Mercoledì, 31 Dicembre 2025

"Ebano" di Ryszard Kapuscinski

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08/08/2021 18:43 - 08/08/2021 18:45 #54039 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Graziella non negherei mai ciò che hai scritto. Si parlava di ritmi di vita e percezione del tempo, a riguardo dico solo che penso che la questione vada oltre ai problemi sociali; che non ci sia una correlazione univoca disagi sociali-lentezza, ma che la lentezza sia determinata anche da altri fattori es. Culturali e ambientali.

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 08/08/2021 18:45 da Margarethe.
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09/08/2021 12:15 #54047 da Graziella
Risposta da Graziella al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Margarethe post=54039Graziella non negherei mai ciò che hai scritto. Si parlava di ritmi di vita e percezione del tempo, a riguardo dico solo che penso che la questione vada oltre ai problemi sociali; che non ci sia una correlazione univoca disagi sociali-lentezza, ma che la lentezza sia determinata anche da altri fattori es. Culturali e ambientali.

Appunto io resterei più su ambientali. Proviamo a muoverci in fretta a 45 gradi all'ombra, in un clima soffocante e afoso, dove il sole è considerato quasi un nemico. E' ovvio che le persone si plasmano secondo l'ambiente in cui vivono. Ad esempio: la pelle nera, i capelli crespi che sembrano fil di ferro. Jeanette, la mia colf, mi spiegava tutto sui capelli: a pettinarli fa molto male la testa,  non crescono molto in lunghezza e sono veramente duri come fil di ferro. Lei mi ha parlato molto dell'Africa e del suo mondo, diceva che qui da noi era un altro mondo. Lei ha impiegato molti anni prima di adattarvisi e comprendere. Ora è qui da dieci anni, non per nulla lenta, si attiene alle regole e le rispetta con una certa sollecitazione, è veloce nel decidere cosa fare nella vita, e critica tantissimo i neri rimasti in Africa che non hanno progettualità, che spendono i soldi che guadagnano e non pensano al futuro. Lei viene dalla Costa d'Avorio, dove le cose nelle città vanno benino, alcune famiglie non particolarmente ricche, hanno il frigorifero, le donne stanno a casa e pensano ai figli. Non ho trovato in lei nessuna differenza con una lavoratrice europea, anzi le colf/badanti dell'est sono delle lazzarone. Jeanette ha una sua storia personale, ovviamente, non molto felice, ma da lei ho imparato molto sul suo paese. Abbiamo cercato le differenze e anche ciò che ci accomuna. Anche lei mi ha parlato del loro Presidente nero, che è un dittatore, in combutta con gli ex coloni, cioè i francesi. In Costa d'avorio, si parla in francese. 
Poi ci sono dei costumi e culture ambientali che valgono per tutta l'Africa, come quello pagare con una dote da dare al padre della donna che si è scelto di sposare. Il matrimonio legale, davanti ad un ufficiale, non è importante quanto aver pagato prima la dote al padre della sposa. Pagata la dote l'uomo può portarsi a casa propria la donna che viene considerata da tutti come la moglie. 
Quindi io continuo a pensare che è l'ambiente fisico naturale ed educativo, il clima, il cibo, che fanno il comportamento umano.
La situazione drammatica di tanti paesi africani, mi fa sanguinare il cuore, mi fa pensare che non c'è altra soluzione che quella di accogliere qui quelli che scappano. Anche se per mancanza di onestà e cecità politica, i migranti non vengono accolti e collocati come dovrebbero. 
Faccio un esempio. Qui in Lombardia, a Sud di Milano in quella che chiamiamo "la bassa" ci sono quantità incredibili di cascine enormi abbandonate e che stanno andando in rovina. Una volta solo 50 anni fa erano abitate da parecchie famiglie che avevano stalle con allevamento di mucche e agricoltura varia. Non c'è più nessuno. Cascine bellissime, da un punto di vista architettonico completamente abbandonate.
E' vero quello che dice il "polacco" del libro. Di cibo ce ne è tantissimo, quello non manca, la fame in quel mondo viene creata ad Hoc, da bande di neri che hanno riintrodotto la schiavitù, personaggi che diventano presidenti e spogliano letteralmente la popolazione di tutto, e loro si arricchiscono con case in America, in Portogallo, 10 auto, con le quali andare in giro, e soprattutto armi, e armi per uccidere chiunque, anche persone che non hanno fatto nulla. 
I governi dell'Europa non vogliono risolvere veramente i problemi di quel continente, ma fra cento anni tutti gli africani saranno qui in Europa e gli europei saranno in minoranza. L'Africa è un continente sfruttato e anche la poca terra coltivabile non dà più i suoi frutti. 
Io la penso così. Ho scritto tutto in modo confuso e con una cattiva costruzione, ma spero ugualmente di essermi fatta intendere.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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09/08/2021 12:43 #54052 da Graziella
Risposta da Graziella al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Ringrazio ancora Guido, Margatethe e gli altri partecipanti a queste letture di viaggio, che hanno lo scopo, secondo me, di farmi vedere e conoscere le cose al di là del mio naso. Ho apprezzato tantissimo le letture fin ora fatte, trovo che abbiano un valore culturale elevatissimo. E' vero che si legge anche per passatempo, ma è ancora vero, almeno per me, che si legge, che io leggo, per imparare, per conoscere. Questo che stiamo facendo è un viaggio nella conoscenza molto importante, che possono far cambiare atteggiamenti e modi di considerare il mondo e la gente sconosciuta.

