Martedì, 04 Novembre 2025

Scelta del Libro del Mese Marzo 2015

Sondaggio: Scelta del Libro del Mese Marzo 2015 (terminato il 2015-02-25 00:00:00)

Salomè
5 14.7%
Il dottor Zivago
17 50%
L'ombra del vento
12 35.3%
Numero votanti: 34 ( mstesym, lettrice, Nanna, MetalEly, Elyrouge81 ) Visualizza altro
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01/02/2015 18:20 - 01/02/2015 18:22 #15452 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Si ma io puntavo al Mondadori Flipback :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:

L'OMBRA DEL VENTO - MONDADORI FLIPBACK

Mi ha incuriosito... il libro per orizzontale... ecco perché è quasi 1000 pagine... ok se è 450 allora va bene... quindi mi torna alla ribalta Zafon! Più che altro perché ricordo che chi me lo consigliò mi disse che era adatto ad un club del libro... :laugh: :laugh: :laugh:

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
Ultima Modifica 01/02/2015 18:22 da guidocx84.
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01/02/2015 18:39 #15454 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015

guidocx84 ha scritto: Si ma io puntavo al Mondadori Flipback :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:

L'OMBRA DEL VENTO - MONDADORI FLIPBACK

Mi ha incuriosito... il libro per orizzontale... ecco perché è quasi 1000 pagine... ok se è 450 allora va bene... quindi mi torna alla ribalta Zafon! Più che altro perché ricordo che chi me lo consigliò mi disse che era adatto ad un club del libro... :laugh: :laugh: :laugh:


Si il flipback è di 864 pagine... :laugh:

Non ho mai provato a leggere in questo modo non saprei dirti. Come sai preferisco in generale gli ebook. :)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
Tanti anni nel Club e nemmeno una medaglia!
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01/02/2015 19:03 #15456 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Ahaha brava Claudia che ci riprovi con il Dottor Zivago :P :lol: :lol: Solo che stavolta c´è anche Zafon,che vorrei leggere da un po´di tempo...quindi questo mese la scelta non sarà automatica per me come le altre volte :( mannaggia

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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01/02/2015 19:06 #15457 da Claudia1221
Risposta da Claudia1221 al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Vedi Bea, in un modo o nell'altro ti ho accontentata! :-)


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"Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?"
Harper Lee, Il buio oltre la siepe .
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01/02/2015 20:34 #15458 da altea
Risposta da altea al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Ombra del vento giá letto due volte!
Il numero di pagine é relativo: pur non avendo ancora letto Zivago, penso che una pagina di Pasternak scorra come dieci di Zafon!
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02/02/2015 09:16 #15463 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Votato! :)
Ho guardato in giro un po' le recensioni, ho pensato a cosa mi attirava di più al momento e ho scelto Il dottor Zivago. Così sono rimasta coerente visto che avrei voluto leggerlo anche l'altra volta in cui l'avevi proposto (e poi dovuto cambiarlo :) )

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)
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04/02/2015 17:15 #15487 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Salomè è una tragedia in un atto del 1892. Visto che pubblicare l'incipit di un'opera teatrale probabilmente non ha molto senso riporto la premessa a cura di Lucio Chiavarelli presente nell'edizione della Newton Compton.

Premessa

Sull’ideazione di questo breve dramma ha scritto qualche pagina tanto convincente quanto storicamente esatta il critico Francesco Mei nella sua appassionata biografia dello scrittore (Wilde, Rusconi ed., Milano, pp. 90-91):

Durante il soggiorno parigino, dai primi di novembre del 1891 alla metà di gennaio del 1892, Wilde si rimise in contatto con quei giovani scrittori che cercavano nuove forme d’espressione in un simbolismo decadente, rivolto ad esaltare il valore assoluto della parola al di fuori del linguaggio comune. La capitale francese attraeva Wilde non solo per i costumi molto più liberi che non a Londra, ma anche per l’atmosfera intellettuale più congeniale e stimolante. Ospite per qualche giorno dell’ambasciatore inglese Lord Edward Robert Bulwer-Litton, ex viceré delle Indie, che condivideva i suoi gusti particolari, Wilde poteva passare dalla bohème dei ritrovi studenteschi di Montmartre e del Quartiere Latino ai salotti aristocratici ed esclusivi del Faubourg Saint-Germaine, come quello della baronessa Deslandes e della principessa russa Urasov.
Tuttavia, c’era in Oscar un fondo puritano che non gli permetteva di condividere fino in fondo la disperata identificazione di arte e vita dei poeti maledetti: era troppo inglese, troppo legato all’immagine aristocratica del dandy. Più che a Verlaine, si sentiva congeniale a quegli scrittori, come Gide e Pierre Louÿs, in cui l’attrazione dei sensi era temperata da un’autentica inquietudine spirituale e che, come Maeterlinck e Mallarmé, riuscivano a mediare le pulsioni erotiche nell’alchimia quasi ascetica della parola.


