Sabato, 06 Settembre 2025

Letteratura tedesca

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07/11/2018 19:28 #38898 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
Hans Fallada: E adesso pover’uomo? (tit. originale: Kleiner Mann, was nun?)

Pubblicato nel 1932, il romanzo narra le vicende di una giovane coppia di sposi alle prese con le crescenti difficoltà economiche e con lo spettro della disoccupazione nella Germania weimariana.

"È da gente come questa, come i freschi sposi Pinneberg - modesti, pazienti, onesti - che sono venuti fuori i nazisti?" si domanda Ralf Darendorf il sociologo tedesco che ha evidenziato per primo l'importanza di una lettura del romanzo in chiave sociale e politica. Proprio dietro la trama apparentemente semplice - fare i conti con la vita di ogni giorno, la povertà crescente, le incertezze del futuro in un misto di impotenza e di rassegnazione - si coglie il drammatico quadro sociale in un momento cruciale della storia della Germania che porterà all'olocausto e alla Seconda guerra mondiale.

Un autore (a me) del tutto sconosciuto, un titolo estremamente curioso: questi i motivi che mi hanno spinto a leggere un romanzo scritto in maniera semplice, eppure avvincente.

Ripubblicato da Sellerio nel 2008, il romanzo – che godette all’epoca di fama internazionale - uscì in Italia già nel 1933, edito da Mondadori in versione però ridotta ed edulcorata, atta a ingentilire “certe espressioni un poco dure o un poco crude” utilizzate dall’Autore o, più probabilmente, a nascondere una visione e rappresentazione della realtà – non solamente tedesca - alquanto lucida e disperata.

Il libro appartiene infatti alla corrente della Neue Sachlichkeit, “forma di neorealismo che regolò i conti con l’emotività senza limiti dell’Espressionismo tanto nelle arti figurative che in letteratura” e mirante ad una descrizione oggettiva, precisa e documentaristica, della società moderna e dei suoi problemi.

L'attenzione è focalizzata in particolare sull'uomo comune, l’uomo della strada, quale appunto è Johannes Pinneberg, il kleiner mann del titolo, le cui vicende trascendono la dimensione individuale per assurgere a simbolo di un popolo schiacciato e vessato da una crisi socio-economica devastante e in balia dell’incertezza politica.

Oltre a testimonianza realistica, il romanzo ha anche valenza profetica, perché per quanto scritto prima dell’ascesa hitleriana, l’impressione che ne ricava il lettore è che “l’autore sapesse (e non può saperlo) che subito dopo la parola fine di fronte ai due giovani protagonisti della storia si impennerà e si concluderà l’ascesa al potere della NSDAP”.

E partendo dall’osservazione "che proprio le persone più miti, più buone possano all’occorrenza convertirsi in mostri" Beniamino Placido - in un suo commento intitolato “una coppia di agnellini o due nazisti?” - conclude: “non ce la faranno ad arrivare alla fine del mese. E’ molto brutto dover fare i conti di casa entro limiti così soffocanti. Brutto e foriero di brutti pensieri. Quindi i nervosismi. Forse i nazismi”.

Nazismi, al plurale. Perché inevitabile è il paragone con i nostri tempi. Si parla spesso di una crisi che ha portato squilibri socio-economici rovinosi, in Italia e non solo: il futuro appare incerto, il lavoro precario, le pensioni in pericolo. La politica non offre soluzioni, se non propagandistiche e demagogiche. C’è allora chi scende in piazza, chi si arrende e si toglie la vita e chi - come Pinneberg - si chiude in casa e si tappa le orecchie.

E ad un tratto Pinneberg capisce tutto, al cospetto di questo poliziotto, di questa gente perbene, di questa vetrina luccicante lui capisce che è tagliato fuori, che non appartiene più a quel tipo di mondo, che lo si caccia via a ragione: è scivolato giù, è finito a fondo, è spacciato. Ordine e pulizia: roba di una volta. Pane e lavoro sicuri: roba di una volta. Farsi avanti e sperare: roba di una volta. La povertà non è soltanto miseria, la povertà è anche un reato, la povertà è un marchio, la povertà è sospetta.

