Sabato, 06 Settembre 2025

"Lettera al padre" di Franz Kafka

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04/01/2024 14:55 - 04/01/2024 14:56 #65291 da bibbagood
"Lettera al padre" di Franz Kafka è stato creato da bibbagood
Quest'anno ricorre il centenario dalla morte di Franz Kafka (3 giugno 1924) e abbiamo deciso inaugurare questo nuovo percorso dedicato alle ricorrenze di scrittori e scrittrici leggendo insieme "Lettera al padre". Lo leggeremo proprio a giugno, sono poche meno di 100 pagine e crediamo sia una bella occasione per conoscere uno degli autori più importanti della letteratura tedesca e non solo.

Scritta nel 1919 e mai consegnata al destinatario, "Lettera al padre" ripercorre la storia di un rapporto assolutamente squilibrato tra un padre troppo forte e un figlio troppo debole. Una lotta impari. Da una parte c'è una figura che incarna l'autorità assoluta, distante e brutale, dall'altra un figlio pieno di paure, che desidera con tutto se stesso l'affetto del padre, ma che non ha il coraggio di conquistarselo. Così, in pagine di forte impatto emotivo, Kafka confessa la sua natura di figlio incompreso, insicuro e inadeguato, schiacciato dalla personalità di un uomo che ha l'aspetto enigmatico del tiranno. Uno spietato atto d'accusa, e insieme l'accorato appello di chi non può rinunciare alla speranza di una riconciliazione.

 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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Ultima Modifica 04/01/2024 14:56 da bibbagood.
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25/05/2024 09:24 #67251 da ziaBetty
Risposta da ziaBetty al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Non manca molto al primo giugno, io ho già tirato fuori il libriccino... l'ho letto tantissimi anni fa in viaggio per Praga, sono contenta di avere l'occasione di rileggerlo :) 

"Che te ne fai di tutti quei libri?"

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01/06/2024 12:15 #67317 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Il 15 giugno partiamo con questa lettura, ma se nel frattempo voleste approfondire un po' la figura di Kafka, vi rimando all'articolo della Rubrica uscito da pochissimo: Cent'anni da Kafka .

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
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01/06/2024 12:21 #67319 da ziaBetty
Risposta da ziaBetty al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Aaaah non il primo giugno, ma il 15! 
Io ad ogni modo sono pronta 

"Che te ne fai di tutti quei libri?"

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07/06/2024 19:03 #67374 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Ciao! Ho letto l'articolo, breve ma assai interessante, e preso in prestito il libriccino anche io in biblioteca. Attendo impaziente il 15 di giugno: ho una speciale attrazione verso Kafka, anche se ancora non ho letto niente di suo!

Sono stata a Praga di recente e avrei proprio voluto visitare il suo museo, ma non ne ho avuto il tempo. L'ho trovato però spesso raffigurato e citato nelle vie, perciò già gli sono affezionata.

"Lettera al padre" mi sembra un modo interessante di conoscerlo, proprio perché vi ha riversato tutto se stesso. Mi attira molto, di lui, questo bisogno di svelare le proprie vulnerabilità... in controtendenza rispetto a ciò che facciamo di solito, come esseri umani, ovvero tenere bene alte le nostre difese. Sono sicura che condividerò una bella lettura con voi!

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)

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16/06/2024 22:37 #67433 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Ho iniziato a leggere qualche pagina e la prima impressione è che ci vuole coraggio a scrivere una lettera così, anche se mi sembra di aver capito che poi non la ricapiterà. I genitori spesso si comportano male coi figli e i figli prima subiscono, poi quando raggiungono la maturità che potrebbe permettere loro di rispondere per le rime, spesso non lo fanno perché non vogliono che il genitore ci resti male e preferiscono continuare a subire gli sproloqui pur di evitare litigi. La lettera che Kafka scrive sembra invece piuttosto catartica, sicuramente si vede che però è già adulto e ha avuto modo di rielaborare più volte i punti salienti di questo rapporto, non è una lettera scritta di getto a cuore aperto.
Il padre è comunque maleducatissimo, dal chiamare "bestia " la cuoca a tagliarsi le unghie a tavola,mah

