Anche io sto andando avanti con molto gusto, anche se più lentamente. Il libro mi piace, così come il modo di raccontare, ma è molto ricco e mi prendo un po' di tempo per assimilarlo. Mi appassionano molto le gesta dei cavalieri della Tavola Rotonda, piano piano sto cominciando a conoscerli, da quelli che erano solo dei nomi!
Mi piace poi quest'alone di mistero che continua a circondare le cose: il Graal solo intravvisto e mai sfiorato, ho l'impressione che sia una ricerca destinata a durare, forse a non avere una conclusione... il Re Pescatore, figura misteriosissima! E Merlino, che sembra sapere tutto tranne pochissimi angoli ciechi.
le invenzioni dell'autore si vedono, ci sono infatti delle parti in cui introduce decisamente cose del nostro tempo (penso alla stufa, ai cibi nelle scatole di latta, al carrello e al supermercato).
A me sta roba ha fatto ridere un sacco, si vede già nel capitolo sulla madre e la figlia (Benigne e Benie) quando Merlino riempie la dispensa alla madre di quelle che sono evidentemente provviste in scatola, e l'ho trovato brillante perché in effetti Barjavel, essendo un narratore contemporaneo, può "potenziare" Merlino dandogli effettivamente in prestito degli oggetti dal futuro!
Sono l'unica a cui piace Viviana quindi?
La trovo molto autentica, è tutta istinto, fiduciosa con Merlino, che ha scelto come compagno per la vita, ma ferina quando entra in modalità protettiva, facile sia alla gioia che al pianto, insomma senza censure sulle sue emozioni. E il fatto che continui a chiedere a Merlino di rendere il loro rapporto fisico lo trovo abbastanza verosimile

Sedici anni in eterno, tutta questa vitalità, un amore così ardente, ricambiato, e tutta quella frustrazione... diciamo che ci riproverei anche io, a cadenze alterne.

Tipo "ma sei sicuro-sicuro-sicuro"?
Più che peccatrice lei, vedo una certa rigidità nel far coincidere la purezza (di cuore, di carattere ecc., almeno così si sottintende) con l'astensione o repressione della sessualità. Dopotutto anche Parsifal viene dipinto come un bambino innocente, da questo punto di vista (non mi sembra che abbia capito molto bene che gli è successo con la castellana, ma comunque l'ha trovato piacevole e naturale, quindi non si è fatto troppi problemi). Voglio dire, più che il comportamento dei singoli, che non mi pare particolarmente peccaminoso (ok, Galvano un po' esagera, ma si trattiene sempre da azioni violente, che è la cosa importante, no?), è la moralità in generale ad essere assai severa. Ma questa tradizione credo venga dal cuore della leggenda, no? Il Medioevo è uno dei momenti in cui la separazione corpo/mente/anima si è fatta più rigida (forse però, contrariamente a quanto si pensa, la cosa si è inasprita ancora più con la modernità:
cogito ergo sum).