Ma ecco i tempi della «folgorazione» e della rapidissima stesura. Lo scrittore Jean Lorrain, oggi più noto per il duello sostenuto contro Proust che per i suoi meriti letterari (Belletti e veleni, Polvere di Parigi, Il signor di Phocas ecc.), era all’epoca l’interprete più sottile e caustico della Parigi mondana e ottimo critico d’arte. Nel suo studio, in cui Lorrain aveva anni prima tentato una meno probabile carriera artistica, Wilde vide un cartone preparatorio della grande tela della Salomé di Gustave Moreau, quella in cui la principessa, adorna solo di gioielli, danza davanti alla testa del Battista. Per più giorni lo scrittore tentò di trasporre sulla pagina le emozioni che la visione del quadro e il soggetto trattato avevano suscitato in lui, ma senza riuscirvi. Provò più volte a stendere il copione ma il tema lo toccava troppo da vicino. Capiva che solo trasferendolo in un’aura mistica e surreale avrebbe potuto oggettivare il grumo emotivo che lo agitava. Forse la relazione con il giovane Alfred Douglas portava adesso stranamente alla luce qualcosa di oscuro, rimosso nell’inconscio, che in seguito alla nuova esperienza amorosa acquistava evidenza drammatica.

L’ispirazione decisiva gli venne un pomeriggio in cui, tornando al suo albergo in Rue des Capucines, sollecitato dalla vista di un quaderno nuovo, seguì l’idea che gli era balenata parlandone a pranzo con gli amici. Scrisse di seguito fino alle undici di sera, poi decise di scendere a mangiare qualcosa al Grand-Café, all’angolo tra il Boulevard e rue Scribe. Sentiva che si era avvicinato al cuore del soggetto, ma gli mancava ancora qualcosa. Si rivolse allora al violinista Riso, che dirigeva l’orchestrina zigana: «Sto scrivendo un dramma su una donna che danza a piedi nudi nel sangue di un uomo che ha amato e che ha fatto uccidere. Ma non riesco ad afferrare bene lo spirito della situazione. Suonami qualcosa che mi metta in sintonia...». Il violinista comprese al volo: Wilde ascoltò, si immerse nell’atmosfera, prese qualche appunto. La notte stessa il copione era terminato.


Wilde scrisse Salomé in francese perché aspirava a crearsi una fama internazionale. Ma altri motivi, di carattere estetico e personale, contribuirono alla scelta. La lingua straniera gli facilitava, con il distacco dal linguaggio comune, logorato dall’uso, l’intento di restituire alla parola tutto il suo potere evocativo di suggestione simbolica e quasi sacrale.
Sul primo tentativo di rappresentare l’opera a Londra, la prima rappresentazione parigina e la prima edizione a stampa della Salomé, si veda la Introduzione al teatro di Masolino D’Amico in questo stesso volume alle pp. 277-78.
Per quanto concerne le rappresentazioni italiane va ricordato un curioso esperimento di rappresentazione parziale al Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia, che il «còrago sublime» raccontava press’a poco così: «Una sera al termine dello spettacolo di Ubu roi di Jarry nell’estate del 1926, gli spettatori erano rimasti in sala a chiacchierare e a discutere e qualcuno s’era messo al pianoforte e suonava la danza dei sette veli dall’opera straussiana; era presente anche Evgenija Borisenko, che di lì a poco avrebbe assunto lo pseudonimo di Jia Ruskaja; la danzatrice improvvisò qualche movimento, e ipso facto fu deciso di tentare una messa in scena della Salomé wildiana in soli tre giorni di prove e con la collaborazione degli attori che prendevano parte a Ubu, tra cui Sacripante, la Vercelloni (che sarebbe stata Erodiade) e Lazzarini (Johanaan). Fu fatto e fu un trionfo, ma per due sole repliche perché all’improvviso la Ruskaja sparì e non fu possibile sostituirla».
Rappresentazioni successive con Helena Wnorovska e altre furono coraggiosi tentativi di imporre al pubblico la celebrazione di un erotismo amorale e irrazionale senza riscatti piccolo-borghesi, ma non ottennero quei consensi che era lecito sperare.
Un mezzo infortunio per il regista (Corrado Pavolini) fu il ciclo di rappresentazioni milanesi promosse dall’impresario Remigio Paone, protagonista Laura Adani. Mancò totalmente, a giudizio della critica, «l’atmosfera greve che ammorba la reggia di Gerusalemme» e le invenzioni o disgressioni registiche finirono col frantumare questo testo erudito e allusivo, tra i più statici che si possano immaginare.
Restano invece nella storia delle rappresentazioni sceniche importanti le numerose rielaborazioni che di questo testo ha dato Carmelo Bene tra gli anni Sessanta e Settanta, con la collaborazione di Lydia Mancinelli, Alfiero Vincenti, Piero Vida, Luigi Mezzanotte. Con la genialità che solo adesso gli viene riconosciuta, Bene comprese perfettamente che l’estetismo di Wilde era soltanto un modo di stare in scena: «Ci sono due mondi: uno è il mondo reale e di questo non vale la pena di parlare perché lo vedono tutti; l’altro è il mondo dell’arte del quale invece bisogna parlare perché altrimenti non esisterebbe». Nell’apparente gusto parodistico, Bene ci offrì senza pesantezze non l’apologia del languore estetizzante, ma la formula sarcatica e innovatrice della sensibilità moderna.
In anni più recenti il contributo maggiore alla esatta comprensione di questo testo insolito, che celebra la degenerazione della disciplina morale dei sentimenti, è stato dato dalla illuminante regia di Steven Berkoff al Festival di Spoleto: una direzione forse eversiva, ma lucidamente consapevole che «faire l’amour c’est faire le mal». Tra le numerose rappresentazioni a carattere sperimentale si ricordano una buona interpretazione di Anna Suzzi (al Teatro dell’Uccelliera in Villa Borghese a Roma) e una interessante regia di Gian Luca Bottoni (Sala Europa a Bologna, protagonista Karin Grosch, ambientazione anni Settanta).

