Questo libro di Kundera, questo capolavoro di Kundera, è uno di quelli che o lo accetti completamente o lo rifiuti del tutto. Difficile trovare una via di mezzo, almeno questa è l'impressione che ne ho avuto leggendo le tante recensioni che si trovano in giro per la rete.
Avevo letto questo libro parecchi anni fa, probabilmente una trentina o giù di lì e devo dire che la recente rilettura mi ha sorpreso parecchio perché lo ho trovato un libro molto diverso da come me lo ricordavo.
Non è un romanzo facile da leggere perché pregno di idee e spunti filosofici cosa che si avverta specilmente all'inizio del ibro dove viene detto e ripetuto in modo sublime che ogni istante della nostra vita è unico e che non si ripeterà mai più. Questo concetto per quanto banale possa sembrare è "rivoluzionario" in quanto il prenderne coscienza implicherebbe una modifica radicale e profonda del modo di affrontare le vicende della propria vita.
Doveva sviluppare meglio la parte filosofica? E perché mai? Doveva descrivere meglio la parte storica? E perché mai? Un'opera che non vuole essere né realista, né filosofica, né storica ma tutte e tre le cose conpenetrate insieme non può dilungarsi sulle singole pati che la compongono. Bastano i cenni, i continui salti temporali, le anticipazioni sulla vita dei personaggi del romanzo.
E' un libro che si può legere con "leggereza" facendosi trasporate delle meravigliose parole che lo compongono o come un libro "pesante" denso di significati e di rimandi.
Soprattutto è un libro da rileggere, meditare ed approfondire in ogni sua parte.
Tomas, il protagonista, dovrà rinunciare alla sua carriera medica per non perdere la faccia. E a tanti di noi è successo di dover cambiar radicalmente vita per non perdere se stessi e la propria dignità. Non importa ciò che si fa, importa come si affronta il cambiamento e come lo si vive. Perché si vive una sola volta!
Tereza vive per Tomas, lo ama anche quando non comprende la sua necessità di frequentare altre donne. Due vite le loro parallele attraenti e respingenti.
Il loro rapporto è una metafora di ciò che nella vita amiamo e da cui siamo atrratti e respinti nello stesso tempo.
E una metafora di come si può rimanere se stessi anche quando qualcuno pretende che abiuriamo da noi dai nostri principi. Questione di scelte, anche dolorose, anche difficili. E di avere il coraggio di rimettersi in gioco.
Lo rileggerò, poco ma sicuro.