Leggevo che i figli non hanno alcun obbligo di intrattenere rapporti con i genitori se sono maltrattanti. Io credo invece che sia un dovere dei figli tentare almeno un dialogo con i genitori maltrattanti, al contrario sarebbe come scappare davanti ai problemi e questo non ti prepara ad affrontare i problemi che poi avrai nella tua vita da adulto, anzi, come è capitato a Frank ne diventi una vittima.
Hermann magari con l'aiuto di Franz, della madre e delle sorelle, avrebbe potuto modificare il suo atteggiamento, invece Franz forse ha avuto un carattere debole indipendentemente dalla sue condizioni familiari.
Franz scrive anche:Attenzione: Spoiler![durante la mia ultima malattia ti sei avvicinato pian piano a me, nella camera di Ottla, sei rimasto sulla soglia allungando soltanto il collo per vedermi nel letto, e per riguardo ti sei limitato a salutarmi con la mano.
Quindi, a suo modo, il padre gli dimostra affetto e ci sarebbe materiale su cui Frank potrebbe lavorare per ricostruire il rapporto]
Il padre non è responsabile del suo atteggiamento, perché non ha avuto alcun confronto con una persona dal carattere forte come il suo (un Kafka) che potesse fargli cambiare idea, si cresce con il confronto/scontro, ma se nessuno ci fa' comprendere i nostri errori, come si fa' a scegliere di essere un buon genitore?
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Mi dispiace ma non sono per nulla d'accordo.Frankie post=67488 userid=8560Leggevo che i figli non hanno alcun obbligo di intrattenere rapporti con i genitori se sono maltrattanti. Io credo invece che sia un dovere dei figli tentare almeno un dialogo con i genitori maltrattanti, al contrario sarebbe come scappare davanti ai problemi e questo non ti prepara ad affrontare i problemi che poi avrai nella tua vita da adulto, anzi, come è capitato a Frank ne diventi una vittima.
Hermann magari con l'aiuto di Franz, della madre e delle sorelle, avrebbe potuto modificare il suo atteggiamento, invece Franz forse ha avuto un carattere debole indipendentemente dalla sue condizioni familiari.
Il padre non è responsabile del suo atteggiamento, perché non ha avuto alcun confronto con una persona dal carattere forte come il suo (un Kafka) che potesse fargli cambiare idea, si cresce con il confronto/scontro, ma se nessuno ci fa' comprendere i nostri errori, come si fa' a scegliere di essere un buon genitore?
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SerenaM post=67501 userid=7357
Mi dispiace ma non sono per nulla d'accordo.Frankie post=67488 userid=8560Leggevo che i figli non hanno alcun obbligo di intrattenere rapporti con i genitori se sono maltrattanti. Io credo invece che sia un dovere dei figli tentare almeno un dialogo con i genitori maltrattanti, al contrario sarebbe come scappare davanti ai problemi e questo non ti prepara ad affrontare i problemi che poi avrai nella tua vita da adulto, anzi, come è capitato a Frank ne diventi una vittima.
Hermann magari con l'aiuto di Franz, della madre e delle sorelle, avrebbe potuto modificare il suo atteggiamento, invece Franz forse ha avuto un carattere debole indipendentemente dalla sue condizioni familiari.
Il padre non è responsabile del suo atteggiamento, perché non ha avuto alcun confronto con una persona dal carattere forte come il suo (un Kafka) che potesse fargli cambiare idea, si cresce con il confronto/scontro, ma se nessuno ci fa' comprendere i nostri errori, come si fa' a scegliere di essere un buon genitore?
Ognuno di noi ha il dovere di provvedere a se stesso e alla propria salute, e questo significa compiere delle scelte anche difficili per perseguire questo obiettivo. Se i genitori non contribuiscono al benessere dei figli, ma anzi vi remano contro, è nella libertà dei figli decidere di interrompere i rapporti. Che questo passo possa essere preceduto da dei tentativi di conciliazione è un altro discorso; ma anche questo dipende dalle scelte che compiono i figli. Potrebbero interrompere i rapporti e tentare la conciliazione dopo anni; potrebbero tentare il dialogo e poi gettare la spugna; potrebbero allontanarsi e non tornare mai più sui loro passi. Se non indossiamo le loro scarpe non possiamo giudicare le loro scelte - ricordiamo, di adulti ben piantati che possono decidere cosa fare e come muoversi per il mondo.
E questo non è scappare, nient'affatto: è prendere in mano la propria vita. Non allontanarsi è restare ancorati a stili di pensiero del tipo "Temo chi devo amare, amo chi devo temere", "Mi umilia/mi maltratta/mi urla addosso perché mi vuole bene", "Se mi impegno di più lui/lei sarà contento/a di me". Non interrompere questi schemi di pensiero significa viaggiare per il mondo con un bersaglio mobile sul petto: chi infrange i miei confini, chi non mi rispetta, chi approfitta di me e delle mie risorse, del mio tempo, della mia disponibilità fa un qualcosa di normale per me, e io non capisco che debbo andarmene, che questo fa male alla mia salute e prosciuga le mie energie.
