Ciao a tutti,
non mi stupiscono molto i pareri contrastanti perchè quando lessi questo libro la prima volta sperimentai qualcosa di simile dal vivo. Io non riuscivo a smettere di pensare a Difred, mentre alcune mie care amiche non riuscivano a leggere il romanzo.
Nel complesso la mia rilettura e la lettura dei vostri commenti mi ha portato a riflettere su alcuni punti:
- è difficile entrare in empatia con Difred?
Secondo me sì, sono in accordo con voi. E' difficilissimo per la natura stessa del personaggio. Difred ha subito una cancellazione totale dell'identità. Fa fatica a ricordare il prima e il dopo. La sua memoria e le sue sensazioni sono confuse. A mio parere la confusione della scrittura, la prosa telegrafica, i salti temporali riflettono, tra l'altro, la confusione di Difred. In ultimo, nonostante il tema si prestasse ad una scrittura su piano emotivo non è questa la scelta dell'autrice. Raccontare una realtà alienante, dal punto di vista di una persona alienata è una scelta forte che non rende fluida la lettura.
- Chi è il protagonista della storia?
Comprendo ora che il protagonista potrebbe non essere Difred, ma la condizione mentale di Difred. Se fosse stata Difred ad un certo punto avrebbe ricevuto nuovamente la dignità del suo nome. Di un ricordo che non fosse un pezzo di memoria confuso. Per questo la vicenda non è così importante, il risultato della privazione della dignità lo è molto di più.
Mi sta tornando la claustrofobia...
- Ho apprezzato molto alcuni dei vostri commenti sul fatto che "
tutto il mondo è paese". Io non l'avevo pensata così, e vedere un altro punti di vista mi ha incuriosito. Mi sono ritrovata a pensare ad alcune similitudini con la realtà attuale che mi hanno impressionato. Il risultato che il mondo dell'ancella che mi sembrava lontanissimo, adesso mi sembra molto, ma molto più vicino.
Mi interesso dei temi del femminismo e mi sono trovata spesso a riflettere su alcuni fenomeni per i quali la sensibilità individuale si divide. Non riesco ad essere insensibile di fronte agli insulti che le donne ricevono quando affermano di non volere figli. Le mie scelte individuali potrebbero essere diverse, ma penso...se un uomo dice "non voglio avere figli" viene insultato?
Le donne si fanno guerra da sole tra la fazione non vogliono allattare e quella voglio allattare a lungo. E senza arrivare a episodi estremi e ai numeri di femminicidio, provate a chiedere a conoscenti donne, magari non proprio della vostra cerchia, cose innocue tipo: quali sono i criteri di scelta del loro abbigliamento, locali, amicizie.
Scoprirete che nella democratica Italia ci sono donne che mandano la posizione del cellulare ai loro compagni quando escono a cena (raramente) con le loro amiche ("
ci tiene tanto a me... vuole sapere sempre dove sono e con chi, mi vuole proteggere" "
andavi in un posto buio, eri senza macchina...?" "
no, ma sai ci tiene tanto e se non lo faccio si irrita un po'" ).
Scoprirete donne che non vestono alcuni colori, o indumenti, perchè non graditi dai loro compagni (
"eh, che bello questo maglioncino, mi piacerebbe.. purtroppo..." "putroppo cosa? invece ti starebbe bene!", " si lo so, ma a mio marito non piacerebbe per via del colore, a me piace ma lo trova volgare" ndr. dolcevita rosso. poi scoprii che anche i jeans non erano graditi al marito).
E vi stupirete nello scoprire che sono donne istruite, tutt'altro che stupide.
Pensate a quante volte avete sentito dire o avete detto:
"mio marito mi aiuta nelle faccende" oppure per gli uomini "
do una mano a mia moglie". "mi aiuta", "do una mano"... di chi è la responsabilità delle faccende? Della donna... ovviamente se è una scelta volontaria, è perfetto. Ma il più delle volte è un automatismo.
Sei femmina? ecco la ramazza e mi raccomando... procrea!
Altrimenti non sei femmina.
Dopo questa sparata femminista che la Dworkin sarebbe fiera di me, mi chiedo. Perchè ho apprezzato il "racconto dell'ancella"?
Perchè mi ha ricordato che non posso girare il viso dall'altra parte. Perchè ogni volta che una donna deve mandare la propria posizione sul cellulare al suo compagno si fa un passetto in avanti verso una privazione della libertà femminile, di tutte le donne. Me, voi, le vostre sorelle e mogli amate.
Leggendo bene il Racconto dell'Ancella si legge che tutto iniziò piano, che chi si ribellò lo fece tardi e venne deportato. E' estremo e non può capitare?
.... i talebani avevano bandito la musica. E questo dovrebbe insegnarci che è tutto possibile.
Perchè non sentiamo la ribellione in Difred? Perchè Difred non era una ribelle da principio. Prima di essere Difred non si era ribellata, aveva girato la testa dall'altra parte.
PS
Non prendo una percentuale dalla Atwood e rispetto chiunque abbia espresso pareri negativi su questo romanzo. Comprendo che le scelte stilistiche non sono comuni, o necessariamente gradevoli. Ma sono una grande appassionata del suo messaggio che credo più attuale che mai in un'epoca in cui c'è un uso spropositato della parola femminismo, ma i centri antiviolenza vengono fatti chiudere e non c'è nessuna vera approfondita riflessione sui generi e la relazione tra gli stessi.
NB
se pensate che io sia un tanto esagerata (il che è possibile) vi invito dare un occhio ai dati:
reports.weforum.org/global-gender-gap-report-2017/
Italia sempre più indietro, su alcune misure sorpassata dal Burundi (avete letto bene). Ci vorranno 100 anni per i paesi occidentali per colmare il divario (con questo passo, se non rallentiamo).