Ciao! Sotto sotto, in incognito, il libro me lo sono letta pure io, e ora vi beccate il mio commento!
Dunque, il mio giudizio alla fine è positivo e, per dire, su Goodreads gli ho dato un voto alto perché per me è stata una lettura molto coinvolgente. Questo devo ammetterlo, facevo fuori una pagina dopo l'altra. Però non so quanto questo sia dovuto alla qualità della narrazione in sé e per sé o all'effetto "non posso distogliere gli occhi dal treno che deraglia".

Comunque, anche fosse per quest'ultimo motivo la Tartt è stata brava a creare quest'atmosfera urgente per cui si vuole a tutti i costi andare avanti.
Altre cose mi sono piaciute: i personaggi moralmente grigi, se non proprio neri. Facciamo neri. Privi di coscienza, troppo persi nelle proprie turbe. E anche la chiave di lettura letteraria, soprattutto nei temi dell'apollineo e del dionisiaco, come due forze contrapposte: la luce, l'ordine, la civiltà contro il caos, l'irrazionale e la libertà. Direi che i nostri protagonisti hanno piegato un po' troppo giù di qua, e hanno perso completamente la bussola.
Se da un lato quindi i proverbiali "rapporti tossici" sono sempre accattivanti da leggere, specie così ben scritti, allo stesso tempo un po' stufano... almeno parlo per me. La spirale di distruzione in cui annegano i ragazzi dopo un po', tutto sommato, è prevedibile e a un certo punto, con una buona dose di humor nero, perdonatemi, mi faceva ridere come tutti trattassero Charles come l'unico alcolizzato.

Ok, è l'unico forse che ci stava per lasciare le penne, ma tutti gli altri non erano da meno...
A proposito, anche a me la quantità di alcol-fumo-droga dopo un po' ha cominciato a dare noia, ci sta che come dice Bea sia una cosa culturale perché anche io la ritrovo sempre, ma comunque non è normale. Sfiora un po' il ridicolo. Voglio dire, tutto il college è popolato di gente incredibilmente resistente, com'è che non muori con questi cocktail esplosivi 24/7?
Lo stesso effetto (calco tanto che "stroppio") me l'hanno fatto tante altre cose, come
Un altro punto debole concordo che è il personaggio di Julian, sottosfruttato ma anche in generale, per me, per niente carismatico e affascinante come il narratore cerca di dipingerlo. Sì, è misterioso, ma non è che faccia poi chissà che per rimanerti impresso.
Per il resto, la storia è un bel congegno che fila e non posso dire di essere delusa, se penso di aver letto un buon thriller. Non lo eleverei più sopra di così, però, almeno per i miei gusti.

E avrei evitato un po' delle lungaggini che avete già citato: il funerale di Bunny, le tante scene riempitive.