Martedì, 04 Novembre 2025

Letteratura tedesca

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21/03/2017 18:04 #30098 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura tedesca
Ho continuato con Roth ... :)

Dalla Prima Guerra Mondiale la Germania uscì con le ossa rotte e i nervi a pezzi: la sconfitta - sul piano politico-militare come su quello economico - fu totale. E bruciò: tanto, che mentre la nazione covava un forte desiderio di vendetta, i vari partiti si addossavano reciprocamente la colpa di quella disfatta. Fu quindi in un clima di grande insicurezza sociale che nacque la Repubblica di Weimar, fragile nella sua composizione e minata – a destra e a sinistra – da scontri sempre più accesi, non solo di natura ideologica.

Di questo agitato periodo storico ha lasciato testimonianza diretta Joseph Roth, nel suo romanzo d’esordio intitolato La tela di ragno, uscito a puntate dal 7 ottobre al 6 novembre 1923. Protagonista è "l'essere vile e crudele, ottuso e insidioso, ambizioso e inadeguato, avido di denaro e volubile, l'uomo medio, empio, superbo e servile, il calpestato, l'inappagato Theodor Lohse!" Theodor Lhose, "il giovane europeo: nazionalista e egoista, senza fede, senza fedeltà, assetato di sangue e limitato d'ingegno", che insegue il suo grandioso ed egoistico sogno di riscatto sociale senza mai preoccuparsi di coloro che sono destinati a farne le spese, che diverranno anzi bersaglio di un odio tanto irrazionale quanto strumentale.

Ma Theodor Lhose è solo l’anello di una lunga catena. Non è infatti un caso – dice il risvolto di copertina – che "soltanto due giorni dopo la sua interruzione - l'opera doveva infatti rimanere incompiuta - Adolf Hitler tentava il suo primo, fallito colpo di stato, il famoso putsch di Monaco, e questo può spiegare senz'altro meglio di ogni altra circostanza il quadro storico da cui scaturisce la figura del protagonista di questa straordinaria narrazione".

Ed è proprio questo l’aspetto più sorprendente – e, aggiungerei, inquietante – di un romanzo che altro non è se non "un'agghiacciante preconizzazione degli orrori del nazismo". Purché non si creda che gli eventi profetizzati appartengano ormai solo al passato. Perché Theodor Lhose, con la sua "piccola svastica dorata che brilla sulla sua cravatta di seta a righe trasversali", non è solo il prototipo del nazista della prima metà del Novecento, ma è personaggio purtroppo assai più moderno, diffuso e attuale di quel che si potrebbe pensare. Così come pure l’idea politica (se così si può chiamare), condita d’odio razziale, cui fa riferimento ...

Il libro si legge velocemente. Non solo perché è breve (160 pagine circa, divide in trenta brevi capitoli), ma perché lo stile – "secco, spezzato e martellante" – non concede pause di riflessione. Il risvolto della medaglia è che a tratti il ritmo – di pari passo con lo sviluppo dell’azione - si fa talmente concitato da creare un po’ di confusione nel lettore. Il fatto invece che il racconto sia incompiuto a mio avviso non costituisce un limite: il finale, infatti, già possiamo immaginarlo ...

Voto: 7

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26/06/2017 20:08 #31462 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura tedesca

bibbagood ha scritto: Dopo Zweig, ho continuato l'approfondimento di scrittori austriaci di inizio Novecento con un racconti di Franz Werfel, "Una scrittura femminile azzurro pallido".


L'ho letto anch'io ed è piaciuto molto anche a me :) Ho riscontrato anche una certa somiglianza con il romanzo di Marai che abbiamo letto qui sul forum qualche tempo fa: non solo nello stile (altrettanto elegante e ricercato, sicuramente, ma anche più diretto e vibrante), ma anche per quell'atmosfera di crescente attesa da "resa dei conti" che aleggia sull'intera vicenda. Perciò, chi avesse apprezzato "Le braci", credo potrebbe rimanere soddisfatto anche da questa breve lettura, bella, intensa e profonda. :)

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26/06/2017 20:44 #31466 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Letteratura tedesca

Novel67 ha scritto:
L'ho letto anch'io ed è piaciuto molto anche a me :) Ho riscontrato anche una certa somiglianza con il romanzo di Marai che abbiamo letto qui sul forum qualche tempo fa: non solo nello stile (altrettanto elegante e ricercato, sicuramente, ma anche più diretto e vibrante), ma anche per quell'atmosfera di crescente attesa da "resa dei conti" che aleggia sull'intera vicenda. Perciò, chi avesse apprezzato "Le braci", credo potrebbe rimanere soddisfatto anche da questa breve lettura, bella, intensa e profonda. :)


Sono contenta ti sia piaciuto :) Anche io infatti quando ho letto Le braci ho ripensato a questa lettura, ma più per l'atmosfera. L'"attesa da resa dei conti" mi è sembrata molto più presente in Marai, perchè è una resa dei conti con qualcuno (o almeno è quello l'intento iniziale), mentre in Werfel la resa dei conti è più che altro tra il protagonista e se stesso!