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11/08/2021 12:44 #54067 da Graziella
Risposta da Graziella al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Cari compagni di lettura, ieri ho finito questo interessantissimo diario. Avevo trovato alcune righe da sottolienare e da riportare qui, non che alcune cose che mi hanno particolarmente colpita. Purtroppo con il Kindle non riesco a ritrovare la posizione che mi interessava. Quindi non posso riportare ciò che più mi ha colpita. Ho già detto cosa ne penso di questo martoriato continente. Aggiungo un fatto di cronaca riportato sul Corriere della Sera due giorni fa.
Il problema delle spose bambine: nello Zimbawe è morta di parto, una ragazza di 14 anni. C'era al suo capezzale cinque donne che non sapevano assolutamente dove e come mettere mani. Il bambino è sopravvissuto. La ragazza era stata ceduta a un uomo molto più vecchio di lei. La famiglia ora sta per consegnare al vedovo un'altra figlia in sostituzione della morta. Una bambina di NOVE anni.
Ci sentiamo più avanti. 

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11/08/2021 17:52 #54070 da vanna
Risposta da vanna al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Graziella ha scritto: Cari Aggiungo un fatto di cronaca riportato sul Corriere della Sera due giorni fa.
Il problema delle spose bambine: nello Zimbawe è morta di parto, una ragazza di 14 anni. C'era al suo capezzale cinque donne che non sapevano assolutamente dove e come mettere mani. Il bambino è sopravvissuto. La ragazza era stata ceduta a un uomo molto più vecchio di lei. La famiglia ora sta per consegnare al vedovo un'altra figlia in sostituzione della morta. Una bambina di NOVE anni.
Ci sentiamo più avanti. 


Purtroppo queste consuetudini per loro sono normali e sradicarle soprattutto a breve e nelle zone più arretrate non è facile.
Graziella e dell' infibulazione il libro ne parla?Se ho ben capito dai vari commenti il reportage si riferisce agli anni 60 del secolo scorso, non so questo mese se riuscirò a leggere questo libro avendo da completare diverse letture e di quel periodo a suo tempo ho letto diverse cose.