Romanzo inquietante, ma bello. Davvero!

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08/11/2018 00:30 #38901 da Graziella
Risposta da Graziella al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
Sempre di Hans Fallada "Ognuno muore solo"uscito nel 1947 basato su una storia vera. Sellerio editore Palermo.
Secondo Primo Levi "Il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza al nazismo".
Alcuni anni fa venne tratto anche un bellissimo film "Lettere da Berlino"
Strano che Fallada sia per te un autore "quasi sconosciuto"
Dalla prima di copertina:
"Hans Fallada, massimo autore del neorealismo weimeriano, ormai alcolizzato, dipendente dai farmaci, ripetutamente incarcerato e rinchiuso in istituti psichiatrici, ricevette l'incartamento da autorità della ricostruzione e scrisse l'opera nel tardo 1946, in ventiquattro giorni, appena prima di morire. Eppure questo ritratto raggelante, della Germania sotto la doppia angoscia del nazismo e della guerra è rimasto dimenticato a lungo e vive solo oggi grazie alla trionfale scoperta e pubblicazione in America."

OGNUNO MUORE SOLO
Di Hans Fallada
RECENSIONE

Lo stile del romanzo è neorealistico tedesco.
Il romanzo è stato scritto nel 1947 da Hans Fallada pseudonimo di Rudolf Ditzen che morirà nel 1947 consunto dall’alcolismo e dagli psicofarmaci.

Tutto il romanzo si concentra attorno a dei personaggi reali, vivi, esistenti: delinquenti, spie in cerca di soldi, ubriaconi miserandi senza lavoro, perfettamente allineati con il regime nazionalsocialista, da una parte, e dall'altra con dei personaggi non allineati, non iscritti al partito, ma non certo attivisti.
L’atmosfera è quella di una nazione con cittadini terrorizzati dal regime e premurosi di fare continuamente la spia contro chiunque. I coniugi Quangel, quelli che scrivono e “piazzano” delle cartoline con scritte di denuncia sull'operato di Hitler riescono con determinazione e coraggio nel loro intento, che li vede attivi per più di 2 anni, ma purtroppo le loro cartoline, ad esclusione di 18 su 276, vengono consegnate regolarmente alla Polizia. E’ lo stesso commissario Echerich che durante l’interrogatorio mette al corrente Otto Quangel dell’inutilità delle sue azioni sovversive.
L’unica persona dell’apparato che si uccide è proprio il commissario Echerich il quale non sopporta la vista dei suoi superiori che ubriachi si accaniscono con percosse: calci, pugni e altro, contro il povero Otto Quangel rinchiuso in cella dopo aver fatto una regolare confessione scritta.
“Eccomi qui, sono forse l’unico che Otto Quangel abbia convertito con le sue cartoline. Là non servo a niente, Otto Quangel non posso continuare la tua opera. Sono troppo vigliacco. Il tuo unico seguace, Otto Quangel!”
Trasse rapidamente fuori la pistola e sparò.
Questa volta non aveva tremato."

Il Presidente Feisler, è un personaggio veramente esistito che ha mandato alla ghigliottina moltissime persone. La descrizione fisica di Feisler è splendida:
“ la bocca era volgare, quella bocca dalle labbra dure, ……e anche le mani, con le loro dita lunghe e nodose, dita come gli artigli di un avvoltoio: quando faceva domande particolarmente offensive, quelle dita si contraevano come se frugassero nella carne delle vittime.”
I personaggi non d’accordo con il nazismo, vengono tutti presi e fanno una brutta fine, l’unica a salvarsi è la postina.
Gli spioni miserandi invece se la cavano sempre. Salvo Kluge, imbroglioncello e stupido viene sacrificato e ucciso con un proiettile nella testa dal commissario Escherich.
Questo è un romanzo avvincente che si legge con grande piacere, non ci sono mai momenti di noia, sicuramente è uno dei migliori del genere.
Ma cosa ha voluto veramente dire o cosa ha pensato Fallada quando ha intitolato il suo romanzo “Ognuno muore solo”. Certo la morte è un passaggio che ognuno di noi compie assolutamente solo, ma non si è forse un po’ già morti quando viviamo soli, reclusi, isolati? Non è forse vero che la morte è già insita quando si nasce?

