SINOSSI
Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un'esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.
RECENSIONE
Ambientato nei ruggenti e, aggiungerei scintillanti, anni venti, tra New York e Long Island, la storia è narrata dal punto di vista di Nick Carraway, che ci racconta uno spaccato di vita americana e della sua società benestante. Nick, osservatore acuto e abituato a rimanere alla larga da giudizi e pregiudizi, ci racconterà di un soggetto in particolare: l'uomo che abita la grande, grandissima, casa a due passi dalla sua, e che tutte le sere, anche dopo le colossali feste piene di gente dell'alta società che non conosce, punta lo sguardo verso una lucina verde che si trova dall'altra parte della sua abitazione. Tra Gatsby - così si chiama l'uomo - e la lucina, il mare. Gatsby non è lo spaccone ricco che sembra. È un povero che si è arricchito con i soldi sporchi del contrabbando. E se lo ha fatto è stato solo perché lei, Daisy, la donna di cui da sempre è innamorato appartiene al mondo scintillante e tintinnante fatto di ori, gioielli e lussi di cui lui, adesso, fa parte. È quello lo scopo per cui ha una grande casa, ricca, lussuosa, piena di stanze e di agi, e quello è il motivo di tutte le sfarzosissime feste. Daisy. Gatsby spera di veder entrare, prima o poi, la sua Daisy, dai grandi cancelli che proteggono l'immensa abitazione. E Daisy verrà. Insieme a Nick, suo cugino, e Tom, suo adultero marito. Insieme a loro, Jordan Baker, una giocatrice di golf con cui Nick avrà una breve e impalpabile relazione. Nick, così distante da Gatsby, dal suo modo di fare, dal suo modo di vivere e dal suo modo di essere, rimane comunque affascinato dalla sua figura e dalla sua vita. Tanto che alla fine sarà l'unico – l'unico – a rimanere. Nonostante il libro non sia di facile lettura, in quanto Fitzgerald a tratti non è chiaro e mi ha obbligata alla rilettura di alcuni passaggi, la storia mi ha catturata e travolta. Così breve eppure così potente. È forse questa l'essenza del romanzo? Tutto, ne Il grande Gatsby – storie, amori, sentimenti, affetti – ha durata breve ma un impatto mastodontico.
[RECENSIONE A CURA DI BIBI]
| Autore | Francis Scott Fitzgerald |
| Editore | Feltrinelli |
| Pagine | 230 |
| Anno edizione | 2013 |
| Collana | Universale economica. I classici |
| ISBN-10(13) | 9788807900235 |
| Prezzo di copertina | 8,50 € |
| Prezzo e-book | 3,99 € |
| Categoria | Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico |


Commenti
avevo già letto altrove la sinossi del libro e l'ho già inserito nella wishlist da un paio di mesi. Ho rimandato l'acquisto per timore della possibile "lentezza" della storia. Mi piacciono i libri introspettivi, ma a piccole dosi.
l'hai trovata una lettura pesante, al di là della complessità nella scrittura? (ci sono autori piu' ostici di altri, ma capaci di creare trame che catturano e scorrono ugualmente bene).
Di gran lunga il romanzo più noto di Fitzgerald, "Il grande Gatsby" ha consacrato il suo autore nel pantheon dei grandi romanzieri del Novecento, assicurandogli una fama imperitura.
Ambientato nella fittizia West Egg di Long Island, il libro racconta l’ascesa e la caduta di Jay Gatsby, un uomo che incarna uno dei nuovi "eroi" americani il cui successo è velato da forti legami con l’underworld criminale: dietro la patina di successo e di sogno realizzato si celano origini oscure e fortune dubbie. Protagonista di una parabola emblematica che lo conduce dall’ambizione dell’outsider di provincia alla drammatica disillusione di un mondo all’apparenza innocente e scintillante ma che, in realtà, si rivela corrotto e complesso. Vittima di un’illusione romantica quanto sociale, Gatsby costruisce la sua fortuna finalizzata all’unico obiettivo di riconquistare Daisy Buchanan, simbolo sfuggente di un passato idealizzato.
Fitzgerald utilizza uno stile sobrio, denso, quasi sorvegliato, fortemente simbolico, “che molti critici hanno accostato all’esperienza figurativa dell’imagismo poetico” (Fink, Barozzi, op.cit.). L'ambientazione, collocata all’indomani della Prima guerra mondiale, restituisce una nazione americana ansiosa di lasciarsi alle spalle le angosce e i lutti del primo conflitto mondiale, proiettandosi nell'euforia degli anni ruggenti. È il periodo della crescita economica travolgente, che porta gli Stati Uniti da una condizione, antecedente al conflitto, di forte indebitamento a quella di maggiore potenza creditrice mondiale in qualità di nazione trionfante. In questo contesto, Fitzgerald lega le sue fortune personali e letterarie — amplificate dagli echi dei suoi soggiorni a Parigi e dalla partecipazione alla cosiddetta "Generazione Perduta" — all’effimera gloria di quella che passerà alla storia come l’Età del Jazz.
Ma al di là della trama, "Il grande Gatsby" colpisce per la sua capacità di evocare atmosfere: le feste sfrenate, i tramonti malinconici, l'inquietante presenza della valle delle ceneri — tutto concorre a costruire un mondo che appare splendente, ma che è già sul punto di sgretolarsi.
Tuttavia, nonostante il valore intrinseco dell’opera, Il grande Gatsby fu un insuccesso commerciale al momento della pubblicazione. Molto del disincanto che permea il romanzo, del resto, riflette una disposizione mentale che sarà pienamente riconoscibile nell’età newdealista, quando la disgregazione dei valori tradizionali e l’incrinarsi del sogno americano diventeranno temi centrali nella cultura statunitense. La piena rivalutazione critica e la consacrazione del romanzo avverranno solo postume, dopo la morte prematura dello scrittore.
Secondo i critici dell’epoca gli anni Trenta vedono il declino di Fitzgerald. La sua vita, una volta strettamente legata al brillante fermento degli anni Venti, entrava in conflitto con il nuovo scenario segnato dalla Grande Depressione. In realtà, "Il grande Gatsby", si colloca proprio a cavallo tra il fermento della ripresa postbellica e il crollo economico del 1929: il mondo sfavillante descritto da Fitzgerald — la cosiddetta Golden Age — si avviava verso il tramonto, sostituito da una crisi profonda che avrebbe portato protezionismo, proibizionismo e un dilagare del malaffare.