Ciao ragazzi!
Non sono in linea con le vostre letture ma sono in tema!

Sto leggendo "Anna Karenina" di Lev Tolstoj, autore che conosco solo per "Guerra e Pace" e che amo particolarmente.
Anna Karenina fa parte dei miei Buoni Propositi Letterari del 2018 e avevo in programma di leggerlo a dicembre perché mi piaceva l'idea di leggerlo durante il periodo invernale. In Sicilia è inverno solo a dicembre/gennaio/febbraio e quindi dovevo per forza leggerlo in questo mese.

Di Anna Karenina ho visto il film del 2013 con quello gnocco di Aaron Johnson e quella gnocca di Keira Knightley ma non ricordo praticamente nulla, a parte le cose essenziali, quindi la lettura è abbastanza salva.
Lo sto leggendo nell'edizione economica I Minimammut della Newton Compton Editori, (€3,90 per un classicone) tradotto da Enrichetta Carafa d'Andria.
Pier, cosa ne pensi di questa edizione e traduzione? Pensi che sia il caso di leggerlo in un'altra edizione per godere a pieno della lettura? E' un libro che voglio leggere bene, cosa mi consigli di fare? Io non mi sto trovando troppo male con la traduzione, se c'è di meglio però vorrei vedere le differenze.
Sono quasi alla fine della seconda parte e il primo personaggio a colpirmi è stato Levin. Più che altro mi ha colpito il suo pensiero sulla suddivisione delle donne. In poche parole, per Levin, le donne si dividono in due categorie: quelle che prima o poi cadranno nelle tentazioni carnali e Kitty, che è una donna angelo di Dante!

Ovviamente non mi trovo proprio d'accordo con il pensiero di Levin ma è un ragionamento che una mente innamorata e devota potrebbe benissimo fare, al contrario di uno come Vronskj che incarna un po' l'immagine del bello e dannato a cui le donne sono da sempre sensibili e vittime. Che ci possiamo fare!
Ve lo confesso, Vronskj che dall'alto dell’olimpo degli dei russi se la tira alla grande, mi piace.
Vede Anna e perde la testa, abbandona tutto quello a cui era interessato formalmente e non veramente e, spinto dall'amore -o più probabilomente dal desiderio- si butta a capofitto in una storia che sicuramente non porterà niente di buono. Se ne frega che Anna sia sposata, che abbia un figlio, che possa rovinarle la reputazione, lui la vuole... ma fino a che punto? Questo interrogativo mi terrorizza.
Ho apprezzato il comportamento iniziale di Anna, che seppur sedotta da Vronskj decide di allontanarsi da Mosca e tornare a Pietroborgo per dimenticare tutto. Una decisione che qualsiasi persona dotata di buon senso e desiderosa di salvarsi la faccia e la vita (compresa quella matrimoniale) avrebbe preso. Solo che Aleksej marito, oltre ad essere una palla umana è privo di una cosa non fondamentale ma importante nella vita di coppia: la gelosia. Bello il discorso che vorrebbe fare alla moglie ma il fatto che si interessi più dell'opinione pubblica che della sua mancata gelosia me lo fa scadere un po'.
Proseguo nella lettura e vi tengo aggiornati.
Qualcuno vuole farmi compagnia?