Sabato, 06 Settembre 2025

Luglio 2015 - L'insostenibile leggerezza dell'essere

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03/07/2015 10:42 #17523 da bibbagood
Anche io ho iniziato e non mi sento di schierarmi nè tra gli entusiasti nè tra i critici,per ora sono neutra. Concordo che vi sono troppe frasone, ma alla fine in effetti molti aforismi che si leggono spesso in giro sono proprio tratti da questo libro e da Kundera in generale, quindi non trovo queste riflessioni esistenziali troppo forzate,dal momento che se poi sono diventate banali nel quotidiano e in altri libri, sono però nate da quest´opera. Non lo trovo pesante,ma bo,non mi convince fino in fondo. Vediamo un po come andrà avanti.
Per quanto riguarda i personaggi: Tereza moscia,inutile anche dopo aver letto la sua storia.Ma è un personaggio che probabilmente evolverà durante la narrazione.
Per quanto riguarda Tomas invece....conferma una convinzione che ho dato. In tantissimi libri come anche in tantissime storie reali di amici,conoscenti ecc. si trova spesso la figura maschile (o comunque una delle due,il concetto è lo stesso,solo che è più frequenta che sia il maschio della coppia) che si giustifica di essere rimasto per anni con una persona che non amava perchè lei in un qualche modo lo "costringe" psicologicamente,facnedo la parte della ferita che ha bisogno del suo amore,ecc ecc. Bè è una stupidaggine,nessuno costringe nessuno a stare con qualcuno,anzi,ha molto più senso piantare la persona in questione quando ci si rende conto di cominciare a sentirsi in trappola,invece di continuare a rendere infelici entrambi. Persone che si giustificano così sono solo vigliacche e non hanno il coraggio di fare scelte,come appunto dimostra Tomas,preferendo rimanere con il piede in due scarpe pur di non rinunciare a una delle due sue vite. No?

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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04/07/2015 06:26 #17553 da Francis
Bea

nessuno costringe nessuno a stare con qualcuno,anzi,ha molto più senso piantare la persona in questione quando ci si rende conto di cominciare a sentirsi in trappola,invece di continuare a rendere infelici entrambi. Persone che si giustificano così sono solo vigliacche e non hanno il coraggio di fare scelte,come appunto dimostra Tomas,preferendo rimanere con il piede in due scarpe pur di non rinunciare a una delle due sue vite. No?


a volte non si è abbastanza maturi per fare delle scelte, o semplicemente manca il coraggio..
non penso che sia compassione, anche in quei due casi (per ora) nel romanzo in cui Kundera ha fatto ricorso alla costrizione dell'amante ad amare una donna pronta a suicidarsi per amore, quindi malignamente e falsamente debole...
ma in fondo Kundera ne è consapevole, perché infatti quel capitolo sulla differenza tra compassione e sentimento nelle lingue neolatine o in quelle germaniche gli serve proprio a questo scopo...
concordo completamente con quello che scrivi, Bea!
per ora sono ancora alla terza parte, quindi non so in che senso andranno le scelte di Tomas, ma dal tipo direi proprio che non mi aspetto un cambiamento radicale di vita!! :lol:

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04/07/2015 08:46 - 04/07/2015 08:48 #17555 da Katya
Tra le varie faccende quotidiane di stamattina, ho iniziato ad ascoltare questo libro. Ho sempre l'impressione che l'ascolto alle volte mi aiuta in maniera positiva ad apprezzare la lettura. Sono ancora all'inizio, a pagina 40 circa, ma ho trovato molte riflessioni su queste pagine, sulle varie concezione che l'essere umano ha sui rapporti, ciò che possono farci diventare alcuni avvenimenti, quello che possono lasciarci dentro. In parte sto sorvolando la storia e apprezzando questi pensieri su questioni che un po' tutti viviamo.

Una frase che ho apprezzato sulla conoscenza e che condivido con voi.

"Ciò che distingue una persona che ha studiato da un autodidatta non è la quantità di conoscenza, ma il grado di vitalità e di conoscenza di sé."


