SINOSSI
Spesso separati da altri immigrati a causa della loro lingua, gli immigrati italiani a New York nel 1880 formavano delle comunità isolati dai loro nuovi vicini. Tendevano a pensare a se stessi collettivamente come una piccola colonia italiana, "La Colonia," che faceva parte della demografia della città. In ognuno dei cinque distretti della città, gli italiani hanno creato molte colonie. Alcune di loro punteggiavano Manhattan: East Harlem, il West Village, quello che ora è SoHo, e la zona del Lower East Side, a nord e a sud di Canal Street, che identifica ancora La Piccola Italia di Manhattan, il più noto quartiere italiano di tutta l'America. La Piccola Italia è costituita da splendide fotografie trovate in numerose collezioni private e pubbliche. Si comincia con la prima ondata di immigrati a Lower Manhattan agli inizi del 1800, inclusi i rifugiati politici e religiosi come Lorenzo Da Ponte e Giuseppe Garibaldi. Nel 1870, sempre più immigrati italiani si stabilirono nella Piccola Italia. Quando il quartiere è cresciuto attorno alle vecchie Anthony e Orange Streets, la prima "Piccola Italia" di New York emerse. La storia tumultuosa della zona di Cinque Punti, il "Sanguinoso Vecchio 6th Ward," e molte facce e ricordi dai giornali italiani, L'Eco d'Italia e Il Progresso Italo-Americano, sono inclusi in questa tanto attesa storia pittorica.
RECENSIONE
Amo conoscere le origini di un popolo, quali motivi lo abbiano spinto a emigrare, magari come spesso accade dal sud verso il nord. Mi domando spesso il perché, quali siano le ragioni che spingono un uomo, una donna, una famiglia a lasciare la propria terra per l'ignoto. Cosa li spinga veramente a farlo, quale sia stato il loro vissuto nelle diverse fasi di adattamento. Queste, come tante altre, sono le domande che mi passano spesso per la mente quando mi guardo attorno e vedo con piacere tantissima gente proveniente da ogni parte del mondo. Sono italiana e fiera di esserlo, faccio parte della nuova generazione di emigrati, i cosiddetti cervelli in fuga, e mi chiedo spesso come si siano sentiti i miei connazionali salpati per l'America più di un secolo fa alla ricerca di fortuna. Passeggiando tra le vie di Manhattan, ci si chiede perché esista il quartiere "Little Italy", cosa abbiano veramente vissuto tutte quelle persone che sono sbarcate a Ellis Island. Ebbene, La Piccola Italia (Little Italy NY, nell'edizione inglese) è una raccolta fotografica che permette solo di dare qualche risposta alle mie innumerevoli domande, tuttavia trovo sia un ottimo punto di partenza per capire come noi italiani ci siamo distinti nei secoli. Devo dire che mi rende orgogliosa leggere del dottor Vincenzo Sellaro, medico partito dalla Sicilia per l'America a fine '800, ad appena due anni dalla sua laurea in medicina, e di quello che è riuscito a creare con l'aiuto di altri professionisti (farmacisti, scultori, avvocati, barbieri): una vera e propria associazione volta ad aiutare tutti gli immigrati italiani, i quali spesso non parlavano inglese ed erano analfabeti. È interessante vedere come realmente siano riusciti a creare la loro piccola Italia oltreoceano, attraverso la creazione di innumerevoli giornali scritti in italiano e per gli italiani, ma anche teatri, tantissime banche per aiutare i propri connazionali, chiese, vari negozi e alimentari con veri prodotti italiani. È doloroso leggere del quartiere italiano come di un ghetto, ma credo sia sempre stato per tutti gli immigrati in ogni parte del mondo, non solo italiani. Ciò che mi domando è come tante di queste persone siano riuscite a creare tutto questo, magari partendo dal proprio paese di origine disperati, senza grandi competenze e senza un soldo in tasca. Come hanno fatto fortuna? Come mai oggi non è più possibile riuscire come a quel tempo? Quanto dobbiamo lavorare per smarcarci dagli altri? E perché oggi questo grande quartiere si è assottigliato ad una sola strada? Queste e tante altre sono le domande che mi rimbalzano in testa, magari un giorno riuscirò a rispondere ad alcune di queste, ma di sicuro sto iniziando a farmi una idea e a elabore i fatti. Ad ogni modo, consiglio a tutti coloro che, come me, amano la propria terra di dare un'occhiata a queste foto, magari potrebbero essere lo spunto per una tesi di laurea o per altre riflessioni.
[RECENSIONE A CURA DI CARNEMOLLA]
| Autore | Emelise Aleandri | 
| Editore | Arcadia Publishing | 
| Pagine | 130 | 
| Anno edizione | 2012 | 
| Collana | Images of America | 
| ISBN-10(13) | 9780738592701 | 
| Prezzo di copertina | 30,50 € | 
| Categoria | Realistico - Cronaca - Saggi - Biografia | 

                        
                        
                        
                        
	