LUCIO CHIAVARELLI


(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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04/02/2015 17:19 #15488 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Nel seguito l'incipit de "Il Dottor Zivago" di Boris Pasternak

IL DIRETTO DELLE CINQUE.
1.
Andavano e sempre camminando cantavano "eterna memoria", e a ogni pausa era
come se lo scalpiccìo, i cavalli, le folate di vento seguitassero quel canto.
I passanti facevano largo al corteo, contavano le corone, si segnavano. I curiosi,
mescolandosi alla fila, chiedevano: «Chi è il morto?» La risposta era: «Zivago.» «Ah!
allora si capisce.» «Ma non lui. La moglie.» «E' lo stesso. Dio l'abbia in gloria. Gran
bel funerale.»
Scoccarono gli ultimi minuti, scanditi, irrevocabili. «La terra del Signore e la sua
creazione, l'universo e ogni cosa vivente.»
Il prete nel gesto della benedizione gettò un pugno di terra su Màrija Nikolàevna. Fu
intonato «Con gli spiriti giusti». Poi tutto prese un ritmo spaventoso. La bara fu
chiusa, inchiodata, calata nella fossa. Tambureggiò la pioggia delle palate di terra,
rovesciata in fretta, con quattro vanghe, sulla cassa, finché non si formò un piccolo
tumulo. Sopra vi salì un ragazzo di dieci anni.
Soltanto quello stato d'inebetito torpore, che di solito prende alla fine d'ogni
imponente funerale, poté creare l'impressione che il bambino volesse tenere un
discorso sulla tomba della madre.
Lui sollevò la testa e dal tumulo abbracciò con sguardo assente i deserti spiazzi
autunnali e le guglie del monastero. Il suo volto camuso si contrasse. Il collo si
protese. Fosse stato un lupacchiotto a levare il capo in quell'atto, c'era da credere che
avrebbe preso a ululare. Il ragazzo si coprì la faccia con le mani e scoppiò in
singhiozzi. Muovendo verso di lui, una nube cominciò a colpirlo sulle mani e sul viso
con le umide sferze di un gelido scroscio. Alla tomba si avvicinò un uomo, in nero,
con le maniche strette che tiravano ai gomiti. Era il fratello della morta e zio del
fanciullo che piangeva, il sacerdote Nikolàj Nikolàevich Vedenjapin, ridotto allo
stato laicale a propria richiesta. Si accostò al ragazzo e lo condusse via.


(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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04/02/2015 17:21 #15489 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Ed infine l'incipit de "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon.