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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29/03/2018 22:05 #35542 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura tedesca
Stefan Zweig "Sovvertimento dei sensi" scritto nel 1927
Un ragazzo al suo primo anno di università a Berlino invece di studiare si da alla pazza gioia gozzovigliando invece di studiare, finché viene "beccato" dal padre che inaspettatamente lo va a trovare. Fra padre e figlio viene deciso di mettere fine alla bella vita dello studente che viene iscritto oramai a metà anno in un'altra Università tedesca di un piccolo paesino. Roland si avvicina alla sua nuova situazione con mala voglia, ma nella nuova università viene affidato per il piano di studi a un professore di letteratura inglese, che lo affascina per la sua vivacità e originalità nelle lezioni su Shakespeare. Da qui nasce nel nostro giovane la voglia di letture mai affrontate prima e una amicizia/venerazione per il proprio Professore, ricambiato da quest'ultimo che lo prende come beniamino. "l'atteso entrò e venne subito verso di me; di nuovo mi sfiorò quello sguardo morbidamente avvolgente, ardente come fuoco coperto, quello sguardo che con mio stupore mi penetrava nel più intimo dell'anima".
Diventa un allievo modello, sacrifica il sonno:
"Ma quel che stimolava in particolar modo il mio zelo era la vanità di far buona figura davanti al mio maestro, di non deludere la sua fiducia, di guadagnarmi un suo sorriso di approvazione"
Spesso però il professore è preso nei confronti del suo allievo da scatti di malumore che Roland non comprende.
Attenzione: Spoiler!
.
Questo breve romanzo (pag. 136) è un capolavoro di indagine psicologica, un audace racconto della sofferenza causata dallo scontro tra passione e morale.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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01/04/2018 20:12 #35575 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura tedesca
Zweig affronta fin dalle prime pagine il conflitto generazionale tra padre e figlio: “bastava che per mio padre la scienza fosse sacra perché la mia presunzione la considerasse semplice sofisticheria.” Perché lui lodava i classici e li citava come esempio a me sembravano pedanti e odiosi,”
Roland è impaziente di vita, la sua giovinezza la chiama verso il divertimento, il godimento che può offrire una città bella come la Berlino di allora così in sintonia con la vitalità di questo giovane:
“ambedue, lei e io, cresciuti troppo presto, usciti da un ambiente di gretta piccineria protestante, precocemente dediti a un nuovo delirio di potenza e di possibilità; ambedue, la città e io, nel fiore della gioventù, vibravamo di irrequietezza e impazienza.”
Ma lo sciallo per il nostro dura fino a quando non riceve la visita inaspettata del padre che avviene in una situazione imbarazzante: lui si trovava nella sua camera a letto con una ragazza. Il padre gli chiede conto dei suoi studi, completamente abbandonati dopo la prima lezione, così padre e figlio decidono assieme di cambiare le cose e Roland per il secondo semestre sceglie di iscriversi in una piccola città di provincia della Germania centrale che godeva di gran fama per la sua accademia.

La vita del nostro studente cambia completamente, svolge in breve tempo tutte le pratiche per l’iscrizione all’Università, fa il giro di tutti i professori, finché incontra il suo professore ordinario.
Qui avviene l’incontro “folgorante” tra l’allievo e il professore di letteratura inglese: “non avevo mai sentito parlare uomo con tale avvincente fascino. Conobbi per la prima volta quel che i latini chiamano raptus, il rapimento di un uomo sollevato in alte sfere, al di là del proprio io.”

E così ne descrive l’aspetto:
“la testa di un antico romano, la fronte marmorea alta e arcuata, incorniciata alle tempie da folti capelli bianchi ondulati: un’ardita struttura di imponente intellettualità, ma con gli occhi profondamente cerchiati, fin troppo delicato, quasi femmineo nella liscia rotondità del mento,

nella bocca inquieta che a momenti sorrideva a momenti tramava con nervosa irrequietezza. Quel che in alto la fronte aveva di virile, si scioglieva nel profilo più morbido del viso,”

Ha inizio fra professore e allievo un’amicizia intellettuale fatta di odierne visite dell’allievo a casa del professore. Roland si offre di aiutare il professore alla stesura di una saggio che quest’ultimo non riusciva a fare da solo. La gioventù, l’entusiasmo e l’energia diventano una linfa vitale per il Maestro che giorno dopo giorno costruisce e detta il suo saggio.
A volte, però, il buon umore del professore si trasforma in atteggiamenti bruschi e malevoli dei confronti del suo allievo che ne soffre e si continua a domandare il perché di questi repentini mutamenti di umore.
Le cose vanno bene, il semestre sta per volgere alla fine, ma un banale avvenimento porta dietro una brutta conseguenza: il professore, come aveva già fatto altre volte parte improvvisamente e ritorna a casa dopo tre giorni e trova Roland con le valige fatte e pronto a partire definitivamente. Così il professore esige che fra i due ci sia un chiarimento affinché si possano lasciare in amicizia. Così si esprime l’autore.

