Secondo me sono proprio i classici che devono essere letti a scuola, ma spiegati dall'insegnante, contestualizzati e dando le chiavi di lettura. Servono degli strumenti più adeguati per questi libri ed è la scuola che dovrebbe fornirli! Poi è chiaro che se sei un lettore che riesce a variare generi-autori-epoche, questi strumenti li scopri da te con il tempo e la pratica... ma è sempre meglio averli quanto prima.
Non ho letto la Tamaro, ma avendo letto da pochi anni "I Malavoglia", sostengo che Verga andrebbe davvero letto a scuola! Io non ho avuto questa fortuna, pur essendo catanese, e questa cosa non la perdonerò mai ai miei insegnanti. Sarebbe stato bellissimo perché quei posti noi catanesi li conosciamo, stessa cosa per "Il bell'Antonio" o volendo anche "Il Gattopardo". Almeno gli autori famosi della propria regione andrebbero riscoperti e riportati a scuola perché ci sarebbe già qualcosa che si conosce (la propria terra, usi e costumi), quindi riuscirebbero a stimolare interesse e curiosità, inoltre non mancherebbero neanche le grandi tematiche.
Per rispondere a Bea, i lupini qui li conosciamo perché durante le feste cittadine vendono dei sacchetti di lupini salati a mo' di spezzafame. Insomma sono legumi diffusi e non solo perché li mangiavano i nostri nonni. Però comprendo il tuo discorso, ecco perché secondo me è meglio iniziare a leggere i classici italiani della propria regione, proprio perché potrebbero esserci meno ostacoli.
A scuola, per un intero biennio, abbiamo letto I Promessi Sposi... opera che non reputo brutta, ma volete sapere qual è l'unico ricordo che ho di questo romanzo in classe? La prof.ssa che chiedeva a chiunque come le donne mettessero il grembiule durante la rivolta del pane a Milano -___- Gli altri ricordi sono dei capitoli che ho letto da sola (dovevamo andare avanti più velocemente e concludere il romanzo, quindi non c'erano queste domande stupide!). Per le vacanze estive a cavallo tra primo e secondo anno, sempre questa prof.ssa ci diede 3-4 libri sugli ebrei/olocausto, senza contestualizzare nulla, e io li ho odiati praticamente tutti (e ho vinto anche l'imprinting negativo sui romanzi contemporanei).
Ecco, questo è senz'altro l'approccio più errato che ci possa essere e, infatti, anche io sono d'accordo che ci debba essere del metodo! L'ideale sarebbe che l'insegnante facesse una lista di libri, spiegasse un po' le trame e le tematiche dei romanzi, e poi facesse scegliere i ragazzi.. e, a scuola, si affrontassero i temi come dibattito (stile club del libro) invece che come vera interrogazione. Sarei pure favorevole a scelte tassative tipo 2 classici (scritti entro l'800, qualunque genere) e 2 contemporanei (dal 900 in poi, qualunque genere). Se il docente scegliesse di imporre un romanzo, andrebbe letto in classe, andrebbe spiegato bene dall'insegnante e andrebbero fatte domande serie e intelligenti (non quella sul grembiule), in ogni caso non andrei avanti più di 3-6 mesi sullo stesso libro (due anni di Promessi Sposi non li auguro a nessuno).
Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.
Otello - William Shakespeare