Ho finito di leggere questo libro sabato e la conclusione è che non mi è piaciuto. Questo romanzo non mi ha trasmesso granché, salvo qualche frase di Maugham che mi ha dato da pensare, ma pure quelle sono poche. Ho pensato si trattasse di una primissima opera dell'autore e che quindi fosse per questo che non era scattata la scintilla, ma Maugham ha scritto questo romanzo dopo quello che viene definito il suo capolavoro ("Schiavo d'amore") e quindi, molto più semplicemente, non è una storia nelle mie corde. Oh, capita anche nelle migliori famiglie
Il protagonista del romanzo è lo stesso Maugham, un po' acerbo all'inizio, mentre a metà romanzo è già più "scafato" perché ha fatto pratica nei rapporti interpersonali ed è più simile a come l'abbiamo conosciuto negli altri romanzi. La storia, come dicevo, non mi ha detto nulla, non mi ha preso e non mi è neanche piaciuta. L'oggetto del romanzo è la storia di Charles Strickland (cioè Paul Gauguin, storia che di vero ha quanto?), un uomo egoista, insensibile, inumano e pure abbastanza str***o se mi permettete il termine. Questo tale si sveglia una mattina e lascia moglie e figli perché non li ama più e vuole fare il pittore. Normale, no? La moglie, pensando che lui abbia l'amante, vuole riprenderselo a tutti i costi; quando capisce che
Anche io ho notato che tutti i personaggi sono piatti. L'unica nota un po' colorata è Strickland perché è una carogna (e si sa che i personaggi cattivi risaltano), eppure è ripetitivo e, a ben guardare, se non fosse stato per Maugham sarebbe risultato piatto anche lui: infatti, l'autore fa parlare Strickland, ma ci dice anche che 'sto tipo non aveva il dono dell'eloquenza, che parlava male e a gesti e che quindi lui, da bravo scrittore, ha messo mano alle sue parole per dare un senso.
Altro personaggio è quello di Dirk Stroeve, buono, onesto, altruista, ma anche tanto stupido... talmente stupido che o si ride di lui o lo si disprezza, purtroppo credo sia difficile provare compassione per questo personaggio perché il suo modo di fare è davvero eccessivo, forse solo sul finale si riesce a provare un po' di pena. Forse. Sua moglie, invece,
A Tahiti incontriamo altri personaggi che fanno un po' la cronaca dei fatti che riguardano Strickland e che Maugham-protagonista non ha vissuto. Anche qua non abbiamo chissà che personaggi profondi, gli unici due un po' degni di interesse sono quelli che, in effetti, aiutano Strickland a svoltare: Tiaré
l'altro personaggio è quello del capitano Nichols,
Poi, io non ho capito Strickland a Tahiti
Sarà che a me Gauguin non piaceva già prima, poi in questa versione mi è davvero impossibile essere incuriosita. Non so se Maugham si sia affidato a fatti veri, se abbia inventato tutto di sana pianta, fatto sta che questo romanzo non mi ha preso neanche un po'. Non dico mi sia sembrato una perdita di tempo leggerlo, ma quasi. Non ho trovato "genio e sregolatezza" ma solo tanto menefreghismo in Strickland, uno a cui non importa assolutamente nulla del prossimo. Una persona veramente orribile. Meglio lo stesso Maugham di cui, almeno, vediamo l'evoluzione nel corso degli anni e che impara ad avere a che fare con il prossimo, insomma diventa il Maugham-personaggio che abbiamo visto ne "Il filo del rasoio".
Per quanto riguarda i temi, io ho visto questi: l'essere umano riesce a provare contemporaneamente buoni e cattivi sentimenti; l'ottusità delle donne che non vedono segnali da parte degli uomini che vogliono lasciarle; il peso che hanno le opinioni degli altri su di noi, anche se ci diciamo che non è così; la "bellezza" vista dall'artista è difficilmente percepibile da un'altra persona che non abbia ripetuto l'avventura di quell'artista.
Cerchiamo penosamente di trasmettere agli altri i tesori del nostro cuore, ma gli altri non hanno la facoltà di riceverli; e così camminiamo solitari, fianco a fianco ma non insieme, senza poter conoscere i nostri simili e a loro sconosciuti.