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11/08/2021 21:22 #54073 da gavi
Risposta da gavi al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Sono alle prime battute e già mi piace il racconto di questo continente africano, un racconto che si fa strada lentamente come lento è lo scorrere della vita dei suoi abitanti scandito dai ritmi della natura, contrari a quelli che governano oggi la nostra società. Un concetto, quello della lentezza, molto interessante che ai miei occhi si presenta non certamente estraneo e tantomeno arreca particolare fastidio, anzi, per molti versi lo ritengo utile, una sorta di argine al correre frenetico ed estenuante nei percorsi di vita. Ho trovato, in passato, illuminante la recensione di un libro che di tale concetto ne da una visione positiva contribuendo a superare quegli stereotipi che emergono spesso ove tale concetto mette radici, in genere nei luoghi del sud del mondo dove gli abitanti sono etichettati come fannulloni, pigri, svogliati. Il libro s'intitola "un'idea di felicità" scritto a due mani da Luis Sepúlveda e Carlo Petrini, editore Guanda, anno 2014. Altro elemento che trovo interessante è la dimensione spirituale che supera di gran lunga quella materiale. Il non attaccarsi alla terra ma al mondo degli spiriti chiarisce e giustifica il loro continuo errare in un viaggio senza lunghe soste su terre di cui godono solo i frutti ma non il possesso che di principio spetta ai loro antenati. Già, il culto per gli antenati a noi occidentali può apparire primitivo ma in verità è il tentativo di dare risposta a domande esistenziali verso le quali noi abbiamo scelto e sviluppato un punto di vista altro che presumiamo giusto per convinzione, escludendo a priori ogni ragionamento contrario. È la perenne visione eurocentrica che annebbia ai lati lo sguardo mantenendolo fisso al centro, in favore di un unico punto di vista, il nostro. Qui il richiamo alla dimensione del trascendente e al legame stretto con i propri antenati è forte, potente, difficile da descrivere; lascio il compito alle parole di Cinqué pronunciate in una scena del film Amistad dove John Quincy Adams, allora ex presidente degli Stati Uniti, coinonvolto nella difesa di un gruppo di schiavi, sotto processo per rivendicare la propria libertà, lo mette in guardia sulla sfida che lo attende di fronte a un potere forte chiamato a giudicarlo, contro il quale l'impresa si presenta ardua. A quel punto Cinqué con espressione calma risponde: "noi non entreremo soli". Adams lo rassicura che hanno dalla loro parte la legge, una difesa adeguata, ma lui ribatte:
"Parlavo dei miei antenati. Mi rivolgerò al passato, indietro fino all'origine dei tempi, e li pregherò di venire ad aiutarmi al giudizio. Li tirerò a me è li farò entrare in me. E loro devono venire perché in questo momento io sono l'unica ragione per cui essi sono esistiti."
Credo che l'eloquenza di queste parole non necessita di aggiungere altro per il momento.
Continuo la lettura!

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12/08/2021 12:21 #54076 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
gavi anch'io ho letto il passaggio sulla concezione del tempo e della lentezza, l'ho trovato molto bello, penso che leggerò il libro di Sepúlveda e Petrini. è proprio difficile per noi concepire questa idea di tempo che non scorre di per sé ma dipende dalle nostre azioni. Grazie anche per l'approfondimento sul culto degli antenati.

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12/08/2021 14:47 #54077 da gavi
Risposta da gavi al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

gavi anch'io ho letto il passaggio sulla concezione del tempo e della lentezza, l'ho trovato molto bello, penso che leggerò il libro di Sepúlveda e Petrini. è proprio difficile per noi concepire questa idea di tempo che non scorre di per sé ma dipende dalle nostre azioni. Grazie anche per l'approfondimento sul culto degli antenati.

Pensavo anch'io di prendere in mano il libro e curiosare più da vicino. Magari appena letto ci si potrebbe scambiare qualche riflessione.
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12/08/2021 15:43 #54078 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Oltre alla questione del tempo mi ha colpito anche quella dell'immobilità nei tempi di attesa, pare che le persone cadano in una specie di stato meditativo profondo, mi piacerebbe saperne di più.

Altro punto interessante è la tendenza al nomadismo, che determina la loro mancanza di continuità materiale. L'unica cosa che perdura è il legame con gli antenati. Trovo molto belle le tradizioni di memoria verso gli antenati presenti in diverse culture, che si manifestano tramite piccoli altari casalinghi dedicati alle persone che non ci sono più. Per me è un'esperienza più spirituale e positiva rispetto al recarsi al cimitero. Non ho capito se in Africa ne facciano.

Mi dispiace leggere di come il colonialismo abbia distrutto le strutture sociali dei regni, tribù e clan, sconvolgendo gli equilibri di un interno continente.

Ora comprendo anche la sollecitudine dei venditori ambulanti di libri e il fatto che offrono sempre la mano, cosa da noi vista come invadente e invece parte della loro cultura della cordialità.

Sui sacchi di cacao che vanno all'estero c'è scritto che quei semi non provengono da piantagioni di foreste disboscate e che non è stata impiegata mano d'opera infantile. Niente di vero. Nelle piantagioni lavorano bambini di 8 anni. L'Africa è un continente in sfacelo. 