(Copia della mia recensione del romanzo fatta per una ricerca sul nazionalsocialismo, argomento che avevo "lanciato" su Letteratour, un club del libro on line e che doveva rispondere anche a una domanda cruciale:" Il popolo tedesco era a conoscenza di cosa stava succedendo in Germania? E se sì era consenziente?
Il romanzo di Fallada è stato quello che ha innescato la ricerca, come una bomba. Abbiamo passato tre mesi in cinque persone ognuna con testi diversi per darci delle risposte.
Il romanzo è un vero capolavoro, da leggere assolutamente.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
Ringraziano per il messaggio: Kira990

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31/08/2019 23:25 #41377 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
Dopo la lettura del libro del mese di Febbraio 2019, ovvero La storia infinita, mi ero ripromessa di riprovarci con Momo per dare una seconda possibilità a Michael Ende. E ho fatto bene, perchè mi è piaciuto di granlunnga di più! C´è sempre il messaggio di sottofondo di come i bambini siano gli unici puri di cuore, ma non è cosi stucchevole come ne La storia infinita. L´ho trovato più comodo, e, anche se nella sua fantasiosità, realistico. Anche Momo si svolge in un mondo inventato, ma descrizioni e storia sono lineari, si fanno seguire e appassionare senza problemi, non sono campate in aria come invece mi è sembrato ne La storia infinita. I grandi temi che alcuni hanno trovato ne La storia infinita sono riscontrabili anche qui, ma senza estremismi e piagnistei, senza grandi rivelazioni ogni due pagine.
Insomma, anche Momo lo classificherei un libro per ragazzi come La storia infinita, ma ben più apprezzabile da un adulto rispetto a quest´ultimo.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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15/10/2019 18:20 #41806 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
Nessun Luogo. Da nessuna parte.

A volte bastano un titolo, e magari una copertina, per sentirsi irresistibilmente attratti da un libro. Se poi la scrittura - incantevole - ti cattura, cercherai in ogni modo di superare gli scogli che impediscono la comprensione. Che in questo caso sono dannatamente irti, per certi versi persino invalicabili. Almeno per me, che ho tentato e ritentato, tornando più volte sui miei passi, per capirci qualcosa. E temo ancora sia poco.

Illuminante, a un certo punto, s’è rivelata la postfazione di Anita Raja (la Ferrante, per intenderci: ed è la prima volta che leggo qualcosa di suo), che andrebbe in effetti letta prima anziché dopo, se si vuole inquadrare il racconto. Ma può essere d'aiuto anche Alessandro Baricco, in questo articolo apparso su Repubblica (ricerca.repubblica.it/repubblica/archivi...a-idea-di-mondo.html):

Accade tutto in un salotto borghese, un pomeriggio del 1804, a Winkel sul Reno – benché accadere non sia probabilmente il termine giusto, se non per quelli che lo applicano anche a cose invisibili, micromovimenti dell’anima, frasi appena pronunciate. Gli altri direbbero che non accade nulla. Nel mite salotto borghese, dove buona educazione e disciplinata intelligenza sono la regola, il caso ha riunito due anime irregolari, un uomo e una donna, giovani, scandalo e attrazione della compagnia. Lui se ne sta in un angolo, le dita strette sul bracciolo della poltrona, le nocche bianche: un naufrago che si tiene aggrappato. Lei ha una qualche bellezza che la tiene al centro dell’attenzione, e un’intelligenza che è come un gorgo a cui la gente si avvicina per curiosità e si allontana per prudenza. Non si erano mai visti prima. In quel salotto si conoscono, dunque, ma la parola giusta, qui, è, ovviamente, riconoscono. Belli i loro nomi: Kleist, lui, Günderrode, lei.

