Sabato, 06 Settembre 2025

"La casa di campagna" di John Galsworthy

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26/05/2021 09:03 #53001 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La casa di campagna" di John Galsworthy
Finito da un po' e anche a me Galsworthy ha convinto, però questo romanzo mi ha lasciato un po' insoddisfatta; è vero che è relativamente breve, ma la storia mi sembra più un racconto per come è sviluppata, nonostante alla fine siano più di duecento pagine. Non sono riuscita a entarre troppo nella narrazione, e mi sembra che la parte finale si risolva molto velocemente, senza effettivamente approfondire come le varie parti reagiscono al cambiamento della situazione. Però mi è piaciuto il suo modo di narrare, i temi che affronta e come li affronta, e leggerei sicuramente altro di lui.


Sull'interpretazione di Giorgia riguardo ad Hellen non so, a me non ha dato molto questa impressione, ma forse perchè appunto mi sembra che la parte finale si concluda troppo velocemente e lascia troppo spazio all'interpretazione. Leggendo quel che ha scritto Giorgia ho pensato che in effetti la sua interpretazione può avere senso, ma mentre leggevo Hellen mi sembra in realtà abbastanza superficiale, fin dal principio. Una donna che sa di esser diversa e a cui fa piacere che si parli di lei come una che posa creare scandalo. Però il suo personaggio mi sembra molto "misterioso", quindi non saprei proprio. 

Anche secondo me i protagonisti sono i genitori e soprattutto la madre è piaciuta anche a me, lei sì una donna molto moderna, che vuole guardare in faccia la realtà con pragmatismo  e liberandosi delle finzioni socali, ma nel rispetto di chi invece vi crede. Horace secondo me non è cattivo, è purtroppo troppo figlio del suo tempo e quindi completamente immerso nell'angoscia di voler apparire.
George mi è sembrato piuttosto insipido, mentre nel commento di Giorgia su Gregory mi ritrovo anche io. é un personaggio positivo, che si batte per i piu sfortunati e a cui non interessano le apparenze, però non riesce a prendere le distanze tra la realtà e ciò in cui crede, anche se i suoi intenti nobili vengono confermati nella sua tenacia a volee trovare la soluzione migliore per Hellen.

Non son sicura di esser soddisfatta del titolo. Secondo me  Londra viene descritta meglio della casa di campagna, il significato della casa di campagna viene fuori da alcune osservazioni della madre su come alcuni pregiudizi continuino ad essere più forti in campagna che in città, o su come in campagna si abbia la sensazione di non vivere. Ma secondo me l'autore poteva soffermarsi un po' piu su questo aspetto, mi sembra solo un po tratteggiato e non paricolarmente originale.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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26/05/2021 09:24 #53002 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "La casa di campagna" di John Galsworthy
Helen è un personaggio misterioso, in effetti, Galsworthy poteva scrivere due pagine in più :D
Per quanto riguarda il titolo, credo che si riferisca più che altro alla mentalità o, molto più probabilmente, è in relazione al personaggio di Margery. E' vero che Horace è molto legato ai possedimenti (più che alla casa) e a quella mentalità, stessa cosa anche il reverendo, ma è in Margery che, secondo me, si nota la vera "appartenenza". Lei crede di non appartenere alla campagna, poi va in città ed è un pesce fuor d'acqua, quindi ritorna e si sente effettivamente a casa... e, dopotutto, è lei che cura da sempre il giardino di casa, è sempre lei ad assere davvero legata ai cani, Galsworthy ci dice almeno due volte che lei profuma di fiori e mi pare sia stato l'unico personaggio a essere stato messo, in qualche modo, in relazione con il ciclo e il tempo climatico... insomma, tutte cose che a me sanno di contatto con la natura, tipica da casa di campagna. Poi, guardando alla fine, forse anche in lei prevale un po' la mentalità di salvare le apparenze e quindi va a parlare con il capitano Bellow anche per questo (c'è da dire che ormai non c'era molto da fare per la coppia di amanti, per cui ci stava pure salvare il salvabile).

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

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27/05/2021 08:29 #53012 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La casa di campagna" di John Galsworthy
Sì, hai ragione, come accennavo anche io e come hai argomentato meglio te, la dicotomia compagna-città si vede benissimo in come Margerie si relaziona a queste due realtà. La campagna le sembra monotona, forse un po' opprimente con tutte quelle apparenze, ma alla fine è il posto a cui lei di fatto appartiene e in cui si sente a casa. Questo però non le impedisce di uscire da quell'ambiente e guardare in modo diretto un'altra realtà, cosa che invece non è in grado di fare il marito, il quale interpreta il mondo in base a solo quel che conosce.

Il reverendo incarna ancor meglio la chiusura di mentalità di quella fetta di società, non mettendo in discussione che quel che ha sempre visto per decenni sia giusto e debba continuare ad essere considerato giusto, senza zone grigie, solo opinioni nette per partito preso. Il modo in cui affronta l'ennesimo parto della moglie è simbolo di come lui, come anche Horace, preferiscano non vedere la realtà per poter continuare a vivere nelle proprie convinzioni.

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Ringraziano per il messaggio: mulaky

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05/04/2022 18:03 #58670 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic "La casa di campagna" di John Galsworthy
A quasi un anno di distanza, ho recuperato una lettura che avevo lasciato indietro.

Avendo letto ora i commenti di chi mi ha preceduto, scopro d’aver ricavato più o meno le medesime impressioni. Il romanzo in effetti è piacevole, anche se il finale lascia un po’ troppe cose in sospeso. O forse no, nel senso che shakespearianamente l’intera vicenda si potrebbe forse riassumere con il detto “molto rumore per nulla”.

L’intento dell’Autore è sostanzialmente quello di ironizzare "sui tanti vizi e le poche virtù" di quella classe sociale cui lo stesso Galsworthy apparteneva. Intento direi pienamente riuscito, anche se a scapito dello sviluppo di una storia che sul finale pare quasi afflosciarsi su se stessa.

Nel complesso, ho apprezzato molto lo stile e un po' meno il contenuto; e sotto questo aspetto, La Casa di Campagna mi ha ricordato i romanzi della Von Arnim, che come un giardino in fiore emanano sempre un piacevole profumo, destinato però a svanire piuttosto velocemente.    
Ringraziano per il messaggio: mulaky

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