Ma ecco il migliore di tutti: Maupassant! Una vita, Pierre e Jean, Forte coma la morte: uno più bello dell'altro, come contenuto e come stile. Un poeta che scrive in prosa: io non amo la poesia, ma qui non si può davvero rimanere indifferenti, di fronte a tanta (tragica) bellezza! 
Ma se devo essere sincero, io conservo una netta preferenza per il Maupassant più intimista di Una vita, o Pierre e Jean, o ancora di Forte come la morte, in cui ho trovato pagine e vicende indimenticabili, di una bellezza sconvolgente e profondamente commoventi. Anche in Bel Ami è però chiaramente riconoscibile il fine psicologo, impareggiabile nella descrizione della complessità dell'animo umano, sia maschile, sia femminile.
Riprendo le due osservazioni fatte da Lorenzo nella discussione sulla letteratura francese per commentare
Pierre e Jean, romanzo breve terminato in pochi giorni. Non avevo mai letto niente di Maupassant e in generale poco di letteratura francese classica, e sono contenta di aver ampliato i miei orizzonti proprio con questa opera.
Ho trovato nelle 140 pagine da cui è composta una complessa intensità di temi e sensazioni, così ben costruiti ed intrecciati da coinvolgere completamente il lettore.
La trama è scarna: la rivalità già esistente tra due fratelli supera il limite quando un ricco amico di famiglia lascia tutta la sua eredità ad uno dei due. Da qui parte la tormentata descrizione, mai noiosa, della forte gelosia del fratello trascurato, che passa da stati d'animo molto contrastanti col fine di nascondere a sè stesso i sentimenti meschini che lo fanno stare male.
Fino al momento in cui non si scopre che parte dei motivi che lo spingono ad arrabbiarsi di fronte all'eredità toccata al fratello, abbia in realtà un fondamento, ho trovato il comportamento di Pierre da brivido. Una gelosia così totale nei confronti del fratello con cui è cresciuto, il voler reagire dimostrando che lui in realtà è il migliore, il paragonarsi in modo così angosciante al fratello, il distruggersi di invidia. Quando poi si scopre che alcuni sui dubbi erano sensati, fa apparire però anche sofferenza genuina, malinconia.
Tuttavia, i pensieri che fa rimangono sconfortanti. In generale, tutta la famiglia è profondamente malata per quanto rigaurda i sentimenti; forse giusto il padre, dipinto come uno zotico, stupido, volgare, sempliciotto, è quello più autentico, colui che si rallegra per le sorti dei figli, che nota che la moglie non sta bene e che uno dei figli è cambiato. Ma madre e figli sono sconfortanti. La madre di fatto ne sceglie uno, allontando l'altro perchè scomodo. Jean rinnega 25 anni di vita, mette in discussione la famiglia che lo ha cresciuto, anzi, addirittura pensa che ha in realtà sempre saputo di esser diverso ed è contento di liberarsi di padre e fratello. Pierre ancora peggio, reagisce al tradimento rinnegando tutti e tre. Insomma, bella botta di emozioni in 140 pagine!
Calvino al riguardo ha detto: "Questo senso di solidità tranquilla d'una società che espelle l'elemento perturbatore, che allontana da sè la propria coscienza infelice, è ciò che Pierre e Jean riesce a comunicare con perfetta evidenza dalla prima all'ultima pagina. " Esattamente! Veramente da brivido.
Questo evolversi di sensazioni acquisisce una forza maggiore grazie all'ambiente in cui si svolge la storia: i protagonisti sono un tutt'uno con i luoghi che li circondano, è il loro habitat naturale in cui le loro personalità emergono con forza. In particolar modo il mare (si svolge a Le Havre) ha un ruolo secondo me centrale: il voler guardare verso orizzonti più lontani, ma insieme aver paura dell'incertezza; il bisogno di camminare sulla spiaggia o al porto per far calmare i propri pensieri.
Una cosa che non mi ha entusiasmato molto è la misogenia di alcune parti: non è troppo grave perchè sia i tempi erano diversi, sia nella storia il ruolo della madre e delle sue scelte è di fatto determinante. Tuttavia, la generalizzazione di espressioni riguardo la bassezza delle donne non sono proprio il top.
Insomma, mi ritrovo perfettamente nelle parole di Lorenzo ed è un libro sicuramente consigliato: breve e intenso!