Heinrich von Kleist (1777-1811) e Karoline von Günderrode (1780-1806) sono – come gli altri presenti nel libro – personaggi effettivamente esistiti. Lui fu di gran lunga il drammaturgo più importante nel movimento romantico in Germania, si legge su Wikipedia, mentre per lei si riportano invece le definizioni di Saffo del Romanticismo e di Werther in gonnella. Moriranno entrambi suicidi, dopo aver riversato la loro disperata infelicità nelle rispettive opere. A quanto pare, nella realtà, non ebbero mai modo d’incontrarsi.

Ma fortunatamente per noi, Christa Wolf, l’autrice del libro, ha avuto sufficiente immaginazione per far scaturire 118 pagine di pura poesia. E C’è anche la più elegante dichiarazione d’amore che io abbia mai letto – aggiunge Baricco: «Volevo dirLe che sarebbe certo una cosa terribilmente innaturale che noi due non diventassimo amici strettissimi». Ed io sono d’accordo con lui.

Il racconto ci parla di disagio interiore, di politica e di letteratura, d’amore e d’amicizia: ma non in maniera pedante e sistematica, bensì attraverso parole sospese, dialoghi appena abbozzati e - soprattutto - un flusso continuo ed alternato di coscienze, dal significato non sempre cristallino. Anzi, spesso oscuro. Ma quando ci si sofferma davanti a un quadro che toglie il fiato, si può rimanere estasiati anche senza sapere chi l’ha dipinto, o cosa rappresenti.

E talvolta questo può bastare. Perché, come scrive la Wolf, dare nome ed espressione alle cose, o ai sentimenti, è proprio degli intellettuali, o dei poeti. Noi invece, che tali non siamo, dobbiamo accontentarci di descrivere ciò che s'è visto, o ciò che s'è provato, anche in maniera confusa. Ma per quanto si possa rimaner senza parole, si potrà perlomeno esclamare, come ho fatto io richiudendo il libro, wow, che bello!

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08/11/2019 17:43 #41957 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Letteratura tedesca. Sovvertimento dei sensi
Un tempo, le coppie d’amanti prima di separarsi cercavano una stella, su cui i loro sguardi la sera potessero incontrarsi. Che cosa dobbiamo cercare noi?

«Il cielo almeno non possono dividerlo» disse Manfred beffardo.

Il cielo? Tutta questa cupola si speranza e di anelito, di amore e di tristezza?

«Sì invece» disse lei piano. «Il cielo è sempre il primo a essere diviso»


Domani, 9 novembre 2019, ricorrerà il trentennale della caduta del Muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda e della divisione - non solo tedesca - tra Est e Ovest.

Il cielo diviso, di Christa Wolf, pubblicato nel 1963 e ambientato a Berlino tra il 1959 e il 1961, narra in realtà di una storia d’amore sbocciata all’ombra di un muro materialmente ancora da costruire, ma che ha già messo fondamenta nelle menti e nelle coscienze degli abitanti.

L’autrice del libro è figura controversa. Dopo un’infanzia e un’adolescenza trascorse sotto il Terzo Reich, Christa Wolf aderisce in modo entusiastico al credo socialista della neonata DDR. Successivamente le sue convinzioni s’incrinano, tanto da destare i sospetti della Stasi, con la quale pare abbia invece inizialmente collaborato. Decide tuttavia di non abbandonare la DDR, pur avendone la possibilità, suscitando così le critiche della stampa occidentale, soprattutto dopo l’appello rivolto dalla Wolf ai suoi cittadini, riuniti ad Alexanderplatz il 4 novembre 1989, di non rinunciare al sogno socialista.

Come spiegare questo suo comportamento? Una chiave di lettura la offre forse proprio il romanzo, la cui protagonista, Rita, dopo aver varcato il confine per raggiungere l’amato Manfred, fuggito a Ovest, pronuncia queste parole: “E’ peggio che stare all’estero, perché si ode la propria lingua. Ci si trova, in un modo orribile, in un paese straniero”.

