SINOSSI
Il 19 novembre del 1919 apre i battenti la libreria parigina più famosa al mondo: la Shakespeare and Company. Nelle vetrine fanno bella mostra di sé le opere di Chaucer, di T.S. Eliot e di Joyce mentre alle pareti sono appesi i disegni di Blake, i ritratti di Whitman e Poe e due fotografie di Oscar Wilde in brache di velluto. A dare vita a tutto questo è l'americana Sylvia Beach, un uccellino di donna che fuma come un turco e che sognava di aprire una libreria francese a New York, prima che l'amicizia con Adrienne Monnier la spingesse a dare vita a una libreria inglese a Parigi. André Maurois è uno dei primi a fare gli auguri alla neonata libreria, portando una copia del suo piccolo capolavoro appena pubblicato: "Les silences du Colonel Bramble". Ezra Pound, fuggito dall'Inghilterra con la moglie Dorothy, si offre di riparare una sedia e diventa un cliente abituale. E ovviamente non può mancare il punto di riferimento degli americani a Parigi, Gertrude Stein, con l'inseparabile Alice B. Toklas. Shakespeare and Company diventa presto una tappa imprescindibile per tutti quei pellegrini degli anni Venti che attraversano l'oceano e si stabiliscono a Parigi, creando una colonia americana sulla Rive Gauche. Ma anche per coloro che, non potendo permettersi l'acquisto di volumi importati, si accontentano di prenderli in prestito. La tessera per abbonarsi vale, per gli scrittori dalle speranze in boccio, quanto un passaporto e, benché la regola dica che non si possono ritirare più di uno o due libri alla volta, Hemingway la infrange spesso portandosene via una mezza dozzina, e Joyce ne prende delle sporte intere, riportandoli dopo anni. Ed è proprio a Joyce, e alla pubblicazione di "Ulysses", che è legato uno dei capitoli più interessanti della Shakespeare and Company. Nell'estate del 1920, quando la libreria non conta ancora un anno di vita, in Inghilterra Harriet Weaver, pioniera joyciana e direttrice della rivista YEgoist, ha già combattuto e perso la sua battaglia per l'"Ulysses". Nessuno vuole assumersi il rischio di pubblicarlo, «Al solo sentire il nome di Joyce i tipografi inglesi scappavano come il diavolo davanti all'acqua santa», temendo conseguenze penali. Solo una persona, intuendo l'alto valore letterario di quello che è destinato a diventare uno dei capolavori indiscussi del Novecento, è disposta a rischiare il tutto e per tutto per darlo alle stampe: Sylvia Beach. Testimonianza di prima mano della libreria più famosa e culturalmente più importante del mondo, "Shakespeare and Company" è un libro pieno di aneddoti e di retroscena sulla vita di celebri scrittori della Parigi degli anni Venti e Trenta. Prefazione di Livia Manera.
RECENSIONE
La storia che Sylvia Beach racconta in Shakespeare and Company è una storia pressoché singolare: aprire una libreria americana a Parigi perché viceversa, ovvero una libreria francese a New York, è decisamente troppo costoso. Parigi, di fatto, è una città "accessibile" nel primo dopoguerra, non a caso si viene a creare un grande fermento culturale. Tra le pagine di questo libro, quindi, si fa la conoscenza di tanti artisti del periodo. Scrittori, musicisti, pittori e artisti di ogni genere: prima o poi tutti varcano la soglia della piccola (ma fornita!) libreria in rue de l'Odéon, sulla Rive Gauche. Sembra quasi esserci un vero e proprio pellegrinaggio. Ecco, proprio quest'aspetto è ciò che più ho apprezzato in questa lettura; questo grande coinvolgimento culturale, dove tutti gli artisti sembrano interconnessi e attirati dalla curiosità di conoscere, di sapere, di esprimere. Ho amato la sana follia della Beach, donna coraggiosa e audace, che, ad esempio, pur conoscendo i pericoli che ne avrebbe comportato la pubblicazione di un testo come l’Ulysses di Joyce, non si perde d'animo e combatte una vera battaglia per quello che lei ritiene essere un testo che non può non vedere la luce. E che storia incredibile, quando la nostra protagonista descrive che sul finire del 1921, un giovanotto a cui voleva bene e che non dava nessun fastidio, altri non era che Ernest Hemingway. Shakespeare and Company, già dalle prime pagine, riesce a coinvolgere il lettore e lo sprona molto spesso ad effettuare qualche ricerca su questo o quell'altro artista. Con la sua biografia, la Beach riesce a trasmettere la sua passione ed il suo amore per la letteratura e per l'arte in generale. Riesce a coinvolgere anche chi, come me, preferisce il romanzo al saggio o alla biografia. La suddivisione in brevi capitoli e paragrafi, aiuta il lettore a riflettere su quel che legge. Personalmente mi son detta: quante cose non conosco, quanti autori a me sconosciuti mi permette di scoprire, quanta libertà e quanto fermento culturale c'è nella Parigi che la Beach descrive. Si respira un'aria bohémien, di scambi di vedute, a volte anche accesi! Insomma, per chi ha voglia di immergersi in un mondo di altri tempi, Shakespeare and Company è la lettura giusta.
[RECENSIONE A CURA DI GISELLA]
Autore | Sylvia Beach |
Editore | Neri Pozza |
Pagine | 282 |
Anno edizione | 2019 |
Collana | Biblioteca |
ISBN-10(13) | 9788854517073 |
Prezzo di copertina | 14,50 € |
Categoria | Realistico - Cronaca - Saggi - Biografia |