nel senso che è spesso la moglie a dare al marito quella sicurezza che fa sì che lui possa affermarsi nel mondo, che gli fa credere che le sue idee e il suo lavoro abbiano valore e siano indispensabili; o anche, come affermavano le critiche del tempo riportate nel saggio riguardo al diritto di voto, che in effetti le donne probabilmente avevano un ruolo talmente tanto influente sul marito, che anche se non votavano facevano così che il marito votasse quello che pensavano loro, convincendolo che in realtà era una sua idea. Da queste prime pagine mi sembra che il signor Ramsey sia un po' così, un uomo affermato e ammirato, ma che ha il costante bisogno che la moglie gli dica "quanto sei bravo" onde evitare di cadere nella sindrome dell'impostore o in disagi esistenziali. Non ho ben capito se la signora Ramsey si consideri effettivamente inferiore o se è quel che vuol far credere al marito.

Anch'io come Beatrice ho trovato molto bella ed originale l'introduzione al libro presente nell'edizione Einaudi.
nel frattempo sono arrivata a circa la metà del romanzo e metto giù alcune considerazioni.

Ho terminato la prima parte, quindi ho superato anche io di poco la metà e ha colpito anche a me la parte della cena descritta da Silvia. Trovo sia difficile parlare di questo libro, perchè ci sono tanti personaggi, che mi sembra siano però difficili da inquadrare. Sicuramente emerge molto l'interpretazione negativa che ne dà Silvia, sembra veramente che nonostante siano una famiglia e si conoscano da decenni con gli altri amici, siano in realtà tutti degli estranei, che nutrono tutti opinioni piuttosto negative nei confronti di tutti coloro con cui hanno deciso di passare una vacanza e la serata. Però mi sembra che siano più complessi di questo, sia la signora e il signore Romsey, che Lilly e William, che Charles, mi sembra che cambino spesso umore, opinione, corso dei pensieri; partono negativi, ma poi si sentono fragili e bisognosi di quelle persone che gli stanno accanto, che improvvisamente ammirano perchè fanno di fatto parte di loro. Ho veramente difficoltà a inquadrarli e penso tutto il tempo che prima o poi vorrò farne una rilettura, per soffermarmi meglio su alcuni dettagli di questi tortuosi percorsi riflessioni che fanno.

Anche se la seconda parte di questo capitolo si svolge prettamente a casa, continuo a pensare che sia incredibile come riesca a creare un'ambientazione così concreta e coinvolgente, forse è proprio l'ambientazione che permette al lettore di trovare un'armonia tra i vari pensieri di cui è intrisa la narrazione, che risulterebbe altrimenti forse troppo difficile da seguire (penso ai continui riflessi del faro o dell'albero fuori dalla finestra, ma anche al cesto di frutta in mezzo alla tavola, alle descrizioni del cibo, delle scale).

Terminata la seconda parte e....che shock Non mi era ancora capitato di leggere qualcosa di Virginia Woolf con colpi di scena cosí

ho iniziato anch'io la seconda parte e mi piace molto di più della precedente, meno dialoghi tra personaggi slegati tra loro ma parti descrittive immense.
In merito al colpo di scena citato da Beatrice