Elle ha scritto:ti sembra che siano stati cresciuti da hippie degli anni 70' e non da nazisti.
Quindi
i tedeschi sono stati cresciuti da nazisti?!

Questa frase è esemplificativa di un pregiudizio diffusissimo, di cui non mi sono mai capacitata, e meno che mai da quando vivo in Germania. Tu stessa poi parli di questa generazione, che è forte e liberale e ha saputo imparare tanto dal passato, ma mi incappi nell'assurda generalizzazione che vuole, ancora oggi (a distanza di quasi un secolo dall'avvento del nazismo), i tedeschi o nazisti o, se proprio vogliamo essere generosi e non troppo anacronistici, figli di nazisti.
Non ce l'ho con te, Ely, sia ben chiaro, anzi ti ringrazio per avermi interpellata sull'argomento!

Se i miei toni possono sembrare un po' accesi è perché questo argomento mi tocca molto emotivamente, ci sono cose che mi cuociono un po' dentro da quando abito qui.
Sono, diciamo, un po' stanca di dover continuamente difendere il paese che amo e in cui ho scelto di vivere. Mi è toccato litigare con un parente venuto a trovarmi dall'Italia, che un giorno passeggiando ha sentito nell'aria "puzza di lager": così, giusto per dire qualcosa di offensivo, perché quello che c'era nell'aria era molto semplicemente odore di marmitta bruciata. Quando gli ho fatto notare che non sapeva nemmeno di che cosa stava parlando, mi è stato risposto che "ognuno ha le sue idee e se le tiene". Ergo, i tedeschi sono nazisti e ancora oggi c'è "puzza di lager". E questo è solo un esempio tra tanti. Da quando vivo in Germania non mi sono mai dovuta difendere dai tedeschi in quanto italiana (anzi, qui adorano l'Italia e sono abituati ad una società multiculturale), ma non vi immaginate nemmeno quante volte mi sono dovuta difendere dagli italiani in quanto "tedesca d'adozione".

I tedeschi sono un esempio mirabile: hanno saputo fare i conti con il loro terribile passato, si sono messi davanti alla loro coscienza e si sono rimboccati le maniche per "rimediare". In questo paese è impossibile far finta che la Shoah non sia mai avvenuta. Da un lato è logorante, ti chiedi come si possa convivere con tutte queste targhe e questi monumenti ad ogni angolo (io stessa ho avuto, i primi tempi, molta difficoltà ad abituarmici... mi è anche capitato di mettermi a piangere per strada) ma dall'altro capisci che qui hanno capito cosa sono la memoria ed il rispetto, e che su questo non si può scendere a compromessi.
A differenza di qualcun'altro... noi italiani possiamo dire di aver fatto altrettanto? Se tanto mi dà tanto, dovremmo essere tutti giudicati fascisti. Ma d'altronde, l'Italia è il paese in cui ai mercatini vendono ancora i busti del duce e i neo-fascisti organizzano pellegrinaggi a Predappio... e ancora diciamo che Mussolini ha costruito le ferrovie al Sud, dimenticandoci degli ebrei italiani che abbiamo mandato a morire. Qui un uomo voleva chiamare il figlio Hitler: è finito in carcere e gli hanno tolto il figlio. Su queste cose non scherzano, e fanno bene.
Nonostante questo, i ragazzi della nostra età sanno guardare con "serenità" al nazismo, d'altronde non avrebbe senso per loro sentirsi "responsabili" o "complici" di qualcosa che non hanno nemmeno lontanamente vissuto. Sarebbe come sentirci, noi tutti, complici del fascismo: sarebbe veramente assurdo e privo di senso.
Della Germania e di questi miei primi sei mesi qui (eh sì, ho festeggiato mezzo anno!

) ci sarebbe veramente tantissimo di cui parlare, ma se dovessi dire qual è la cosa che più mi ha colpito di questo paese visto "da dentro" e non da turista (anche se già da turista l'avevo intuita), direi proprio l'onestà con cui si parla del nazismo, la memoria che qui non si abbandona né si modifica per renderla meno crudele... ed è giusto così.
E ora, giusto per alleggerirci un attimo e andare OT... ma Ely starai mica parlando del Rainbow Gathering di Mirapiri?! Miticooo!