Questo è un problema bello grosso: cerchiamo di essere più sostenibili comprando prodotti certificati eppure non possiamo mai essere sicuri al 100%, la corruzione dilaga davvero ovunque. Un altro esempio sono le piantagioni di eucalipto nello Jequitinhonha in Brasile che presentano certificazione ambientale ma stanno causando problemi ambientali e sociali enormi.

Poi ci sono dei costumi e culture ambientali che valgono per tutta l'Africa, come quello pagare con una dote da dare al padre della donna che si è scelto di sposare. Il matrimonio legale, davanti ad un ufficiale, non è importante quanto aver pagato prima la dote al padre della sposa. Pagata la dote l'uomo può portarsi a casa propria la donna che viene considerata da tutti come la moglie. 
In merito a questi costumi ho iniziato "Una così lunga lettera" di Mariama Bâ, comprato proprio a un venditore di libri (ne vendono di davvero interessanti) che racconta della poligamia in Senegal, di come viene trattata una prima moglie al momento del decesso del marito.

gavi post=54077

gavi anch'io ho letto il passaggio sulla concezione del tempo e della lentezza, l'ho trovato molto bello, penso che leggerò il libro di Sepúlveda e Petrini. è proprio difficile per noi concepire questa idea di tempo che non scorre di per sé ma dipende dalle nostre azioni. Grazie anche per l'approfondimento sul culto degli antenati.

Pensavo anch'io di prendere in mano il libro e curiosare più da vicino. Magari appena letto ci si potrebbe scambiare qualche riflessione.


Volentieri!

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12/08/2021 19:40 #54081 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Margarethe post=54078Oltre alla questione del tempo mi ha colpito anche quella dell'immobilità nei tempi di attesa, pare che le persone cadano in una specie di stato meditativo profondo, mi piacerebbe saperne di più.


Anche a me ha colpito questo aspetto e incredibilmente mi ha fatto pensare ad una società e ad una cultura diametralmente opposte a quella africana, ovvero mi ha fatto pensare ai giapponesi, che sono forse tra le popolazioni che vivono una vita tra le più frenetiche al mondo (al punto che hanno anche un alto tasso di suicidi per i ritmi lavorativi stressanti che sostengono in alcune aree del paese, soprattutto quelle molto industrializzate come Tokyo e Osaka).
Eppure, anche loro, soprattutto quando si trovano sui mezzi di trasporto, riescono ad isolarsi completamente dalle centinaia di persone che hanno intorno, dai rumori, dalle mille distrazioni che li circondano, arrivando persino ad addormentarsi, anche solo per cinque minuti! L'ho visto accadere con i miei occhi tantissime volte. È come se avessero un interruttore temporizzato per lo stand-by perché poi riescono a svegliarsi automaticamente esattamente quando arriva il mezzo che attendevano oppure quando è il momento di scendere alla loro fermata :D

Al netto della similitudine tra i due comportamenti, è ovvio che le cause di questi particolari comportamenti (simili nell'effetto) siano però completamente diverse. Anche io credo che il clima particolarmente afoso e torrido sia uno dei fattori fisiologici che li fa comportare in maniera "rallentata" (basti vedere l'effetto che ha su di noi il caldo di questa settimana... vivere in città senza aria condizionata è impossibile per noi. Pena: diventare zombie :D). 
Però non credo che sia l'unico motivo. Anche io penso che ci siano aspetti culturali ma senza dubbio i primi sono molto più facili da individuare rispetto ai secondi perché sono fisiologici e applicabili anche a contesti diversi da quello africano.

Margarethe post=54078Mi dispiace leggere di come il colonialismo abbia distrutto le strutture sociali dei regni, tribù e clan, sconvolgendo gli equilibri di un interno continente.


Hai ragione! Anche a voi capita di sentirvi in colpa leggendo queste cose? Mi sento così coinvolto e dispiaciuto... quasi come se avessi commesso io le atrocità che sono state perpetuate ai danni di quelle popolazioni. E ancora oggi la nostra società porta le cicatrici di quegli eventi perché ho sempre pensato che il razzismo dilagante nei confronti delle persone di colore derivi anche dalla storia, che purtroppo ci insegna che per centinaia di anni queste povere persone sono state schiavizzate, vivendo non come nostri pari.

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Ciao Stefania, certo che può esserle d'aiuto. Qua leggiamo e scriviamo, ci confrontiamo e col tempo ci apriamo. La lettura diventa strumento di condivisione e crescita. Vi aspettiamo ;)

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