Capire che ci sono questi schemi di pensiero e superarli è il vero dovere! E se questo implica allontanarsi dalle figure genitoriali ben fatto sia. Ad un certo punto si deve smettere di essere bambini obbedienti e si deve divenire adulti realizzati.
Riguardo il padre: chi ci dice che volesse cambiare? Onestamente mi sembra che Hermann volesse che gli altri cambiassero per lui, e non il contrario.
Il padre non è responsabile del suo atteggiamento? Niente affatto, ne è responsabile come lo siamo tutti. Ognuno di noi sceglie il proprio comportamento.
Hermann non ha avuto nessuna figura forte che gli facesse cambiare idea? Evidentemente nemmeno lui è uscito dalla sua dimensione di figlio. È rimasto un bambino che ha bisogno di direttive piuttosto che diventare un adulto capace di riflettere sul suo modo di fare.
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Non so se esistono i racconti sul padre anche da parte dei fratelli di Franz, dubito esista una biografia di Hermann scritta da lui stesso. Quello che posso dirti, per quanto riguarda l'altra frase, è che nel gruppo di lettura catanese è stato letto da poco lo scambio epistolare tra Franz e Milena ("Lettere a Milena"), sua traduttrice nonché donna da lui amata. Sebbene io non l'abbia letto direttamente, dalla riunione è emerso chiaramente che Kafka avesse vari complessi su se stesso, che ritroviamo in questa lettera al genitore. Anche se i fatti ci dicono che è stato uno scrittore famoso, non significa che lui si vedesse grandioso... purtroppo, quando le persone che ti dovrebbero voler bene ti dicono da sempre che sei una nullità, cresci con questa idea e solo da adulto, forse, riesci a uscirne fuori.Ma siamo sicuri di star guardando l'autoritario, sprezzante, distruttivo e mortifero Hermann esattamente come era?
[...]
Però non sono del tutto sicura che la personalità di Kafka sia stata così totalmente deteriorata. A leggere la sua biografia sembrerebbe che fosse dotato di umorismo e anche di una notevole carica erotica. E la sua fama di scrittore ci testimonia che certo non è stato né una nullità né un incapace.
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Ma anche no. E' auspicabile che ci sia un dialogo e su questo siamo d'accordo, ma non è "dovere" quanto un "poterci riuscire". Ci sono caratteri che non riescono perché troppo timidi, troppo impauriti e comunque ad una certa età è pure difficile esternare perché sarebbe mettersi alla pari con i genitori e, se hai subito per anni, diventa difficile perché non hai fiducia in te e non ti pare giusto far valere le tue ragioni perché sei una nullità. Se pure oggi siamo in difficoltà in queste situazioni nonostante la tanta apertura mentale, figurati a fine Ottocento quando c'erano i padri padroni ed erano la misura di tutte le cose.Frankie post=67510 userid=8560I figli hanno il dovere di instaurare un dialogo con un padre severo ed autoritario, o almeno tentarci fino a quando il rapporto non diventa tossico e deleterio anche per la salute dei figli (questo è scontato), ma da parte di Franz non c'è nemmeno il tentativo.
Tutte le persone sbagliano, non solo i padri. Ad ogni modo, è palese che Hermann abbia visto che TUTTI i suoi figli avevano paura di lui o lo odiavano o facevano di tutto pur di fargli uno sgarbo (si evince questo dalla lettera), quindi possibile non si sia fatto quattro conti in merito? Il dialogo doveva cercarlo pure lui e se sapeva (e lo sapeva) che il suo primogenito aveva paura di lui, perché non si è posto in modo più accogliente e meno autoritario? Dalle parole di Franz non pare l'abbia fatto.I padri sbagliano, ma se nessuno glielo dice, che speranza hanno di cambiare, li abbandoniamo a loro stessi?
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Grazie, grazie, grazie per aver fatto questo commento! <3Lo dico perché io per prima, in diverse situazioni, per via della mia storia personale, ho avuto questo genere di fantasie. Erano proiezioni. Erano un tentativo di vedermi più grande, perché mi sentivo piccola. E ho imparato che tendere una mano è una cosa, ma pretendere di cambiare l'altro senza esplicita richiesta di aiuto o quantomeno una predisposizione d'animo è un'intromissione. Anche questi possono essere giochi di potere: tentativi di riprendere il controllo o di sentirsi amati. Quando il rapporto è torbido, è davvero difficile muoversi senza entrare in un copione... per questo la distanza spesso è la scelta più saggia. Se il rapporto vuole essere recuperato, almeno bisogna prima raffreddarlo e sviluppare risorse ognuno per conto proprio. Poi se ne parla.
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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