Ciao a tutte, io ho finito di leggere "Alice nel paese delle meraviglie" proprio ieri! Sono arrivata un po' in fondo al mese, ma ero molto curiosa e la lettura è stata veloce, una volta iniziata. Ora sto leggendo il seguito, "Attraverso lo specchio".
Che dire di questa prima avventura, il grande classico che ha dato vita a numerosissime reinterpretazioni, adattamenti e via dicendo? Senz'altro è un'opera che denota immaginazione e intelligenza molto vivida. La cosa che ho apprezzato di più è la velocità della narrazione di Carroll: ci sono descrizioni, ma non ci si perde dentro, e in generale ho avuto l'impressione che il ritmo fosse molto vivace. Adatto al modo di giocare dei bambini, che si fanno prendere da un'idea dietro l'altra e spesso saltano di palo in frasca. Mi ha fatto piacere leggere questo classico, anche se penso di non poterlo cogliere davvero appieno,:
Secondo me è necessario leggere Alice con un apparato critico, perchè molta della simbologia utilizzata si rifa e all'epoca e al contesto in cui ha vissuto l'autore.
Diciamo che infatti ho percepito l'intelligenza e l'arguzia nei riferimenti, credo che Carroll inserisca molti "giochi" riferiti al contesto, anche a "cose da grandi" che i lettori adulti senz'altro avranno colto. Io però me ne perdo la metà, forse tre quarti. Non toglie niente all'opera in sé, che è comunque piacevole, ma personalmente non amo interrompere la lettura per rincorrere le note. Ho provato di tutto: a leggerle tutte prima, a leggerle tutte dopo... niente, ho fatto una lettura a singhiozzo. Comunque, chi è un grande appassionato del genere, così come chi è rimasto innamorato di Alice e di tutta la bislacca compagnia, non si sarà fatto di certo scoraggiare.

Io un po' sì.
Beatrice e Roberta, anche io mi sono beccata un bell'apparato critico su Carroll che la lettura la influenza per forza di cose, ma già qualcosa sapevo, quindi... non si può non pensarci, diciamo. Io ho trovato in biblioteca un'edizione della Garzanti del 1989 con entrambi i romanzi e introduzione, traduzione e note di Milli Graffi. Non saprei giudicare la traduzione, le note sono molto ricche, a volte anche troppo, ma è un tipo di opera che ne ha bisogno, dati tutti i livelli di significato che ha... comunque, il modo in cui l'autore è presentato è molto neutro, ed è stata la cosa che ho apprezzato di più: la figura di Lewis Carroll si porta dietro accuse pesanti e impossibili da confermare o smentire, perciò il rischio di mettersi a spulciare tutto il testo in cerca di indizi è alto (e si rischia di scivolare nella curiosità morbosa). La Graffi non tace a riguardo, anzi fornisce tutti i dati chiave, però si ferma lì, perché alla fine questo abbiamo: un'ombra dai contorni un po' sfumati, fatta di ambiguità e deduzioni. Difficile dare un giudizio con così pochi elementi. Certo uno leggendo e sapendo un'idea se la può fare, ma niente di più.