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17/06/2024 13:25 - 17/06/2024 13:44 #67436 da SerenaM
Risposta da SerenaM al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Ho finito la nostra breve (ma se consideriamo che è una lettera lunga) lettura. Lascio quindi il mio commento complessivo.
"Lettera al padre" nasce dall'opposizione violenta del padre, Herman Kafka, al matrimonio tra il figlio Franz e Julie Wohryzek, figlia di un umile calzolaio. Kafka padre vede il matrimonio tra Franz e la Wohryzek come l'ennesima delusione datagli da un figlio che non aspira a niente di ambizioso (o meglio, che non aspira a niente a cui il padre vorrebbe che aspirasse secondo le sue altissime aspettative).
Kafka figlio reagisce alla cocente delusione a modo suo: scrivendo questa lettera. Lettera che però non verrà mai consegnata al padre. Forse per paura di come avrebbe reagito? O perché riconosceva egli stesso l'inutilità di un dialogo con una persona che, da quanto emerge, non riesce affatto a comunicare senza alzare la voce ed offendere?
Nella lettera abbiamo comunque un confronto: il padre compare infatti in qualità di interlocutore interiorizzato. Franz immagina le risposte del padre, e lo fa con una dovizia di particolari che ci fa trasparire quanto questa figura opprimente lo insegua sin nel suo intimo, lo spii nella sua stessa psiche, lo tormenti anche nei sogni. Kafka figlio non sfugge mai al giudizio del padre, per quanto possa allontanarsene; sente sempre la sua voce forte dentro di sé, una voce che lo accompagna in ogni scelta, in ogni dubbio, in ogni errore, trasmettendogli sempre la stessa immagine: "Sei un fallimento".
E allora questo è il senso di "Lettera al padre". Riuscire ad affrontare questo giudice interiore prima che fisico; riuscire ad esprimersi una volta per tutte in modo aperto, libero, nell'illusione di poter essere davvero ascoltato in questa diade padre-figlio connotata dall'incomunicabilità più totale.
Al "Sei un fallimento", Franz cerca di contrapporre un'immutabile verità: "Io non sono un tuo prolungamento"; "Io non ti appartengo". 
E lo fa puntando sull'ipocrisia del padre: un uomo che cerca di impartire ordine e disciplina secondo ciò che ritiene sia giusto acquisire, perseguire ed ottenere, ma che poi all'atto pratico non rispetta nessuno dei dettami da lui tanto portati avanti.
Dalla lettera emerge una figura di padre autoritaria, violenta, invisa non solo ai propri familiari ma anche a tutte le figure che si muovono sullo sfondo di questa famiglia (mi vengono in mente gli operai che canzonano alle spalle Hermann). Ma emerge anche una figura di padre che cerca di far ottenere ai figli ciò che lui stesso non è riuscito ad ottenere. Hermann ha delle aspettative molto chiare su come i figli debbano comportarsi, su ciò a cui dovrebbero aspirare, su ciò che è giusto che riescano ad ottenere. Desidera il prestigio dei figli per ottenere, di riflesso, del prestigio per se stesso.
In questo frangente collocherei l'ambivalenza affettiva che Kafka figlio nutre verso il padre: da una parte troviamo i sentimenti di disprezzo, di delusione, di amarezza verso il comportamento del padre che più volte lo ha ferito nel profondo (fino a fargli assumere la morfologia personologica che noi tutti conosciamo e che è possibile riscontrare in ogni suo scritto); dall'altra parte c'è il rifiuto nello scendere in particolari rispetto ai torti subìti, la volontà di dimenticare ed andare avanti in nome di un affetto che, Franz sa, il padre nutre nei confronti suoi e dei suoi fratelli.
In "Lettera al padre" dunque emergono alternativamente la voglia di rivalsa, di ricevere delle scuse sincere per quanto subito, e il bisogno di sentirsi amato, di sentirsi finalmente accolto da questo padre con cui, volente o nolente, Franz sente un legame forte.
È una vita triste quella di Kafka figlio, che non riesce mai ad uscire fuori dalla dimensione di figlio per immettersi in una dimensione di adulto che si autodetermina. Anche il rifiuto dell'amore e del matrimonio ce lo conferma: Franz rinuncia al suo desiderio di sposarsi e di metter su famiglia, che vede come tassello importante, per i sintomi avversivi che questo passo scatena in lui e che lo portano a fuggire via dalla situazione. Sposarsi e metter su famiglia renderebbe Franz un pari del padre, ruolo che egli teme di non poter riempire e che rifugge con tutto se stesso (seppur in maniera inconscia) perché il senso di inadeguatezza lo insegue. Franz allora preferisce abbandonare l'idea del matrimonio, così come qualunque altra occupazione o azione che può riportarlo ad un confronto col padre. Ripiega su tutto ciò che lo porta il più lontano possibile da lui: scrive, ad esempio.
Questa reazione contro il padre non è sicuramente priva di conseguenze: Franz infatti si auto-castra nei propri intenti e desideri per non trovarsi a fronteggiare il tonante padre interiorizzato che dentro di lui gli urla continuamente la sua inutilità, e il dolore è tangibile.
In conclusione, "Lettera al padre" è lo scritto che ogni figlio e ogni gentiore dovrebbero leggere: il figlio, per capire che non è solo; il genitore, per indagarsi sulle conseguenze delle proprie azioni.
 