“Da quella sera in cui quell’uomo venerato mi aprì la sua anima come una dura conchiglia, da quella sera, quarant’anni fa, tutto quello che i nostri romanzieri e poeti raccontano come straordinario, tutto quello che le commedie rappresentano sotto la maschera della tragedia, mi sembra infantile, nullo o di nessuna importanza.”

Segue la confessione del professore, che mai in tutto il romanzo viene chiamato per nome. Il suo segreto viene svelato.

“E quella calda voce insistente, quella voce ardente e penetrante, io l’accolsi in me, tra brividi e paura, come la donna accoglie in sé il maschio….”

Alla fine del romanzo ci sono ancora due pagine, dense di poesia di tragedia e di amore.
Ho fatto fatica a staccarmi da queste pagine, ho pianto.

.

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(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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13/04/2018 12:23 #35904 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura tedesca

Graziella ha scritto: Questo breve romanzo (pag. 136) è un capolavoro di indagine psicologica, un audace racconto della sofferenza causata dallo scontro tra passione e morale.


Letto anch'io, ma devo ammettere un pizzico di delusione. "Un bellissimo racconto sulla seduzione intellettuale, sulle ossessioni, i sensi di colpa, i desideri inconfessati" , dicono: io ne ho apprezzato lo stile, ma l'ho trovato molto cerebrale e poco coinvolgente. Ciò però non m'impedirà di leggere altro di questo autore.

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13/04/2018 15:33 #35908 da Graziella
Conosciuto in Italia esclusivamente come l’autore di Gradiva, il romanzo che è servito a Sigmund Freud per elaborare il famoso saggio Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhem Jensen sul rapporto fra i contenuti latenti dell’inconscio e l’espressione artistica, Jensen (1837 -1911, nato in –Germania del Nord) fu, in realtà, uno scrittore prolifico e molto noto ai suoi tempi anche per il successo dei suoi libri presso il largo pubblico. Questa edizione (Sugarco Edizioni) che accumuna un’opera nota – Gradiva appunto – con un’altra mai finora tradotta in Italia – La casa gotica – ha lo scopo di far conoscere questo autore non soltanto in riferimento alla teoria freudiana dell’arte, ma anche per la sua intrinseca abilità di intreccio narrativo che, nel suscitare la tensione del lettore scavando nei fantasmi, nelle paure e nel rimosso della psiche umana molto di avvicina agli esiti del moderno thriller di angoscia.

Questo racconto di 95 pagine è secondo me, un gioiello della letteratura tedesca di fine ottocento, primi novecento:
“un giovane archeologo Norbert Hanold, ha scoperto in un museo di Roma un bassorilievo. L’immagine riproduce, una giovane ragazza, la quale solleva un po’ la sua ricca veste così da lasciare scoperti i piedi nei sandali. Un piede poggia completamente sul terreno, l’altro retrostante è sollevato e tocca il terreno solo con le punte delle dita, mentre la pianta e il calcagno si alzano quasi perpendicolarmente. Questo modo di camminare insolito e particolarmente grazioso affascina lo sguardo del nostro archeologo”.
Norbert Harold è affascinato da questo bassorilievo tanto da farsene fare un calco in gesso non appena rientrato in Germania e che tiene appeso ormai da qualche anno in un punto privilegiato del suo studio.
Il viso della donna raffigurata nel bassorilievo viene così descritta dall’autore:

“Nei tratti raffigurati si esprimeva una serena indifferenza per quanto accadeva intorno, lo sguardo dritto e imperturbabile parlava di un’intatta facoltà visiva e di pensieri pacatamente racchiusi in se stessi.”

