Federico, come già dovresti sapere, non è un problema essere in disaccordo su un argomento o su un libro, non è la prima volta che la pensiamo in modo diverso e non sarà l'ultima, anzi sono più le volte che la pensiamo in maniera opposta che quelle in cui viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. Non mi pare che sia mai stato un problema. Stavolta, però, non ho apprezzato alcuni modi e termini che hai usato con me perché più che opinioni (ribadisco, legittime) sembravano altro, tutto qui.
Per quanto riguarda il romanzo, non ho detto che Jean corteggia la vedova perché piace a Pierre. Ho detto che Jean sa che la donna piace anche a Pierre, ma sostanzialmente se ne frega: non fa né un passo indietro, levandosi di torno e quindi dando spazio al fratello, né dice al fratello di levarsi lui di torno... insomma non affronta davvero Pierre per chiarire la situazione su chi dei due deve corteggiare la vedova. Per me, se due persone sono davvero interessate alla stessa terza persona, sono rivali in amore indipendentemente dal tipo di corteggiamento adottato (sguardi, fiori, parole, serenate, ecc.) e Pierre e Jean si contendono la stessa donna, tant'è che poi Jean fa la proposta di matrimonio che, chiaramente, non farebbe se non fosse seriamente interessato.
Inoltre, se due fratelli si contendono la stessa donna sapendo di contendersela, devono affrontarsi prima che la situazione esploda, altrimenti il litigio (se non la rottura) è inevitabile. Il chiarimento è impensabile possa venire da Pierre, visto il suo carattere, quindi il passo dovrebbe farlo Jean che, però, non fa nulla. Perché? Per evitare conflitti? Impossibile che non pensasse che ci sarebbero stati dopo, conoscendo Pierre, quindi secondo me non affronta sul serio l'argomento perché non gli importa granché del fratello né del rapporto che ha con lui. Non gli importa di salvare nulla né prima (in campo sentimentale) né dopo (in campo materno).
Io continuo a vederci rivalità tra i due, solo che è diversa dal tipo a cui siamo abituati perché non c'è una vera battaglia o gara, non si mettono in mostra entrambi, ma sono comunque antagonisti e in modi diversi: sono rivali in amore fin dall'inizio, sono rivali per l'affetto della madre alla fine e, in un certo senso, seppur inconsapevolmente e per colpa della madre, pure l'appartamento è stato conteso tra i due. Se, come arma di attacco/difesa/comunicazione, Pierre usa le emozioni come rabbia e turbamento, Jean al contrario usa la razionalità opportunistica e alla fine non si comporta come un fratello deve comportarsi: invece di appianare le situazioni "Pierre e Jean" e "Pierre e madre", pensa bene di esiliarlo. Io questa cosa non la vedo per niente bene né normale perché non è così il rapporto tra fratelli: si litiga, certo, ma nessuno che provi affetto manderebbe in esilio l'altro per levarselo di torno e nessuno accentrerebbe su di sé l'affetto materno levandolo all'altro fratello (qui la colpa è anche della madre, è chiaro, ma un figlio dovrebbe cercare di appianare i litigi nati tra un genitore e il fratello). Sinceramente io non vedo un Jean serafico, innocente e tranquillo nei confronti di Pierre perché, se lo fosse davvero, non si comporterebbe come ha fatto. Continuo a inquadrarlo come un antagonista, "passivo" e che non palesa, ma è sul finale che si mostra. Quindi, tanto tema secondario o marginale a me non sembra.
Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.
Otello - William Shakespeare