Intervistato prima di sapere di avere vinto il premio, Veronesi ha detto "L'atto di leggere o scrivere un romanzo è un atto borghese". Cosa ne pensate?
Non ho la minima idea di cosa possa aver voluto dire con una frase che magari gli sembrava profonda

. Sicuramente non si riferisce alla classe sociale, visto che ci sono tanti scrittori provenienti da ceti più "poveri" e tanti provenienti da ceti "ricchi". Quindi farà riferimento a qualche caratteristica degli atti borghesi, e a me non dice nulla
Ho letto qua e là della discussione Augias-Perella durante la serata della premiazione a proposito del
me too e in generale sul fatto che molte scrittrici vengano bollate come femministe semplicemente per alcune idee che decidono di esprimere nei loro romanzi, e non vengono considerate prima di tutto scrittrici. Il discorso è stato affrontato anche dal Podcast di radiocapital di Michela Murgia e Edoardo Buffoni, che si è concluso con un'intervista a Veronesi. Vi lascio inbasso il link, circa al minuto 0:33 si parla di Perella/Augias e del me too (eh vabeh, è un tema in cui la Murgia ci sguazza e si vede), mentre circa al minuto 1:20 inizia l'intervista a Veronesi, che dice tra le altre cose:
"A me sembra strano - perche' avevo una percezione diversa - che di 74 edizioni solo 12 sono state vinte da donne. Avevo un'altra impressione.[..]
- Se uno guardasse il palmares dello Strega penserebbe che in questo paese le donne leggono ma non sanno scrivere. [..]
Pero', a non vedere il palmares, e a pensarci e basta, a me vengono prima in mente i nomi di donne che quelli di uomini. Morante, Maraini, Mazzucco, Mazzantini, Helena Janeczek. E le ho dette cosi a caso. E invece ce ne sono altre 7 e basta. Tra cui Maria Bellonci che l'ha fondato. Quindi, abbiamo un problema Houston."
Non bisogna essere per forza femministe o di parte per riconoscere questa realtà. E anche se Veronesi non ha scoperto l'acqua calda affermando ciò, trovo comunque interessante mettere nero su bianco e in modo concreto questo problema. Il pubblico dei lettori è per la stragrande maggioranza femminile, il gruppo degli scrittori per la stragrande maggioranza maschile. Rispetto a tante altre professioni, non credo che questo possa avere a che fare col fatto che le donne siano bloccate nella carriera a causa delle scelte che si ritrovano a dover fare (la famiglia), e in realtà di base dovrebbero avere più competenze socio-comunicative degli uomini, e quindi riuscire a farsi più pubblicità ed inserirsi. Quindi non so proprio da cosa possa dipendere. Facendo un esempio in un campo che conosco meglio, la stragrande maggioranza di chi studia lingue e letterature straniere o traduzione/interpretariato è femminile, ma anche la stragrande maggioranza di traduttori e interpreti sono donne. Quindi vedo nel rapporto di genere "lettori vs scrittori" qualcosa che in effetti stona.
Nel podcast Veronesi e la Murgia spiegano anche alcuni lati positivi dello Strega, oltre il poter bere un liquore (disgustoso) nelle varie serate. Lo Strega rappresenta un enorme aiuto per le case editrici (ovviamente per le vincenti, ma anche le altre in gara i fanno un'ottima pubblicità) e moltissimi non lettori decidono di leggere il libro vincente o anche i finalisti per la grande pubblicità che vi è dietro, rappresentando per molti l'unica occasione di lettura dell'anno. Ho letto di lamentele riguardo al fatto che il premio lo vincano sempre le solite case editrici grandi, ma la nave di teseo, anche se non piccola, non mi sembra chissà che grande gruppo editoriale e ben venga quindi se ha ottenuto un riconoscimento che le permetta di portare avanti il suo lavoro di casa editrice indipendente. Quindi, anche se il premio in sè dice poco sulla qualità di un'opera, il significato del premio è in effetti più grande e ben venga ci sia e sia tanto pubblicizzato.
Qui il link al podcast:
www.capital.it/programmi/tg-zero/podcast...7-2020-3/?refresh_ce