Per quanto riguarda Tomas invece....conferma una convinzione che ho dato. In tantissimi libri come anche in tantissime storie reali di amici,conoscenti ecc. si trova spesso la figura maschile (o comunque una delle due,il concetto è lo stesso,solo che è più frequenta che sia il maschio della coppia) che si giustifica di essere rimasto per anni con una persona che non amava perchè lei in un qualche modo lo "costringe" psicologicamente,facnedo la parte della ferita che ha bisogno del suo amore,ecc ecc. Bè è una stupidaggine,nessuno costringe nessuno a stare con qualcuno,anzi,ha molto più senso piantare la persona in questione quando ci si rende conto di cominciare a sentirsi in trappola,invece di continuare a rendere infelici entrambi. Persone che si giustificano così sono solo vigliacche e non hanno il coraggio di fare scelte,come appunto dimostra Tomas,preferendo rimanere con il piede in due scarpe pur di non rinunciare a una delle due sue vite. No?



Sono d'accordo su ciò che dici della costrizione Bea. Alle volte ci si nasconde dietro spiegazioni stupide solo perché non si ha il coraggio di reagire e cambiare. Non so se Tomas abbia fatto bene o meno, non ne conosco esattamente i pro e i contro, il bene e il male che quella situazione possa portare. Sono della convinzione che l'essere umano non ha il coraggio di lasciare un habitat conosciuto, dove si sente protetto e confortato anche se non soddisfatto, perché è difficile. Credo che il pensiero di trovare nel cambiamento una situazione che non ci soddisfi lo stesso sia alta in molti che si trovino in queste situazioni

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Ultima Modifica 04/07/2015 08:48 da Katya.

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04/07/2015 13:50 #17562 da Francis
scusate, cambio discorso con questa parentesi simpatica solo per citare una frase che mi riguarda da vicino per motivi professionali: :laugh: :laugh: :laugh:

Parlando della grande quantità di tesi di laurea prodotte ogni anno dalle università, Kundera scrive:

Risme su risme di fogli scritti si accumulano negli archivi, che sono più tristi dei cimiteri, perché non ci entra nessuno nemmeno il giorno dei morti.


:ohmy: :huh: :dry: :sick:
:cheer: :cheer: :cheer: :cheer:

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04/07/2015 18:07 #17563 da Katya

scusate, cambio discorso con questa parentesi simpatica solo per citare una frase che mi riguarda da vicino per motivi professionali: :laugh: :laugh: :laugh:

Parlando della grande quantità di tesi di laurea prodotte ogni anno dalle università, Kundera scrive:

Risme su risme di fogli scritti si accumulano negli archivi, che sono più tristi dei cimiteri, perché non ci entra nessuno nemmeno il giorno dei morti.


:ohmy: :huh: :dry: :sick:
:cheer: :cheer: :cheer: :cheer:


Ti lascia da pensare vero fra??! :laugh: :laugh: :laugh:

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.

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05/07/2015 14:53 #17566 da Songbird
Questo romanzo mi dà parecchio da pensare, sia in positivo sia in negativo. Lo stile è molto scorrevole, e devo dire che non me lo aspettavo, ma non riesco ancora a capire in cosa consista questa "insostenibile leggerezza dell'essere" (e sono arrivata alla terza parte). Kundera lo spiega proprio all'inizio, ma se guardo ai personaggi, a Tereza e a Tomas, chi è pesante, e chi è leggero?
Mi piacciono molto la storia del rapporto tra Tereza e sua madre e il modo in cui viene descritto il loro rapporto con il corpo - e i sogni di Tereza, che trasmettono tutta l'angoscia degli incubi!-; l'autore che diventa personaggio, e racconta la nascita dei protagonisti, le sue impressioni, i suoi dubbi. E visto che credo nella sincronicità, il passaggio più bello, almeno per il momento, è quello sul caso:

Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento è tanto più significativo e privilegiato quando più casi fortuiti intervengono a determinarlo? Soltanto il caso può apparirci come messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto.

Una minuscola parentesi: ho letto, non ricordo dove, che Kundera ha espressamente vietato la distribuzione dei suoi romanzi in edizione digitale. Che ne pensate?

"Non sono sicuro di niente se non della santità degli affetti del cuore, e della verità dell'immaginazione." J. Keats

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06/07/2015 07:36 #17572 da Francis

non riesco ancora a capire in cosa consista questa "insostenibile leggerezza dell'essere" (e sono arrivata alla terza parte).


