Approfittando della reclusione in casa per temporanea indisposizione, mi accingo ad iniziare "Il Golem". È in lista da eoni, e finalmente è giunto il suo grande momento! Mi consola sempre il genere horror...
Non sono ancora arrivata al romanzo vero e proprio. La mia edizione mi propone una prefazione di circa una trentina di pagine a cura di Enrico Rocca, di cui non conoscevo nulla fino a questo pomeriggio.
Enrico Rocca, traduttore dal tedesco e grande amico dello scrittore Gustav Meyrink, riporta, rispetto all'ispirazione che ha condotto alla nascita de "Il Golem" e di altri fortunati romanzi dello stesso autore, un dialogo intimo avuto con Meyrink.
Ne cito alcuni stralci, perché credo siano suggestivi al massimo, e propedeutici per entrare nel clima di misticismo esoterico del romanzo che ci apprestiamo a leggere. Spero vi piacciano, io li ho trovati molto affascinanti!
Credo d'essere l'unico scrittore in Europa che scriva sotto dettature d'intime voci. [...]
Del resto io vivo sempre in un sogno che è realtà e nel sogno continuo la vita della veglia. Mi ricordo i sogni. Agisco solo per ispirazioni. [...]
Quanto ella suppone è vero: io soffro terribilmente scrivendo. Vivo i terrori che descrivo. Dopo il lavoro di creazione mi sento spossato. Talvolta m'ammalo. [...]
Rispetto a "Il Golem", e all'impatto che il testo ha avuto sul panorama tedesco della sua epoca, Meyrink dichiara:
[...] mi vidi attaccato da tutta la stampa ebraica. Il capo d'una comunità israelitica affermò che io cristiano, avevo voluto metter in cattiva luce gli ebrei e intanto mostravo di conoscerne così poco i riti religiosi da far destinare il Golem, dal rabbino che l'aveva creato, a suonar le campane di una sinagoga. [...] Gli antisemiti a loro volta sostennero che in Hillel avevo voluto esaltare gli ebrei e divinizzarli. I militaristi alimentarono a loro potere la feroce campagna contro di me. Ludendorff proibì che i miei libri entrassero in zona di guerra perché vi si mettevano in ridicolo gli ufficiali e i professori tedeschi. [...] Gli attacchi non diminuirono di intensità: si arrivò perfino a minacciare i miei editori.
Seccatissimo, m'ero proposto di non scrivere mai più sugli ebrei. Senonché una notte m'apparvero in sogno dieci misteriose figure che attorniarono mute il mio letto: dieci ebrei polacchi incappottati nei loro lunghi caftani. Uno si distaccò dal cerchio, mi fissò a lungo, e poi mi disse che una campagna generale contro gli ebrei essendo imminente, essi avevano bisogno d'essere da me difesi. Mi ribellai. Raccontai le mie pene. Egli garantì che m'avrebbe protetto e m'impose di scrivere. Non tenni quel sogno in nessun conto finché un giorno, spinto da una forza misteriosa, mi vidi costretto a scrivere Grünes Gesicht- E devo dire che, almeno dal punto di vista finanziario, quel libro è stato il mio miglior successo.
"Grünes Gesicht", in italiano "Il volto verde", è un romanzo del 1931, La persecuzione contro gli ebrei, in Germania, diviene politica nazista ufficiale solo nel 1933. Trovo quindi incredibile ed emotivamente forte il sogno di Meyrink,quasi un sostegno ai suggerimenti "ultraterreni" che sostiene di aver ricevuto all'interno della propria carriera.
Con queste ottime premesse, inizio la lettura ufficiale del romanzo! Sono entusiasta