Il Cimitero dei Libri Dimenticati

Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano le prime giornate dell'estate del 1945 e noi passeggiavamo per le strade di una Barcellona prigioniera di un cielo gri-giastro e di un sole color rame che inondava di un calore umido la rambla de Santa Mónica.
«Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno» disse mio padre. «Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.»
«Neanche alla mamma?» domandai sottovoce.
Mio padre sospirò, offrendomi il sorriso dolente che lo seguiva sempre come un'ombra.
«Ma certo» rispose mesto. «Per lei non abbiamo segreti.»
Subito dopo la guerra civile, il colera si era portato via mia madre. L'a-vevamo sepolta a Montjuïc, sotto una pioggia battente, il giorno in cui compivo quattro anni. Ricordo che quando chiesi a mio padre se il cielo piangeva gli mancò la voce. Sei anni dopo, l'assenza di mia madre era an-cora un grido muto, un vuoto che nessuna parola poteva colmare. Mio pa-dre e io abitavamo in un piccolo appartamento di calle Santa Ana, vicino alla piazza della chiesa, sopra la libreria specializzata in edizioni per colle-zionisti e libri usati che era stata del nonno, un magico bazar che un giorno sarebbe diventato mio, diceva mio padre. Sono cresciuto tra i libri, in compagnia di amici immaginari che popolavano pagine consunte, con un profumo tutto particolare. Da bambino, prima di addormentarmi racconta-vo a mia madre come era andata la giornata e quello che avevo imparato a scuola. Non potevo udire la sua voce né essere sfiorato dalle sue carezze, ma la luce e il calore del suo ricordo riscaldavano ogni angolo della casa e io, con l'ingenuità di chi conta ancora gli anni sulle dita delle mani, crede-vo che se avessi chiuso gli occhi e le avessi parlato, lei mi avrebbe ascolta-to, ovunque si trovasse. A volte mio padre mi sentiva dal soggiorno e piangeva di nascosto.
Ricordo che quella mattina di giugno mi ero svegliato gridando. Il cuore mi batteva come se volesse aprirsi un varco nel petto e fuggire via. Mio padre, allarmato, era accorso in camera mia e mi aveva preso tra le braccia per calmarmi.
«Non mi ricordo più il viso della mamma» dissi con un filo di voce.
Mio padre mi strinse forte.
«Non preoccuparti, Daniel. Lo ricorderò io per tutti e due.»
Ci guardammo nella penombra, cercando parole che non esistevano. Per la prima volta notai che mio padre stava invecchiando e che i suoi occhi tristi erano rivolti al passato. Si alzò in piedi e aprì le tende per far entrare la pallida luce dell'alba.
«Su, Daniel, vestiti. Voglio mostrarti una cosa» disse.
«Adesso? Alle cinque del mattino?»
«Ci sono cose che si possono vedere solo al buio» rispose, sfoderando un sorriso enigmatico che doveva aver preso in prestito da un romanzo di Dumas.
Per strada si udivano solo i passi di qualche guardia notturna. I lampioni delle ramblas impallidivano accompagnando il pigro risveglio della città, pronta a disfarsi della sua maschera di colori slavati. All'altezza di calle Arco del Teatro svoltammo in direzione del Raval, passando sotto l'arcata avvolta nella foschia, e percorremmo quella stradina simile a una cicatrice, allontanandoci dalle luci delle ramblas mentre il chiarore dell'alba comin-ciava a disegnare í contorni dei balconi e dei cornicioni delle case. Mio padre si fermò davanti a un grande portone di legno annerito dal tempo e dall'umidità. Di fronte a noi si ergeva quella che a me parve la carcassa di un palazzo, un mausoleo di echi e di ombre.
«Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno. Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.»
Ci aprì un ometto con la faccia da uccello rapace e i capelli d'argento. Il suo sguardo si posò su di me, impenetrabile.
«Buongiorno, Isaac. Questo è mio figlio Daniel» disse mio padre. «Pre-sto compirà undici anni, e un giorno manderà avanti il negozio. Ha l'età giusta per conoscere questo posto.»


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07/02/2015 11:38 #15534 da calliroe
Risposta da calliroe al topic Scelta del Libro del Mese Marzo 2015
Ciao a tutti, visto che non ho la possibilità di usare il computer, potreste soddisfare la mia curiosità...quale libro sta "vincendo"? Grazie e buon week a tutti.


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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

Buongiorno! Se qualcuno avesse ancora problemi di login, dovete prima cancellare la cache del pc/smartphone, ricaricare la pagina, riaccettare i cookies e poi fare il login ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

Ciao Cristina, in che senso? Oggi sei riuscita a scrivere sul forum :-/ scrivimi una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) con l'errore che ti esce quando provi a fare cosa ;)

Avatar di Cri_cos Cri_cos - 27/10/2025 - 15:37

Ciao a tutti non riesco ad accedere al forum ne con pc ne con il cellulare :(

Avatar di mulaky mulaky - 27/10/2025 - 09:21

Siamo di nuovo ONLINEEEEEEE!!! :D

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 20/10/2025 - 16:44

Ciao Marialuisa! Sezione "News & Eventi" del sito: ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 16/10/2025 - 21:24

Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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