Songbird anch'io cercavo di trovare una risposta a questa domanda mentre leggevo, ma alla fine della terza parte farà un esempio esplicativo sul rapporto tra Sabina e Franz che chiarificherà finalmente il concetto.

Per quanto riguarda la citazione che hai fatto:
Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento è tanto più significativo e privilegiato quando più casi fortuiti intervengono a determinarlo? Soltanto il caso può apparirci come messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto.
questa frase mi ha fatto riflettere molto su una delle domande fondamentali: esiste un destino che in qualche modo regola la nostra vita oppure siamo tutti figli del caos e quello che noi chiamiamo destino in realtà sono solo coincidenze??
io personalmente non credo al Destino e il motivo è che nella mia educazione adolescenziale il Destino era associato al Progetto divino e, dopo aver finalmente capito che non esiste un Progetto divino, anche il Destino è diventato un qualcosa di impalpabile e un'idea sorpassabile...
ma voi cosa ne pensate??

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06/07/2015 09:21 #17576 da EmilyJane
Dunque dunque, sto ultimando la lettura della sesta e ultima parte: rimango della mia idea, non è il mio genere di libro ma non lo disprezzo, un libro senza infamia né lode!
Per quanto riguarda il destino mi sembra che nel romanzo gli uomini, soprattutto Tomas (e si, non lo sopporto proprio) si lascino trascinare dal destino e lo usino come scusa per ogni cosa, mentre le donne agiscano di più, siano più reattive.
Come ho già accennato, non mi piacciono le teorizzazioni di Kundera, non perchè le trovi banali ma perchè non le condivido: in generale mi infastidiscono quegli scrittori che ti danno i loro assunti come fossero verità universali, penso che ognuno abbia una sensibilità e un sentire diverso, mentre qui mi sembra tutto un po' troppo definitivo nelle parole dell'autore.
Tornando a Tomas e Franz:
Attenzione: Spoiler!


Comunque queste relazioni le trovo aride, sono amori malsani, in cui le persone stanno insieme per diversi motivi correlati alle loro vite e ai loro problemi, sono tutti irrisolti. Mi fa vedere un mondo davvero triste. :(

Le parti che più ho apprezzato nel libro sono quelle dove vengono raccontati pezzi di storia dell'occupazione russa avvenimenti di quegli anni, la perseguitazione agli intellettuali schierati all'opposizione, le spie della polizia...ritengo che sia la cosa più riuscita nel libro.

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)

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06/07/2015 09:24 #17577 da Songbird
Io non credo che la nostra vita sia già scritta, quindi il destino in questo senso per me non esiste; ma sono sicura che ognuno di noi abbia una vocazione, uno scopo, un talento. Quando cerchiamo di scoprire perchè viviamo e cosa ci rende felici riceviamo dei segnali che ci aiutano ad andare avanti, che ci mostrano la direzione da prendere: è per questo che, tornando a Tomas e Tereza, tutte le coincidenze che li hanno fatti incontrare in realtà non erano per niente casuali.

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06/07/2015 19:57 #17579 da guidocx84

Io non credo che la nostra vita sia già scritta, quindi il destino in questo senso per me non esiste; ma sono sicura che ognuno di noi abbia una vocazione, uno scopo, un talento. Quando cerchiamo di scoprire perchè viviamo e cosa ci rende felici riceviamo dei segnali che ci aiutano ad andare avanti, che ci mostrano la direzione da prendere


Condivido in pieno!! Siamo artefici del nostro destino. Mi piace pensare che la vita sia composta da un insieme di scelte che magari lì per lì ci sembra che possano incidere di un niente ma che sommate una all'altra ci portano in un punto ben preciso del nostro cammino, che sarebbe stato differente se avessimo fatto scelte ogni volta diverse.
Quante volte vi domandate: "Ma cosa sarebbe successo se"? Il famoso bivio... vi piacerebbe conoscere l'esito di ciascuna strada non intrapresa? E magari tornare indietro e riviverla diversamente?
Non sto leggendo il libro (ancora) ma questi argomenti mi affascinano sempre. Ed in realtà negli anni ho anche cambiato un po' opinione sull'argomento. Infine, una cosa che collego sempre a questi argomenti (quando ne parlo o ci penso) è il Déjà vu... che spettacolo è la mente!( it.wikipedia.org/wiki/D%C3%A9j%C3%A0_vu )

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