Norbert è affascinato e nello stesso tempo ossessionato da questa figura, lui così dedito al suo lavoro, frequenta raramente i salotti, non ha amici, ma soprattutto non riconosce le donne fuori dai salotti dove le ha conosciute.
Norbert vuole dare un nome alla ragazza del bassorilievo, la chiamerà Gradiva “colei che incede”, la immagina come un abitante di Pompei antica, e aiutato nella sua fantasia dalla conoscenza effettiva della Pompei archeologica, la vede camminare per quei luoghi su quelle singolari pietre sporgenti, con quella sua singolare andatura.
Infatti aveva compiuto alcune ricerche sul modo di camminare delle giovani donne sue coetanee, ma non aveva trovato nessuna donna che camminasse in quel così aggraziato.
Sempre seguendo la sua immaginazione Norbert pensa che i lineamenti del viso della donna del bassorilievo non siano di tipo romano latino, sicuramente ella doveva essere greca, ellenica.
Una mattina di primavera, Norbert, fermo alla finestra di casa sua, che da sulla piazza crede di veder passare per strada una signorina che cammina con lo stesso passo agile e spedito, della sua Gradiva: ella procede tenendo con la mano sinistra leggermente sollevato l’orlo della gonna; scende di corsa le scale così come si trova, in camicia all’inseguimento della donna che però non riesce a raggiungere.
Sempre più immerso in questi pensieri fece un sogno molto singolare e angoscioso che lo riempì di terrore. Sognò di trovarsi nell’antica Pompei proprio quel 24 agosto 79 giorno della terribile eruzione del Vesuvio.

“il cielo avvolgeva in una nera cappa di caligine la città destinata alla distruzione, solo a tratti s’intravvedeva uscire da uno squarcio un qualcosa su cui le fiamme sprigionate dal cratere gettavano una luce color sangue; sconvolta e instupidita dal terrore, la gente cercava scampo nella fuga, chi solo e chi stretto ad altri in una confusa moltitudine. Anche su Norbert si abbatteva la pioggia di cenere e lapilli e tuttavia, come paradossalmente accade nei sogni, non ne rimase colpito, così come i letali vapori sulfurei nell’aria, che pur egli avvertiva , non gli impedivano di respirare. Fu allora, mentre sostava accanto al tempio di Giove prospiciente il Foro, che all’improvviso scorse davanti a sé la Gradiva;”……

Norbert, decide di partire verso il Sud, vuole tornare a Roma e poi a Napoli, da lì si sente attratto sempre più irresistibilmente da Pompei. Prenderà il treno e arrivato lì prende dimora in uno dei due alberghi vicino agli scavi.

Spero con questa piccola introduzione, di essere riuscita ad accendere la curiosità di qualcuno che possa venire invogliato alla lettura di questa incredibile novella.

In questa fase mi pare prematuro postare il piccolo saggio di Freud (pagine 91, Edizione Bollati e Boringhieri) che rischierebbe di diventare troppo rivelatore del racconto originale.

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14/04/2018 20:32 #35947 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Letteratura tedesca
Terminato anche io la lettura de Il sovvertimento dei sensi di Zweig e mi trovo a metà tra il giudizio di Lorenzo e di Graziella. Non ho avuto infatti attimi di commozione e mi ha preso moooooolto di meno di La novella degli scacchi. Come dice Lorenzo anche secondo me qua manca un po´ di quella passione di quel coinvolgimento che invece avevo trovato nell´altra opera, qua ogni tanto mi perdevo nelle riflessioni e nei ragionamenti contorti del protagonista. Però mi è comunque piaciuto, forse lo stile sarà un aspetto non sufficiente per poter dire che un´opera È bella se non riesce a trasmettere poi di fatto altro, ma non so, quando un libro in lingua straniera mi prende cosi tanto e mi soffermo quasi ad ogni frase a riflettere sulla bellezza della frase bo, non riesco a non rimanere entusiasta :) E grazie Graziella per aver riportato alcune citazioni, almeno mi sono potuta render conto di come È stato tradotto e secondo me riesce a trasmettere lo stile di Zweig!

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15/04/2018 12:30 #35965 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
@ Biba, io mi sono commosso, ho davvero pianto alla fine del racconto per la pena che mi ha fatto il Maestro
Attenzione: Spoiler!

Cambiando argomento, vorrei richiamare la tua attenzione sul mio poster precedente, si tratta di una novella di Wilhem Jensen (1838 - 1911) "Godiva, fantasia pompeiana", secondo me una perla artistica rara. Io ne ho postato un inizio, sperando che qualcuno avesse voglia di leggerla, una strana storia di un archeologo che crede di vedere una giovane donna da lui vista in un bassorilievo, camminare viva fra le rovine di Pompei, l'insegue e riesce anche a parlarle. Tutto è avvolto nella follia del giovane, ma poi tutto si chiarirà in un lieto fine, con il "risveglio" dalla momentanea follia del nostro giovane.
Freud in un breve saggio: "Gradiva. Il delirio e i sogni della "Gradiva" di Wilhelm Jensen" ne fa un'analisi splendida. Il saggio di Freud è di 90 pagine, e il racconto di Jensen è di 131 pagine.
Se riesco ti invio anche fa foto del bassorilievo che si trova a Roma.

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17/04/2018 09:32 #36020 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
Pardon: Gradiva non Godiva.

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

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Avatar di bibbagood bibbagood - 16/10/2025 - 21:24

Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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