Martedì, 04 Novembre 2025

"Ebano" di Ryszard Kapuscinski

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12/08/2021 21:56 #54082 da callmeesara
Risposta da callmeesara al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Eppure, anche loro, soprattutto quando si trovano sui mezzi di trasporto, riescono ad isolarsi completamente dalle centinaia di persone che hanno intorno, dai rumori, dalle mille distrazioni che li circondano, arrivando persino ad addormentarsi, anche solo per cinque minuti! L'ho visto accadere con i miei occhi tantissime volte. È come se avessero un interruttore temporizzato per lo stand-by perché poi riescono a svegliarsi automaticamente esattamente quando arriva il mezzo che attendevano oppure quando è il momento di scendere alla loro fermata :D
 
Non sapevo questa di curiosità. Non nego che la invidio moltissimo. Se mai io dovessi addormentarmi nei mezzi, mi sveglierei dall'altra parte del mondo.

Hai ragione! Anche a voi capita di sentirvi in colpa leggendo queste cose? 

Anch'io quando leggo queste cose mi sento coinvolta. E come se, in qualche modo, anch’io avessi contributo a queste azioni, anche se magari io non c'entro assolutamente nulla. Diciamo che quando succedono queste atrocità, mi lascio molto trascinare dalle emozioni tristi e mi è capitato di restarci anche parecchio male . Diciamo che sono una persona che si fa trasportare molto dalle emozioni della situazione. Quindi si, mi è capitato di sentirmi in colpa leggendo queste cose.

“Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine.”

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12/08/2021 22:53 #54083 da Cri_cos
Risposta da Cri_cos al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Sono a quaranta pagine dalla fine. Sto apprezzando le ricostruzioni storiche delle diverse nazioni africane . L'autore ha un modo semplice chiaro e sintetico , eh beh è  un giornalista . Ho trovato singolare e unica la storia della Liberia che lui racconta nel capitolo "un inferno in via di raffreddamento "
Attenzione: Spoiler!

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13/08/2021 14:42 #54090 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Guido secondo me per i giapponesi ci vuole una considerazione a parte, ho l'impressione che le numerose ore di lavoro siano legate più che a una volontà di essere efficienti e produttivi, a una cultura antica di rispetto e onore che gli impone di darsi da fare e di dimostrare rispetto verso l'azienda e i superiori. Ne parlavo con un'amica che lavora in un'azienda in Giappone e mi diceva che i suoi colleghi lavorano moltissimo, 10-12 ore al giorno, ma spesso stanno a scaldare la sedia o lavorano lentamente, non vige il concetto del "faccio il lavoro bene e presto così poi sono libero" ma del "ho finito il mio lavoro/sono stanco ma è buona cosa fare ogni giorno un po' di straordinari, così me ne sto qui". Lei a volte vorrebbe andare a casa dopo le 8 ore perché ha finito il suo lavoro, ma la superiore le chiede di stare ancora, magari di studiare o fare cose sue, non è importante che lavori. La cosa assurda è che gli straordinari sono pure pagati bene!
Mi pare che i giapponesi si tengano sempre occupati ma che svolgono le cose in modo tranquillo, non frettoloso o frenetico, molto consapevole del momento presente. Questa è la mia impressione.

Anche a voi capita di sentirvi in colpa leggendo queste cose?
Tipo... continuamente

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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13/08/2021 18:52 #54096 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Margarethe post=54090Guido secondo me per i giapponesi ci vuole una considerazione a parte, ho l'impressione che le numerose ore di lavoro siano legate più che a una volontà di essere efficienti e produttivi, a una cultura antica di rispetto e onore che gli impone di darsi da fare e di dimostrare rispetto verso l'azienda e i superiori. Ne parlavo con un'amica che lavora in un'azienda in Giappone e mi diceva che i suoi colleghi lavorano moltissimo, 10-12 ore al giorno, ma spesso stanno a scaldare la sedia o lavorano lentamente, non vige il concetto del "faccio il lavoro bene e presto così poi sono libero" ma del "ho finito il mio lavoro/sono stanco ma è buona cosa fare ogni giorno un po' di straordinari, così me ne sto qui". Lei a volte vorrebbe andare a casa dopo le 8 ore perché ha finito il suo lavoro, ma la superiore le chiede di stare ancora, magari di studiare o fare cose sue, non è importante che lavori. La cosa assurda è che gli straordinari sono pure pagati bene!
Mi pare che i giapponesi si tengano sempre occupati ma che svolgono le cose in modo tranquillo, non frettoloso o frenetico, molto consapevole del momento presente. Questa è la mia impressione.


