SINOSSI
Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l'uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l'altra con il desiderio di radunare per un ultimo Natale i tre figli che ha allevato secondo le regole rigorose e i valori dell'America del dopoguerra, attenta a correggere ogni deviazione dal giusto. Ma i tre figli se ne sono andati sulla costa orientale: Gary, dirigente di banca, è vittima della depressione e di una moglie infantile e testarda; Chip ha perso il posto all'università per comportamento sessuale scorretto; Denise, chef di successo, conduce una vita privata molto discutibile secondo i Lambert.
RECENSIONE
Se la citazione tolstojana "tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo" può sembrare inflazionata, Franzen ci dimostra come qui invece sia una considerazione non solo sempre attuale e adatta a descrivere la complessità delle dinamiche famigliari, ma anche tuttora in grado di fornire innumerevoli spunti di riflessione sul tipo di famiglia che abbiamo, da cui veniamo, che abbiamo costruito o a cui ci siamo uniti. L'aggettivo che descriverebbe la famiglia Lambert è forse "disfunzionale", perché l'autore è maestro nel presentarci ciascun componente, con il suo carattere, la sua storia e, soprattutto, le sue debolezze, in relazione al rapporto che ha con gli altri componenti della famiglia. Ne viene fuori una narrazione forse a tratti prolissa, ma sicuramente cerebrale, impegnativa dal punto di vista psicologico anche per il lettore, che entra nei traumi più o meno significativi che hanno caratterizzato l'esistenza dei protagonisti, entra all'interno della famiglia, percependo il senso di disagio che si deve respirare in quella casa. I personaggi sono principalmente tutti negativi, forse perché normali, ma messi a nudo, il lettore conosce gli aspetti più meschini, le debolezze più egoistiche, che risultano sì realisitche, ma rendono la narrazione in gran parte poco piacevole. È impossibile non provare sensazioni negative nel leggere le frustrazioni di Enid, il suo egocentrismo così poco adatto al ruolo di madre, il suo continuo voler monipolare per aspirare a una vita che non esiste perché lei ha impedito che si creassero le condizioni per essa, ma non vuole accettarlo, preferisce non vedere; è impossibile non provare avversione per le scelte di vita di Alfred, disagio per la situazione di Gary, non pensare a Chip come a un fallito, a Denise come una egoista che, con la scusa che i genitori devono essere liberi di fare quello che vogliono, li lascia a loro stessi, lavandosene le mani. 
 È un libro che fa riflettere su quanto sia difficile svolgere in modo giusto un ruolo che ci è stato assegnato, che ci inserisce in una struttura predefinita su cui in parte non abbiamo potere, in parte neanche ci interessa dal momento che non ci rappresenta. Forse, però, si legge anche un po' di speranza tra le righe: i protagonisti risultano così fastidiosi perché avrebbero in potenza la possibilità di cambiare le cose, di rivelarsi delle persone migliori e dimostrare la volontà a migliorare, a "correggere" le cose, ma preferiscono non farlo. È quindi spesso, non sempre, una nostra scelta decidere se vivere un rapporto disfunzionale o funzionare e trovare l'equilibrio che permetterebbe di vivere una storia più piacevole da leggere.
[RECENSIONE A CURA DI BIBBAGOOD]
| Autore | Jonathan Franzen | 
| Editore | Einaudi | 
| Pagine | 604 | 
| Anno edizione | 2014 | 
| Collana | Super ET | 
| ISBN-10(13) | 9788806219550 | 
| Prezzo di copertina | 15,50 € | 
| Prezzo e-book | 6,99 € | 
| Categoria | Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico | 

                        
                        
                        
                        
	