Ho finito il libro un paio di giorni fa e mi son preso il tempo di riflettere. Ho letto anche tutti i vostri commenti.
Io mi ritrovo allineato a Greta e Francesca: il libro mi ha preso molto e se non l'ho letto tutto d'un fiato è perché la vita reale mi ha sballottato coi suoi impegni. Mi piacciono i libri introspettivi e filosofici come questo, ho sottolineato e scribacchiato pagine intere, soprattutto dal secondo capitolo in poi.
Non starò a ripetere il già detto, mi ritrovo in molti dei commenti fatti, sopratutto su quanto sia stato rivoluzionario criticare il colonialismo nel periodo di massima espansione degli imperi coloniali.
Ciò che voglio aggiungere è che questo viaggio fino alle viscere dell'Africa è in realtà un viaggio nella natura umana. Lasciata la civiltà ("la più grande città del mondo" si dice a inizio libro) si entra sempre più nel nostro io primordiale. La giungla tenebrosa sarebbe quindi il nostro subconscio, il quale nasconde i suoi orrori. La corruzione non è solo quella della civiltà ma è anche interiore. Va nel tuo profondo e trovi un assassino, un profittatore. E' la legge di natura, di sopravvivenza ad essere brutale, quindi anche noi, evoluti in questo ambiente, lo siamo. Si noti che questo libro è stato scritto solo quarant'anni dopo
L'origine delle specie di Darwin e neanche una decina d'anni dopo che Freud fondò la psicanalisi: l'Uomo non è quell'essere razionale quasi-divino della Genesi, ma un animale come gli altri.
Infine, credo che questa tenebra sia applicabile anche alla morte. L'orrore potrebbe essere la morte in sé, e una volta che si conosce la morte ed essa diventa termine di paragone di tutto, allora tutto diventa inutile, superfluo, una meschina illusione indispensabile per andare avanti senza impazzire.
Dice Marlow tornato a Londra
Una nota sul linguaggio: il suo inglese non è semplice, molto più difficile di quello della Austen, sebbene lei abbia scritto i suoi libri un'ottantina d'anni prima. Spesso sono dovuto andare a vedere come era stato tradotto nell'edizione italiana che ho in libreria. Anche il passo sopracitato l'ho preso dall'edizione italiana, per non fare errori di traduzione.