In effetti può darsi che la tua impressione sia quella corretta o che comunque trovi applicazione nella maggior parte dei casi.
La mia conoscenza si limita a ciò che ho potuto vedere di loro quando sono fuori dal contesto lavorativo, in mezzo ad altre persone.
Sicuramente il racconto della tua amica, che lavora lì, ci mostra uno spaccato molto più approfondito della questione.
La storia degli straordinari la sapevo anche io ma pensavo che lavorassero sodo e che fosse per questo che poi, tornando a casa, si addormentassero ovunque :D

Margarethe post=54090

Anche a voi capita di sentirvi in colpa leggendo queste cose?
Tipo... continuamente


Mal comune... :)

 

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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14/08/2021 08:44 #54104 da gavi
Risposta da gavi al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Margarethe ha scritto: Guido secondo me per i giapponesi ci vuole una considerazione a parte, ho l'impressione che le numerose ore di lavoro siano legate più che a una volontà di essere efficienti e produttivi, a una cultura antica di rispetto e onore che gli impone di darsi da fare e di dimostrare rispetto verso l'azienda e i superiori.


Concordo con quanto scrivi. Anch'io ho sempre avuto l'impressione che la dedizione al lavoro sia retta da un dovere sociale forte che ha radici molto lontane e delle quali mi piacerebbe saperne di più. Se pensiamo a come sono stati in grado di sollevarsi dopo la seconda guerra mondiale ci dà il segno di quanta tenacia e determinazione mettono nelle loro attività quotidiane.

Mi pare che i giapponesi si tengano sempre occupati ma che svolgono le cose in modo tranquillo, non frettoloso o frenetico, molto consapevole del momento presente. Questa è la mia impressione.


In effetti, questo modo lento di condurre la vita lavorativa può essere paradossalmente comprensibile in una società che corre in modo estenuante come il Giappone. Direi più una risposta di difesa per coloro i quali a questa frenesia antepongono una misura agli effetti nefasti che la pressione lavorativa esercita su di loro, però non mi sento di generalizzare tale modo altrimenti non si spiegano i suicidi, molti, di cui fa cenno Guido.

guidocx84 ha scritto:
Anche a voi capita di sentirvi in colpa leggendo queste cose? Mi sento così coinvolto e dispiaciuto... quasi come se avessi commesso io le atrocità che sono state perpetuate ai danni di quelle popolazioni.


Sì, spesso. Trovo ingiusto e ingeneroso etichettarle con spregio per le condizioni in cui vivono e di cui cui noi abbiamo una parte di colpa assai grave. Ci lamentiamo molto della nostra condizione ma se penso alla loro mi chiedo: siamo fuori di testa? Abbiamo gravato molto sulle loro vite sfruttandoli per alimentare il nostro benessere e poi quando immagino le traversate della speranza che intraprendono con il pericolo della morte sempre in agguato mi chiedo perché questo mondo è così ingiusto. Ci lamentiamo persino del fatto che ci rubano il posto di lavoro quando invece siamo stati noi per primi a rubare a casa loro per secoli depredando loro ogni cosa fosse utile al nostro benessere.


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14/08/2021 14:35 #54105 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

gavi post=54104
Direi più una risposta di difesa per coloro i quali a questa frenesia antepongono una misura agli effetti nefasti che la pressione lavorativa esercita su di loro, però non mi sento di generalizzare tale modo altrimenti non si spiegano i suicidi, molti, di cui fa cenno Guido.


Conosco solo questo caso, probabilmente molti sgobbano pure; in ogni caso hanno molto poco tempo libero 


 

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29/08/2021 22:36 #54189 da vanna
Risposta da vanna al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Ho deciso, dopo il termine di altre letture, di intraprendere questa con la curiosità di vedere come veniva affrontata la storia dell'Africa negli anni '60 / '70 del secolo scorso dopo aver letto vari commenti. Sono arrivata quasi a metà ed il libro mi sta piacendo moltissimo, prima di tutto è ben scritto  e sebbene si presenti come un reportage in uno stile chiaro e scorrevole, la cronaca diventa letteratura e raramente un giornalista reporter è capace di tanto.Kapuscinski ci riesce mixando fatti storici, vicende politiche con storie di ordinaria quotidianità che riguardano persone con cui è venuto in contatto ma anche lui stesso che ha vissuto una serie di avventure che io stento ancora a credere come sia riuscito a salvarsi la vita come quando nella capanna con l'aiuto di un altro uccide il serpente, quando con una barca a motore di notte da Zanzibar cerca con altri tre di ritornare verso la Tanzania , le condizioni estreme e precarie delle sue dimore che se le sceglie in quartieri dove vivono i più poveri , gli ultimi dove un europeo non avrebbe messo piede neppure per sbaglio. Le descrizioni di questi luoghi e degli altri che visita o attraversa sono talmente precise, emozionanti che danno l'idea di quanta passione e dedizione avesse Kapucinski per il suo lavoro per far conoscere al resto del mondo che gli stati del continente africano fino ad allora depredati fino all'inverosimile dalle potenze straniere , una volta raggiunta l'indipendenza la situazione non migliorò, caso mai si aggravò: guerre civili,colpi di stato,la fame.
La libertà dal colonialismo non portò le popolazioni a condizioni migliori come si era precedentemente sperato ed anche questo aspetto viene spiegato dall'autore egregiamente.
Questa lettura mi ha riportato ai tempi del dopo Università quando a Firenze, ma penso anche in altre città, c'era un Centro sullo sviluppo e progresso del continente africano che organizzava dei corsi e dopo aver sostenuto un esame rilasciava un
attestato che faceva punteggio, io ne frequentai due. Molti aspetti del colonialismo in Africa ,le vicende dell'indipendenza dei vari stati e la raggiunta libertà che non risolse tante situazioni erano gli argomenti da studiare e tante considerazioni l'ho ritrovate in questa lettura.
Mi trovo d'accordo con Gavi nell'ultima parte del suo commento quando sostiene che il nostro benessere è frutto ancora oggi dello  sfruttamento perpetrato per secoli a danno di popolazioni che pian piano sbarcando sui nostri territori si stanno riprendendo ciò che gli spettava! Se si dovesse pareggiare fra noi e loro per  quanto riguarda il dare e l'avere ci attendono sicuramente tempi non facili!
Ho letto qualche notizia di Kapuscinski in rete , era collega di Tiziano Terzani di cui ho letto diverse opere e come temperamento li vedo simili,oltre al polacco parlava correntemente altre 5 lingue , proposto più volte per il premio Nobel.

