SINOSSI
Scritto quasi di getto in soli due mesi tra il 1887 e il 1888, Pierre e Jean è una delle più riuscite prove dell'arte di Maupassant. Quando due fratelli, animati da una forte rivalità reciproca, si trovano improvvisamente divisi a causa di un'eredità, gelosia e sospetto travolgono l'anima sensitiva e solitaria di Pierre, il maggiore, escluso dalla successione. Ma la verità, dolorosa e inesorabile, emerge lentamente in un crescendo di angoscia: Jean, il minore, è figlio adulterino. Il destino dei due giovani giunge presto al suo estremo compimento. Jean, perdonata la madre, si sposa e rientra nell'ordine borghese, mentre Pierre - nella cui filigrana si intravede l'ossessione di Maupassant per la sua condizione di illegittimo -, afflitto dall'assurdo fardello di un'espiazione che non gli appartiene, rompe definitivamente i ponti con il passato.
RECENSIONE
Il tema della rivalità fra fratelli e vecchio come il libro per eccellenza, la Bibbia, dove ci viene narrata la storia di Caino ed Abele che tutti conosciamo. Ma vi è un'altra rivalità tra fratelli, sempre nell'antico testamento, quello fra Giacobbe ed Esau, che per un piatto di lenticchie vende al fratello minore i suoi diritti sulla primogenitura, salvo poi a pentirsene e creando un clima per il quale Giacobbe dovette abbandonare la casa paterna e rifugiarsi dallo zio. Sempre nell'antico testamento abbiamo i fratelli maggiori che vendono Giuseppe (l'amato dal padre) e lo abbandonano nel deserto. La gelosia fra i fratelli è diventata un archetipo ormai. In questo libro Maupassant fa vivere la sua ossessione di essere un bastardo al punto di credere che la sua bella madre abbia avuto in gioventù delle intimità con Flaubert. Il romanzo ha descrizioni realistiche riguardo le gite in barca che la famiglia Roland compie a bordo del loro piccolo bastimento. La maggior parte delle pagine descrive la rabbia ed il malumore di Pierre, che vede in ogni cosa che il fratello riesce a procurarsi con i soldi dell'eredità, qualcosa di sottratto a lui: uno studio per fare il medico, una casa, la possibilità di rendersi autonomo dalla famiglia. Pierre assale continuamente la madre per farsi dire il perché di quella eredità data tutta al fratello. La madre nega ci sia un nesso particolare fra l'amico di Parigi che ha lasciato l'eredità e Jean. Pagine commoventi sono quelle in cui la madre, una volta confessato, mendica il perdono di Pierre. Alla fine bisogna porre rimedio a questa insopportabile tensione familiare. Jean riuscirà a porvi fine trovando una via d'uscita: la separazione di Pierre dal resto della famiglia. Ho trovato questo romanzo bellissimo: Pierre l'uomo solo e solitario che si interroga in continuazione e non è capace, accecato dalla gelosia, di accettare la fortuna del fratello, di accettare l'unico vero amore della madre, che sposata ad un uomo arido ed egoista ha avuto l'unica cosa bella dalla vita e cioè l'amore di un altro uomo. Per chi ama il classico e la letteratura consiglio la lettura di questo romanzo come degli altri dello stesso autore, che mi si sono rivelati, prima sconosciuti, come dei grandi capolavori, molto moderni.
[RECENSIONE A CURA DI GRAZIELLA]
| Autore | Guy de Maupassant |
| Editore | Garzanti Libri |
| Pagine | 144 |
| Anno edizione | 2008 |
| ISBN-10(13) | 9788811360513 |
| Prezzo di copertina | 8,00 € |
| Prezzo e-book | 2,99 € |
| Categoria | Classico - D'ambiente - Storico |

