SINOSSI
«In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House... Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa “che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendentemente dai muratori”; un edificio che “drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità”; una costruzione immune da ogni esorcismo: “un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza”; una casa che si rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità»
RECENSIONE
Quando ho iniziato a leggere questo libro ero convinta di avere tra le mani un horror, però mi sono dovuta subito ricredere: “L'incubo di Hill House” è molto di più. Shirley Jackson ci racconta la storia di Eleanor, una donna convinta di non aver mai veramente vissuto la sua vita, che si lascia convincere dal Prof. Montague a prendere parte ad un gruppo di ricerca sui fenomeni paranormali che, si dice, accadano dentro Hill House e quindi a passare alcune settimane dentro la Casa. In realtà però dopo pochissime pagine ci si rende conto che è la casa stessa ad essere il fenomeno paranormale; la casa è viva e sente la solitudine di Eleanor. Il libro mi è piaciuto moltissimo, la scrittura di Shirley Jackson è molto evocativa, riesce a far immergere perfettamente il lettore anche nelle situazioni più irreali, creando un senso costante di angoscia che però non è dovuta ad una storia particolarmente paurosa. Quello che forse può lasciare perplesso il lettore è la assoluta mancanza di spiegazioni su ciò che accade nel libro, ma in questo caso penso che lasciare tutto volutamente vago faccia parte del fascino di questa storia: l'autrice lascia libero il lettore di formarsi una propria opinione su quello che viene raccontato. Nella dedica del suo libro "l'incendiaria” Stephen King scrive: "A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce": secondo me questa frase descrive perfettamente l'essenza di questa scrittrice.
[RECENSIONE A CURA DI ANNA96]
Autore | Shirley Jackson |
Editore | Adelphi |
Pagine | 233 |
Anno edizione | 2016 |
Collana | Gli Adelphi |
ISBN-10(13) | 9788845930959 |
Prezzo di copertina | 12,00 € |
Prezzo e-book | 6,99 € |
Categoria | Horror - Thriller - Mistero - Gotico |
Commenti
Il mio romanzo preferito, da quando avevo 14 anni, è il suo "Abbiamo sempre vissuto nel castello."
Ho trovato fantastica la tecnica narrativa in cui si sovrappongono indifferentemente la relazione del narratore e il pensiero della protagonista Eleanor. Nel libro, si accenna ben due volte alle letture del professor Montague: "Pamela" e "Clarissa" di S. Richardson e vi ritrovo in parte la stessa sovrapposizione narrativa. Stupendo!
Infine, credo che questa lettura ci costringa a guardare dentro di noi.
La casa di L'incubo di Hill House mi è sembrata "umana" e capace, quindi, di interagire con gli abitanti e questa dimensione mi ha entusiasmato!
Insomma, un gran bel libro!