 
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03/09/2021 19:13 #54241 da vanna
Risposta da vanna al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski
Finito di leggere questo libro che a conclusione mi è sembrato più un saggio di storia che letteratura di viaggio. Mi è piaciuto ,come già anticipato, per ricordare gli eventi bellici e la condizione economica e sociale in generale dell'Africa post decolonizzazione, ma allo stesso tempo, guardando sull'atlante le numerose località visitate dall' autore ho avuto l' impressione di compiere un viaggio virtuale in luoghi davvero suggestivi come ad esempio nelle città di Molti e Timbictu da cui si può vedere parte del corso del fiume Niger che sgorga fra rocce e deserto,oppure l' Eritrea che da alte montagne attraverso strade impervie e pericolosissime ti accoglie nelle sue città poste lungo una striscia pianeggiante.Kapuscinski ci ha fatto conoscere l' Africa vera, non quella turistica, certo viaggi come suoi avventurosi e pericolosi anche se per lavoro e soprattutto per passione non sarebbero pensabili per una come me!
Infine questa lettura ha avuto il pregio di trasportarci in un altro mondo completamente diverso da quello europeo di cui facciamo parte, già la percezione del tempo come molti di voi hanno fatto notare è antitetica alla nostra, la cultura, le tradizioni, credenze, il lavoro....
Molti di questi aspetti già li conoscevo ma rifletterci di nuovo mi ha procurato infinita tristezza per le condizioni ancora difficili di quel continente che non credo siano cambiate di molto negli ultimi anni altrimenti non si spiegano i continui arrivi da quelle terre.

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03/09/2021 22:24 #54243 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

vanna post=54241Finito di leggere questo libro che a conclusione mi è sembrato più un saggio di storia che letteratura di viaggio.


Davvero! Anche io ho pensato la stessa cosa! :) Penso che questo libro abbia sicuramente un valore molto importante perché ci racconta in maniera dettagliata episodi della storia africana a cui difficilmente avremmo accesso e forse è anche per questo che ha avuto tanto successo.
Ciò detto, concordo con te che si allontana un po' dalla letteratura di viaggio, almeno per come l'abbiamo conosciuta all'inizio di questo nostro percorso letterario. Sto facendo fatica ad andare avanti ma non demordo. Lo voglio concludere perché ciò che leggo mi interessa molto ma quanto viene descritto e la tristezza di cui parli e che provo anche io, considerato che leggo la sera prima di addormentarmi, stanno rendendo la mia lettura più complicata di quanto pensassi :(

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04/09/2021 08:51 #54250 da gavi
Risposta da gavi al topic Re:"Ebano" di Ryszard Kapuscinski

guidocx84 ha scritto:
Sto facendo fatica ad andare avanti ma non demordo.(


Guido, non sei il solo! Pur se il libro lo apprezzo molto tendo spesso a dare preferenza agli altri che sto leggendo contemporaneamente.
Forse il motivo si spiega nella particolare edizione (Mondadori: I Meridiani) che sto utilizzando la cui dimensione ridotta dei caratteri mi affatica la vista e quindi sono costretto a leggerlo di giorno solo il fine settimana.
Ma non demordo poiché i temi affrontati sono a me cari e la prospettiva cruda di kapuscinski offre acutamente e con rispetto uno sguardo intimo che da molto l'idea di quanto poco sappiamo su questo continente, sulla vita dei suoi abitanti, sulle ingiustizie e la miseria in cui sono perennemente immersi.

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