Ultima Modifica 17/06/2024 13:44 da SerenaM.
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17/06/2024 20:47 #67439 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka
Ho letto solamente qualche altra pagina quindi tornerò sul commento di Serena quando sarò andata un po'più avanti ;-)

Il libro offre sicuramente vari spunti, ad esempio mi ha colpito anche il rapporto con la madre, forse perchè piuttosto classico in questo tipo di dinamiche: padri severi e madri che di riflesso sono fin troppo buone. Quindi da una parte i figli crescono insicuri perchè i padri severi invece di farli diventare quegli uomini alfa che si auspicano, cosi facendo tirano su ragazzi impauriti e insicuri di tutto; dall'altra non riescono a diventare indipendenti perchè hanno sempre il conforto della madre che indipendentemente da tutto cerca di far cadere i figli sempre su dei cuscini, impedendo loro di imparare a reagire.

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19/06/2024 09:58 #67446 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka

Kafka figlio reagisce alla cocente delusione a modo suo: scrivendo questa lettera. Lettera che però non verrà mai consegnata al padre. Forse per paura di come avrebbe reagito? O perché riconosceva egli stesso l'inutilità di un dialogo con una persona che, da quanto emerge, non riesce affatto a comunicare senza alzare la voce ed offendere?


L'incomunicabilità totale tra i due Kafka è ciò che emerge più chiaramente dalla lettera. È doloroso leggere le parole di Franz perché sono prive di qualunque speranza; non sono nemmeno disperate, come mi aspettavo. Sono lucide e rassegnate.

Io ho iniziato stamattina e ho letto tanto, fermandomi quando comincia a parlare dei suoi progetti matrimoniali. Si tratta di una lettura che potrebbe essere fatta davvero in un soffio, ma preferisco prendere tempo, anche perché è di una profondità psicologica davvero immensa.

Il padre dello scrittore è il prototipo del genitore prepotente, che soffoca qualsiasi impulso vitale nei figli: nulla va bene, nulla è all'altezza. Ci sono poche vie di fuga: o ci si ribella apertamente (ma è un sentiero solitario e incompreso agli occhi della società, perché queste forme di abuso sono sottovalutate) o si cede. Mi addolora molto che Kafka si sia rassegnato al suo destino. Non è inconsapevole, anzi... è lucidissimo! Però è come se non avesse più le forze per lottare.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
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19/06/2024 12:34 #67447 da SerenaM
Risposta da SerenaM al topic "Lettera al padre" di Franz Kafka

Il padre dello scrittore è il prototipo del genitore prepotente, che soffoca qualsiasi impulso vitale nei figli: nulla va bene, nulla è all'altezza. Ci sono poche vie di fuga: o ci si ribella apertamente (ma è un sentiero solitario e incompreso agli occhi della società, perché queste forme di abuso sono sottovalutate) o si cede. Mi addolora molto che Kafka si sia rassegnato al suo destino. Non è inconsapevole, anzi... è lucidissimo! Però è come se non avesse più le forze per lottare.

Purtroppo è vero ciò che dici, un figlio che riesce a riscattarsi dal genitore abusante non viene visto di buon occhio nemmeno oggi ("È sempre tuo padre/tua madre"; quante volte lo abbiamo sentito?). 
Kafka si è rassegnato al suo destino, è vero. Non è mai stato un particolare lottatore (non come la sorella Ottla perlomeno), ma in questa lettera traspare quanto possa essere stato travolgente, suo malgrado, l'impatto di questo padre così giudicante. Rinuncia addirittura a vivere una vita libera e soddisfacente per il peso che sente. Proprio addolorante. 
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