Eccomi anche io a commentare questo libro... avrei voluto prendere parte alla discussione passo per passo con voi ma la verità è che non avrei avuto molto da dire... purtroppo...

Questo perché, per quanto mi riguarda, la lettura non è stata delle migliori. Mi ritrovo in totale accordo con Vanna, Erica e Beatrice. La trama è spesso scontata e, quando potrebbe stupirci, lasciandoci magari anche un po' di quel sano amaro in bocca, non lo fa. Il copione sembra già scritto dalle prime pagine. Pertanto, nell'analizzare questo libro, non vorrei soffermarmi sulla trama quanto più sullo stile di scrittura dell'autore. Ford si riconferma, a mio modo di vedere, un autore che sa dosare ottimamente le parole. Lo stile è chiaro, limpido, scorrevole. Mi piace. Un altra cosa che mi piace di lui è che studia. Studia molto prima di dare vita alle sue opere. Si documenta. Ci fa conoscere degli spaccati di vita di un tempo lontano. E questo è sicuramente un aspetto che apprezzo di lui.
Concordo con quanto è stato detto: il primo libro è tutta un'altra storia alla quale "Come un fiore ribelle" non lega neanche le scarpe. Questo credo possa dipendere anche dalla potenza dei
personaggi secondari che "Il gusto proibito dello zenzero ci ha fatto conoscere". Su alcuni di loro sarebbero potuti partire degli spin-off. Dei libri in cui avrebbero potuto avere la dignità di personaggio principale tanto erano importanti e curati nella storia.
Questo mi fa riflettere sull'importanza dei personaggi secondari in un racconto. In "Come un fiore ribelle" ho sentito una potenza analoga soltanto nel personaggio di Charlotte. Ma per il resto, il nulla.
Ho voglia di fare un paragone con il mondo del cinema, giusto perché mi è venuta in mente questa cosa.
Prendete "Django unchained" di Tarantino e toglieteci Waltz, Di Caprio e Jackson. Cosa resta?
Ecco, se penso ad un confronto tra il primo ed il secondo libro di Ford penso che se al primo avessero tolto Keiko, la signora Beatty, ed il jazzista di colore di cui non ricordo il nome (scusate), probabilmente il risultato sarebbe stato il medesimo di "Come un fiore ribelle".
Interessante infine anche lo spunto che ci ha dato Beatrice che si lega anche al nostro tema dell'anno da un certo punto di vista. Il comportamento dell'assistente sociale (donna) che non avrebbe dubbi nell'affidare il bambino all'uomo, indipendentemente da tutto. E' una tematica di cui, per mia ignoranza, non avrei molto da dire allo stato attuale ma il pensiero di Beatrice è chiaro e lo condivido...
nza contare che l´assistente sociale nel momento in cui le dice che il figlio starebbe meglio con il padre non sa minimamente che stabilità o mezzi economici egli possa garantire a William, parla semplicemente per partito preso. Ed è pure donna. BAH
Insomma, in definitiva è un libro che non mi pento di aver letto anche se, delle mie tre proposte, avrei preferito leggere il saggio. Ma sarà per un altra volta. Ford si è confermato un bravo autore ma non c'è stata la scintilla che invece è scattata per molti altri di voi...