E’ possibile dunque che anche la Wolf abbia temuto di riscoprirsi straniera in una patria profondamente divisa dalle ideologie, prima ancora che da un muro. E per ideologia non intendo solo un modo di pensare, ma anche di vivere, o di sentire.

Ma sono queste riflessioni, ch’emergono durante la lettura, l’aspetto più affascinate dell’opera. Perché dal punto di vista puramente narrativo devo ammettere d’essere rimasto piuttosto deluso da una storia d’amore quasi totalmente priva di pathos e da una generale piattezza delle vicende, dei dialoghi e dei personaggi, in particolare dei due protagonisti.

Anche lo stile, che ho trovato tanto poetico in Nessun Luogo. Da nessuna parte , non ha destato emozioni, tanto da confondersi con quel grigiore, fatto di nebbie e scarichi di ciminiere, che pervade l’intero racconto.

Resta comunque la curiosità di leggere altro che tratti di quel particolare contesto storico.
Ringraziano per il messaggio: EmilyJane

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15/02/2022 22:07 #57952 da ziaBetty
Risposta da ziaBetty al topic Letteratura tedesca
Io invece mi sento a casa con la letteratura tedesca e mitteleuropea, non digerisco né la letteratura russa né quella americana (con qualche eccezione). 
Sinceramente non saprei fare un elenco di ciò che ho letto finora, vivendo in Germania è anche parecchio più semplice "attingere" ad autori tedeschi :-) 
Però io non mi fermerei ai classici, tipo: la trilogia di Carmen Korn (pubblicata in Italia da Fazi) mi è piaciuta tantissimo! Oppure Alte Sorten di Arenz (in italiano ha un titolo e una copertina assurdi, che proprio non c'entrano nulla col contenuto, ma è uno dei libri più belli che ho letto negli ultimi anni). Oppure classici per l'infanzia come Jim Bottone! 

"Che te ne fai di tutti quei libri?"

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06/01/2025 09:07 #69293 da ziaBetty
Risposta da ziaBetty al topic Letteratura tedesca
La mia prima lettura dell´anno è stata "Kleine Probleme" di Nele Pollatschek, che è uscito in Germania nel 2023 e non mi risulta tradotto in Italia.
Mi è piaciuto, anche se ci ho messo un po´ ad abituarmi allo stile - il quale, comunque, ha la sua ragion d´essere visto che il punto di vista è quello del protagonista, scrittore fallito e depresso, appena lasciato dalla moglie. Per questo decide di cambiare e di evadere finalmente tutte le cose che da tempo sono in sospeso (ogni punto della sua To-Do-List è un capitolo). Per me vale la pena leggerlo per l´idea di base (visto che io sono una grande fan dele To-Do-List e del detto "anno nuovo, vita nuova"), ma anche per alcune scene spassosissime.

"Che te ne fai di tutti quei libri?"

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01/08/2025 17:18 #71631 da Ornitorinco
Risposta da Ornitorinco al topic Letteratura tedesca
Ho sempre fatto grossa fatica con la letteratura tedesca. Anche grazie ai vostri consigli, cercherò di recuperare.

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori

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Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!

Avatar di mulaky mulaky - 08/08/2025 - 15:43

Ciao Marigiò, ti linko il gruppo di Palermo: QUI :)

Avatar di Marigió Marigió - 08/08/2025 - 00:43

Palermo a Settembre?

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 26/07/2025 - 10:53

Non tutti insieme è... buahahahah! :P :D lol

Avatar di mulaky mulaky - 21/07/2025 - 16:25

Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller? :D

Avatar di mulaky mulaky - 17/07/2025 - 08:32

Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

Avatar di Yuman4 Yuman4 - 15/07/2025 - 22:02

Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

Avatar di ludofrog95 ludofrog95 - 13/07/2025 - 15:06

Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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